Scienze & Ricerca
L’AUTISMO: COSA E’, COSA LO PROVOCA, E PERCHE’ I VACCINI NON C’ENTRANO NIENTE.
Non si è mai parlato tanto di autismo in Italia da quando è esploso il dibattito sui vaccini. Non ci fa certo piacere essere diventati i presunti esiti di una bieca sperimentazione/speculazione alimentata dalle mutinazionali del farmaco, nella banalizzazione superficiale delle chiacchiere da social. Sono in molti quelli che ci chiamano chiedendo che ne pensiamo riguardo al rapporto tra vaccini e autismo. Non troviamo maniera migliore per rispondere a tutti che proporre questo “pro memoria” ragionato e aggiornato. Lo ha scritto il nostro amico Luigi Mazzone e riteniamo sia la sintesi più efficace per un punto sullo stato attuale delle conoscenze per quanti hanno come punto di riferimento l’evidenza scientifica. Per chi preferisce la così detta “scienza alternativa” o “medicina buona” 0 “ricerca indipendente” c’è sempre Mamma Ebe che produce unguenti miracolosi e molti suoi noti emuli, anche con titolarità d’indossare il camice bianco.
L’autismo è tecnicamente un disturbo del neuro sviluppo che compromette le aree sociali e della comunicazione provocando una ristrettezza d’interessi con comportamenti rituali e movimenti stereotipati. Il sospetto che un bambino possa essere affetto da un disturbo autistico può avvenire già entro i primi 22-24 mesi di vita, tuttavia per un buon clinico è possibile porre sospetto diagnostico già intorno ai 18-20 mesi di vita. Sicuramente il ritardo nello sviluppo del linguaggio associato a qualche comportamento troppo routinario che porta il bambino a passare in solitudine la maggior parte del tempo è uno dei primi campanelli di allarme.
Senza addentrarsi in concetti troppo specialistici è giusto sottolineare come, negli ultimi anni, alcune terminologie che si riferiscono all’ampio mondo dell’autismo siano cambiate. Infatti, scrivere semplicemente di autismo non è molto corretto, sarebbe meglio riferirsi a uno spettro autistico. La differenza rispetto al passato è considerare l’autismo con un approccio di tipo dimensionale partendo dal presupposto che esiste un importante diversità tra persone autistiche e il termine di “spettro” serve ad indicare la variabilità di comportamenti osservati all’interno del disturbo.
Una prima variabile che caratterizza la tipologia dell’autismo e le prospettive future della persona affetta è sicuramente il livello cognitivo. I livelli della qualità di vita, delle aspettative, dei progetti che si possono fare su un persona autistica cambiano drasticamente se stiamo parlando di un autismo con un deficit intellettivo associato, in questo caso parliamo di autismo a basso funzionamento, o se stiamo descrivendo una persona con un funzionamento autistico e un livello di intelligenza perfettamente nella norma.
Una domanda frequente, spesso non espressa dai genitori, riguarda la causa della patologia del loro figlio. E’ inutile perdersi in mille discorsi che hanno tutti lo stesso epilogo e affermare da subito che, ad oggi, la causa dell’autismo non è conosciuta. Dal mio punto di vista forse sarebbe meglio parlare al plurale, di cause, visto la notevole differenza di alcune forme di autismo.
Faccio onestamente fatica a pensare che la causa di un autismo a basso funzionamento senza un linguaggio adeguato abbia la stessa origine di quella di una forma di autismo con alto funzionamento cognitivo in cui esiste un linguaggio forbito e ricercato e in cui alcune aree intellettive sono particolarmente sviluppate e addirittura sopra la media della popolazione. Probabilmente con il tempo arriveremo a considerare le due condizioni distinte chiamandole in modo diverso.
Al momento vi sono molte ipotesi che numerosi gruppi di ricerca al mondo stanno cercando di analizzare. In passato e comunque ancor oggi, l’ipotesi GENETICA dell’autismo è una delle più accreditate anche se obiettivamente numerosi studi hanno fallito nel trovare una strada univoca per spiegare, almeno in parte, il funzionamento autistico. Ovviamente il cervello è stato analizzato in molti modi. Gli strumenti maggiormente impiegati sono stati quelli che prevedono l’utilizzo di metodiche strumentali come la risonanza magnetica. In tal senso c’è sempre più convinzione nel considerare l’autismo un disturbo che risiede non tanto in una singola area cerebrale ma piuttosto nelle difficoltà di connessione tra diverse aree del cervello.
Ipotesi ORMONALI sono state anche oggetto di riflessione. Alcuni autori sostengono che l’autismo sia un’estremizzazione del cervello maschile tipicamente meno empatico e più logico di quello del genere femminile e questo sarebbe spiegato da alti livelli di testosterone, appunto l’ormone maschile per eccellenza, già in epoca fetale. Questo dato spiegherebbe anche la maggiore prevalenza del sesso maschile affetto percentualmente di più rispetto alle persone di sesso femminile. Un ruolo importante negli ultimi anni è stato dato a FATTORI AMBIENTALI che in soggetti predisposti possono slatentizzare il disturbo.
E’ inevitabile a questo punto fare un passaggio sui vaccini e sul recente decreto del Ministero della Salute che propone 12 vaccini obbligatori per l’accesso a scuola (anche se sembra che da 12 siano diventati 10 in quanto l’Istituto Superiore di Sanità ha espresso parere sostanzialmente favorevole all’emendamento discusso in commissione Sanità al Senato che riduce i vaccini richiesti).
Da medico ricercatore non posso non affermare che le evidenze scientifiche SCAGIONANO TOTALMENTE i vaccini dal legame con l’autismo. Sono decine le pubblicazioni autorevoli in materia di gruppi indipendenti e molto prestigiosi.
Certo, non nascondo che l’obbligatorietà di 12 vaccini per l’accesso a scuola inizialmente mi ha lasciato perplesso semplicemente per il carico psicologico che tale decreto pone sui genitori. In ambulatorio sento quotidianamente molti genitori che additano i vaccini come la causa principale dell’autismo dei loro figli e penso che forse un decreto cosi stringente e duro non è la migliore soluzione per acuire paure e un senso di persecuzione da parte di uno Stato che i genitori purtroppo ancora non sentono vicino.
Per quanto possiamo parlare di scienza (ed ovviamente sono convinto dei dati oggettivi scientifici che non portano al legame tra i vaccini e l’autismo) ritengo che tale psicosi collettiva da social network forse andrebbe comunque tenuta in considerazione in quanto anche quella pesa sul carico emotivo e psicologico di molte famiglie già convinte di tale legame.
In tal senso una riflessione sul perché le famiglie si sentono lasciate sole forse andrebbe fatta: è un dato di fatto. Si passa infatti dalla diffidenza nel non voler credere fino in fondo alla bontà della scienza che rassicura sulla sicurezza vaccinale fino ad arrivare a un carico emotivo enorme dopo la diagnosi dove trovare terapie sensate, che spesso sono quasi sempre a pagamento, non è sempre facile. Una sottile linea di rabbia mai spezzata che viene amplificata dal sordo dolore per la diagnosi infausta.
Il mio personale pensiero è iniziare a far capire alle famiglie che la lotta alle cause dell’autismo non passa attraverso una battaglia senza confini nei confronti dei vaccini, che invece tanto hanno fatto in termini di prevenzione per molte malattie, ma attraverso la focalizzazione di ricerche sui nuovi inquinanti ambientali emersi negli ultimi anni che dovrebbero essere approfonditamente studiati e che attualmente sono coperti proprio dal clamore dei vaccini (iper-studiati invece).
In tal senso c’è un interessante articolo di meta-analisi (Environmental Risk Factors for Autism: An Evidence-Based Review of Systematic Reviews and Meta-Analyses di A. Modabbernia su Molecular Autism del Marzo 2017) che potrebbe aiutare a capire quali altri inquinanti possano giocare un ruolo sull’etiopatogenesi dell’autismo.
Infine invito i genitori a diffidare di chiunque, medico od altra figura sanitaria, che in modo autoreferenziale si pone come il conoscitore della verità assoluta, nascosta da chissà quale potere occulto che vuole la malattia dei propri figli.
Luigi Mazzone
’Luigi Mazzone, medico e scienziato, neuropsichiatra infantile ricercatore universitario a Roma Tor Vergata. Il Dr. Mazzone studia da molti anni l’autismo, malattia di cui e’ considerato uno dei maggiori esperti in Italia.
E’ conosciuto al grande pubblico anche perchè ex-schermidore di livello mondiale (campione italiano assoluto di spada nel 2002 e pluri-medagliato a livello internazionale) e dal 2016 “mental coach” della nazionale italiana di scherma. Ha fondato una scuola di scherma per autistici e non l’Accademia di scherma Lia