Il sabato al Fight Club
La maggior parte dell’ umanità occidentale aspetta il sabato come una giornata dedicata al riposo. Per noi genitori di autistici è il peggior giorno della settimana, segna l’ inizio di una deprivazione spazio temporale che terminerà solo la tarda serata della domenica, appena in tempo per recuperare in fretta quello che si può, per affrontare di nuovo gli impegni del lunedì.
La maggior parte dei segni che tutti noi ci portiamo addosso provengono dai primi scontri fisici del sabato mattina, quando “lui” non tollera quella giornata di interruzione del suo ruolino di marcia consueto, fatto di scansioni irrinunciabili. Anche se alla fine Tommy va a scuola a far poco più di nulla, quella quotidiana ritualità fatta di colazione, pulmino, corridoio, palestra, merenda, passeggiata, pulmino e pranzo lo rassicura, o forse attenua la sua ansia.
Il sabato mattina invece è terribile, sembra avere un radar che lo avverte che quella è a giornata senza gabbia, almeno dovrebbe esserlo per me. Iniziano così le crisi, improvvise, inaspettate e senza motivi apparenti. Sabato passato ho accettato lo scontro ed è stato non bello, quando tra noi c’è colluttazione non è proprio come Fight Club, almeno io non devo dimenticare di essere un padre; posso solo stare in difesa, cercando di immobilizzarlo senza che si faccia male. Ormai è un gigante che mi sovrasta e se fosse per gioco sarebbe pure un bell’ allenamento. Invece non si gioca, lo scontro fisico è sempre più difficile da gestire, anche se dura poco. Poi Tommy sbollentisce e torna un bambinone tenero e mi chiede scusa, mortificato se vede che mi esce sangue.
Oggi l’ ho visto che cominciava a scalpitare e ho preferito non intervenire lasciando che se la vedesse da solo, prendendosela con il cuscino. Ha appena fatto in tempo ad afferrarmi una mano, come se volesse essere aiutato, ma in realtà mi ci ha ficcato le unghie come fossero piccoli pugnali acuminati (le ha cortissime, ma usa una forza inaudita). Pazienza è la prassi, ci si disinfetta e si aspetta che passi.
Qualcuno che non conosce il problema troverà inutilmente truce questo post, ma l’ ho fatto a caldo per chi mi dice: “stacca devi prenderti degli spazi per te…” Non ci sono spazi per chi ha un figlio autistico i giorni di festa o semifesta. Io almeno non ho ancora trovato chi sia capace di organizzare dei fine settimana alternativi per i ragazzi come il mio. A chiunque chieda mi risponde che è difficile trovare gente specializzata disposta a lavorare di sabato.
Chi invece è “del mestiere” sa bene a cosa mi riferisca. Si guarderà le sue vecchie ferite di guerra e capirà il mio sfogo.