Arriva "Tommy" il dissuasore elettronico per parcheggi disabili
Tommy presidia il suo parcheggio, non è certo il bloccasterzo lo strumento giusto per farlo, ma la soluzione dovrà essere altrettanto drastica. E’ triste dover arrivare alla conclusione che il problema dell’occupazione selvaggia dei parcheggi per disabili può essere risolto solo con un dissuasore. Vale a dire un congegno che impedisce l’ accesso alle persone non autorizzate. Da una parte sono molto soddisfatto che qualcuno si sia messo a pensare dopo le nostre numerose denunce. Forse servirà ad arginare il malcostume generalizzato di parcheggiare, senza nessuno scrupolo, nelle arre riservate alle concessioni per disabili.
Dopo l’ ultima vicenda fotografata e diffusa si è mosso anche qualche giornalista che aveva letto la storia su Twitter e finalmente qualcosa si è mosso. Dalla prossima settimana a Roma inizierà la sperimentazione ufficiale di un dissuasore elettronico che impedirà l’ accesso all’area di parcheggio, solamente il legittimo titolare potrà abbassarlo con un telecomando. Spero che dopo la sperimentazione che noi faremo di persona il Comune di Roma possa decidersi a implementare il dispositivo in tutti i parcheggi per disabili della città. Sarebbe fantastico immaginare che siamo stati noi autistici a permettere che questa forma di tutela possa essere estesa a tutti gli altri nostri “colleghi”.
Riporto la notizia come l’ha data “Redattore Sociale” da cui ho appreso che il dissuasore sarà chiamato “Tommy” , mi fa piacere certamente, ma ancora più sarò contento quando vedrò realizzata concretamente una delle premesse essenziali del nostro manifesto che recita: “A Insettopia cerchiamo, progettiamo, adattiamo e perfino forziamo la destinazione d’uso primaria di ogni oggetto elettronico, dispositivo informatico, applicazione, meccanismo o protesi emotiva che possa rendere più agevole la vita dei nostri ragazzi, come di creare occasioni di serenità e soddisfazione”.
Sono grato a Riccardo Colicchia, Direttore di Aci Consult, che si è arrovellato l’ altra notte per come risolvere il nostro problema e una volta pensata la soluzione si è mosso concretamente per condividerla con i Vigili di Roma. La prossima settimana il collaudo, poi faremo di tutto perché sia Insettopia anche per gli altri!
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Parcheggi telecomandati per disabili: Roma sperimenta il dispositivo anti abusi
L’Aci, in accordo con i vigili urbani, testerà l’adattamento di un congegno già impiegato nel privato: una barriera che solo il titolare del posto può abbassare
ROMA – Prenderà forma la prossima settimana la prima “buona idea di Insettopia per far vivere meglio le persone con difficoltà”: Gianluca Nicoletti, giornalista e fondatore, alcuni giorni fa, della nuova “community dell’autismo”, annuncia così la prossima nascita del dispositivo concepito insieme ad Aci Consult, il gruppo che, per Aci, si occupa di servizi per l’ambiente e la mobilità. Si chiamerà Tommy, come il “ragazzone” autistico figlio di Nicoletti, questo apparecchio che promette di dare una risposta concreta al problema, ormai drammatico nelle grandi città, dell’occupazione abusiva dei posteggi riservati alle persone disabili. In pratica, si tratta di un pannello ad alimentazione fotovoltaica che, installato al suolo, si abbassa quando il legittimo titolare del posto digita il pulsante sull’apposito telecomando.
“E’ una soluzione economica ed estremamente semplice – spiega Riccardo Colicchia, direttore di Aci Consulting, che ha ‘partorito’ l’idea due notti fa – Mi sono svegliato con questa intuizione: abbandonare il progetto più elaborato che avevamo in mente per risolvere il problema ed estendere ai parcheggi per disabili l’utilizzo di questo dispositivo, che si installa con quattro stop e che già è collaudato e impiegato in luoghi privati, come centri commerciali, condomini, ospedali ecc., per impedire l’occupazione abusiva di posti riservati”. Il prototipo è già pronto, prodotto da un’azienda del nord Italia a il primo apparecchio “ci sarà consegnato mercoledì prossimo – annuncia Colicchia – Contiamo di installarlo tra giovedì e venerdì, probabilmente proprio sotto casa di Nicoletti, visto che è Tommy l’ispiratore dell’idea”.
Si tratta di un prodotto “tutto italiano – riferisce ancora Colicchia – per cui disponiamo dei vari pezzi di ricambio. L’azienda lo vende, privatamente, a 400 o 500 euro, ma noi vorremmo ordinarne molti esemplari, riducendo così i costi fino a 300 euro. Dopo la prima installazione, prenderà il via la sperimentazione per circa tre mesi, a carico di Aci Consult, con 4 o 5 esemplari. Se funzionerà, proporremo l’apparecchio a livello nazionale”. Perché ciò sia possibile, però, occorre innanzitutto superare gli ostacoli burocratici e ottenere le autorizzazioni da parte degli enti locali, visto che si tratta di suolo pubblico. In questa direzione, sono stati già compiuti passi importanti: “il Corpo di polizia dei municipi interessati ha accolto favorevolmente l’idea – riferisce Colicchia – Dal punto di vista burocratico, non ci dovrebbero essere quindi difficoltà: se da un lato infatti si tratta di suolo pubblico, dall’altro i posti riservati sono stati assegnati ai cittadini disabili con determina dirigenziale. In questi giorni stiamo informando i presidenti dei vari municipi, ma presto presenteremo la nostra idea anche all’assessore alle politiche sociali Rita Cutini,che speriamo dimostri interesse”.
La disponibilità del Comune è infatti fondamentale per la possibile espansione del progetto: “l’ideale sarebbe che l’amministrazione si impegnasse in una compartecipazione alle spese, per ridurre i costi a carico delle famiglie”. Ma visti i tempi e i bilanci l’ipotesi sembra remota. “Se però la sperimentazione funzionasse e riscuotesse interesse, non escludo che i comuni possano attingere ai fondi per il sociale che ricevono dalle regioni di appartenenza. Intanto, partiamo con la sperimentazione e speriamo che l’idea dimostri di essere efficace nel risolvere un problema che sta diventando un vero incubo per le famiglie delle persone disabili”.
E’ quanto si augura anche Gianluca Nicoletti, che più volte ha denunciato la questione e che proprio da qui parte mettere in moto gli ingranaggi di Insettopia, quel “contenitore permanente per accogliere e lanciare startup di chiunque ci proponga un uso spropositato e folle di ogni supporto che la tecnologia potrà metterci a disposizione per rendere migliore la vita degli autistici”. (cl)