Tommy è vergognoso? Forse per chi non c'ha pensato prima…
“E’ vergognoso che si sia arrivati al punto di installare dei dissuasori sui parcheggi disabili per impedire ai soliti furbi di approfittare dei posti a loro riservati”. Lo dice la deputata del Pd Ileana Argentin. Ha ragione, sottoscrivo ogni parola, ma intanto così si parlerà di un problema di cui culturalmente dobbiamo tutti dividerci la vergogna. Oggi verrà effettuato un test con il prototipo del dissuasore Tommy nello stallo riservato a mio figlio. E’ il primo passo concreto per una campagna che spero investirà tutto il Paese, partendo dal mio Municipio. L’ idea è di creare una rete d’ attenzione su un problema concreto e diffuso in tutte le città italiane: non esiste la percezione che i disabili abbiano realmente bisogno di avere dei parcheggi disponibili. Tutte le campagne d’ informazione che hanno lambito il tema della disabilità hanno accentuato l’ idea generalizzata che il nostro possa essere un popolo di falsi invalidi, di millantatori, di persone che usufruiscono impropriamente di privilegi per un loro status che è sempre tutto da provare.
Questa impressione generale ha creato una radicale indifferenza verso i minimi presidi dedicati a rendere meno pesante la vita quotidiana a chi abbia delle difficoltà. L’ ho provato nella mia quotidiana esperienza personale di genitore di un ragazzo autistico, status che rende ancora più difficile la serena fruizione del parcheggio riservato. L’autistico deve ogni volta dimostrare la sua disabilità, che non ha uno stigma esteriore sempre evidente, agli increduli, ai sospettosi, agli scettici. Credetemi, dover spiegare quale sia il problema che ha tuo figlio a chi ha occupato il suo parcheggio non è cosa lieve. L’ ultima indagine del Censis sulla disabilità mi conferma questo ulteriore problema nel problema: “La disabilità è percepita da 2 italiani su 3 essenzialmente come limitazione dei movimenti, mentre in realtà la disabilità intellettiva è più diffusa in età evolutiva e rappresenta l’aspetto più misconosciuto, al limite della rimozione.”
Tommy non convince? Nemmeno a me diverte il cancelletto sotto casa, che mi ricorda ancora di più che mio figlio abbia, e avrà sempre, un problema con il resto dell’umanità. L’ ho scritto dal primo momento in cui si è parlato di dissuasori. Sono però convinto che sia necessario un primo passo perché si possa segnalare, in maniera evidente, quello che non è stato finora considerato un problema da affrontare istituzionalmente. Si inizia dal Primo municipio, e non da Tor Bella Monaca come viene rilevato, perché l’ iniziativa parte da persone che si sono attivate su una mia ripetuta denuncia e io abito a Prati.
Tranquilli nessun privilegio, oggi lo mettono e domani lo tolgono, serve solo perché se ne parli, non costa nulla a nessuno, il prototipo è dell’Aci Consult che sta studiano con il Comune di Roma come impostare una campagna, basata sul principio che chi si approfitta dei posti dei disabili non è più furbo degli altri, ma solo un povero sfigato. Questo secondo me è un messaggio convincente, soprattutto per i più giovani, a cui nessuno insegna che bisogna rispettare le strisce gialle.
Mi dispiace che, quella pensavo fosse un’ iniziativa di stimolo culturale, venga subito bollata come l’imposizione forzata di un diritto. Il prototipo che, per una prima azione dimostrativa, oggi metteranno a terra, è un giocattolo. Volendo si abbassa con un piede. Non impedisce nulla, ma serve solo a ricordare che quello è un posto dedicato a un disabile e vorrebbe spiegare che non è proprio il caso di pensare: “tanto mi fermo un attimo”, anche perché, e sembrerà assurdo, in realtà non esiste una normativa che stabilisca in maniera inequivocabile che questo non sia consentito.
Se nessuno ha ancora pensato d’iniziare una campagna culturale sugli spazi riservati ai disabili, proviamo a farlo noi autistici, che siamo i più “invisibili” tra tutti. Saremo i primi a essere felici se andrà a vantaggio anche di tutti gli altri.
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QUI UN PRO MEMORIA DELLE VOLTE IN CUI HO TRATTATO QUESTO TEMA:
- ARRIVA TOMMY IL DISSUASORE ELETTRONICO DEI PARCHEGGI PER DISABILI
- SENTINELLE ELETTRONICHE PER SEGNALARE IL BUZZURRO CHE PARCHEGGIA NEL POSTO RISERVATO A UN DISABILE
- COME SI PERMETTE UN AUTISTICO DI AVERE IL PERMESSO PER IL PARCHEGGIO
- PUNTATA DI “MELOG” DEL 16 APRILE SUI PARCHEGGI PER DISABILI
IL VIDEO DELLA SPERIMENTAZIONE
Il comunicato ACI
PARTE DA ROMA LA SPERIMENTAZIONE NAZIONALE DI TOMMY, IL DISPOSITIVO REALIZZATO DA ACI PER LA TUTELA DEGLI SPAZI DI SOSTA ASSEGNATI AI DISABILI: Niente più furbetti della sosta a danno dei disabili con Tommy, il dispositivo ideato e realizzato dall’Automobile Club d’Italia, facilmente installabile negli spazi di parcheggio in concessione ai portatori di handicap. Tommy è un dissuasore elettronico della sosta, dotato di un pannello fotovoltaico che lo alimenta e di un telecomando che ne controlla il movimento. Prodotto da un’azienda italiana, viene utilizzato per la prima volta su strade pubbliche aperte al traffico per tutelare i diritti delle persone disabili. La sperimentazione nazionale di Tommy, che parte oggi a Roma con l’installazione del primo dispositivo in via Gulli (angolo viale Mazzini), è frutto della collaborazione tra ACI, Automobile Club di Roma, ACI Consult, la onlus Insettopia, il presidente della IX Commissione Commercio Roma Capitale on. Orlando Corsetti, l’assessore per le Politiche della Mobilità e Trasporti del MunicipioI di Roma Anna Vincenzoni e il comandante della Polizia Roma Capitale MunicipioI Prati, Massimo Ancillotti. Il nome Tommy deriva da Tommaso, figlio autistico di Gianluca Nicoletti, fondatore di Insettopia: una onlus ma anche un’idea di città ideale, in cui un disabile può sempre parcheggiare nel posto assegnatogli senza temere di trovarlo occupato. Nicoletti e suo figlio sono gli ispiratori di questo progetto contro il “parcheggio selvaggio”, ingegnerizzato da ACI Consult, società del gruppo ACI specializzata in servizi per l’ambiente e la mobilità. La sperimentazione durerà tre mesi e il dispositivo sarà poi diffuso a livello nazionale, non appena completate le formalità presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. ACI e gli Automobile Club provinciali – a cominciare da quello di Roma – saranno gli interlocutori per chi vuole Tommy, curando anche il disbrigo delle pratiche per l’installazione e la manutenzione. “Tommy diventa realtà fruibile da tutti grazie al confronto continuo del sistema territoriale di ACI con le istituzioni nazionali e locali – dichiara il presidente dell’Automobile Club di Roma, Giuseppina Fusco – e l’evidente efficacia di questo dispositivo accelererà l’iter burocratico necessario per la diffusione su scala nazionale. Serve comunque una semplificazione normativa, anche se lo spirito della legge verso la tutela dei disabili e dei loro diritti è la chiave che aprirà tutte le porte. Con Tommy, ACI rafforza il suo impegno a favore delle utenze più deboli della mobilità”.
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Il Comunicato dell’ Onorevole Ileana Argentin
DISABILITÀ. ARGENTIN: TOMMY NON CONVINCE, DIRITTI NON S’IMPONGONO (DIRE) Roma, 28 mag. – “E’ vergognoso che si sia arrivati al punto di installare dei dissuasori sui parcheggi disabili per impedire ai soliti furbi di approfittare dei posti a loro riservati”. Lo dice la deputata del Pd IleanaArgentin, annunciando che da domani, nel primo municipio di Roma, iniziera’ una sperimentazione del progetto Tommy al fine di garantire il diritto al parcheggio delle persone con handicap. In sostanza i guidatori con disabilita’, con un telecomando, potranno alzare o abbassare delle protezioni metalliche che delimitano l’area riservata. “In quanto persona su sedia a ruote- aggiunge Argentin- non mi rassegno ad utilizzare uno di questi congegni. Non voglio costare di piu’ sulla collettivita’. Desidero solo pari opportunita’ e non privilegi. Per questo motivo preferisco che vengano comminate multe salate ai trasgressori e che sia fatta una grande opera di sensibilizzazione, ad esempio nelle scuole o attraverso i media. Ma non voglio imporre un mio diritto con la forza della tecnologia”. Forse- osserva ancora la deputata del Pd- “sono poco concreta ma continuano ad emozionarmi di piu’ le battaglie etiche e la condivisione delle lotte con le categorie del settore. E a tal proposito voglio segnalare che si corre il rischio che anche in questo caso ci siano cittadini disabili di serie A e di serie B. Ad esempio, mi chiedo: al primo municipio la sperimentazione parte domani, ma quando avra’ inizio invece a Tor Bella Monaca? E poi perche’ accettare che la gente ci ignori e ci consideri una specie protetta quando invece a loro e’ richiesta solo una normale diligenza nel rispetto dei segnali stradali?”. Argentin conclude: “Ben venga questa iniziativa ma attenzione: tendiamo sempre di piu’ a barricarci dietro sistemi restrittivi piuttosto che investire sulla crescita culturale dei nostri concittadini. A scanso di equivoci, io sono Ileana Argentin, deputata, ma sono prima di tutto una persona in carrozzina che gira come una pazza per trovare un posto auto libero, come tutti gli altri disabili. Sono convinta pero’ che le pari opportunita’ si conquistano cambiando il modo di pensare delle persone e non imponendo una soluzione forzata”. (Rai/ Dire)