I #teppautistici
Tommy e il suo amico Bobo si atteggiano a gioventù bruciata. Le foto da figli della teppa sono uno scherzo dei loro educatori, che li hanno portati in giro per locali. Ne ho pubblicate due o tre su Facebook e subito è partito il coro delle vestali inorridite…Come? Con la sigaretta in bocca…Con la bottiglia di birra in mano e lo sguardo strafatto? Con i beveroni da superalcolico in sordidi locali invece che a nanna nel lettino di casa….
Non me la sono sentito di specificare con troppa sollecitudine che le sigarette sono di cioccolata, come quelle che i bambini piccoli trovano nella calza della Befana, Tommy e Bobo sono quasi maggiorenni e preferisco immaginarli consapevoli del loro atteggiamento da teppautistici, fieri della sigaretta a mezza bocca, della bottiglia di Corona, del Margarita sul tavolaccio della locanda.
Poveri ragazzoni condannati a un perenne stato angelico. Possenti come lottatori, ma cui non è permesso lo stravizio. Con quello sguardo enigmatico da sciupafemmine altezzosi non conosceranno mai la vertigine di una sbornia, la leggerezza dopo la deboscia, la perdizione etilica. Tommy storce la bocca solo a sentire l’ odore della birra, Bobo preferisce l’ acqua minerale al Tequila. Non fumeranno mai di nascosto, non saranno costretti a nascondere la fiatata alcolica, nessuno li vedrà mai fuori di senno se non perché di natura già felicemente dissennati a vita.
La loro impeccabile pantomima da beoni incalliti sembra volerci illudere che possiamo anche lasciarli andare, vorrebbero dirci che è arrivata l’ora che anche loro facciano le ore piccole, scolino bottiglie, disperdano i pensieri nelle spire di fumo, sbocconcellino famelici le ore della notte, tentatrici ambigue e ruffiane. Soprattutto che lo facciano con persone della loro età, con cui condividere affanni, passioni, perfidie e ore ignave generosamente regalate al tempo dei loro capelli folti e muscoli da saltimbanchi. Di sicuro vorrebbero scrollarsi di dosso ogni badante, accompagnatore, educatore, genitore, insegnate, medico, pedagogo, prete.
A loro non importa essere santi, anche loro avrebbero diritto di meritarsi un po’ di purgatorio per essersi lasciati azzannare dalle fugaci compagnie della giovinezza, saporite o crudeli che siano. Quanto mi piacerebbe poterli lasciare liberi di vivere anche ogni lato oscuro dell’essere follemente giovani, ma so bene che per la follia scavezzacolli che sempre li accompagnerà, ogni loro libertà non potrà mai essere altro che vigilata.