Addio alla nostra amica Lia
L’altra notte se n’è andata Lia Vassena, una ragazza silenziosa. Per noi autistici era la moglie del nostro dottore, Luigi Mazzone, quello che tira di scherma e gira per Roma in scooter, tra una visita e l’altra a qualcuno di noi sballati.
Lia e Gigi erano sposati da appena un anno, siamo tutti andati alla loro festa, ma dal giorno dopo noi autistici ci siamo sempre messi di mezzo tra loro due; Lia non ce ne faceva una colpa, sapeva che suo marito ci serviva, e venivano tanti a far la fila davanti alla sua porta, arrivati da chissà quale pertugio nascosto d’ Italia, sempre alla ricerca di una delle poche persone che ha studiato seriamente l’ autismo, e che di soggettoni del nostro calibro ogni giorno ne vedeva una montagna.
Lia era una biologa molecolare e una scienziata vera, anche se non l’ha fatto mai pesare a noi che siamo più abituati a incontrare sciamani che autentici dottori. Assieme al suo collega Paolo Lusso aveva anche contribuito a un’importante ricerca su l’interleuchina 7 (IL-7), una molecola naturale in grado di proteggere le cellule immunitarie bersaglio dell’Aids. Su questo ha lavorato nel laboratorio di Anthony Fauci, all’istituto statunitense per le allergie e malattie infettive (NIAID) del NIH di Bethesda. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista dell’Academy of Sciences statunitense.
Gli ultimi mesi della sua vita Lia li ha passati nella lucida consapevolezza di ogni fase della sua malattia, che le lasciava poche speranze, ma almeno è sempre stata assieme a Gigi. Veniva a trovarci quando ci allenavamo a Rugby, c’era il fantastico giorno del 2 aprile al Maxxi e assieme a noi ha fatto festa, anche se a un certo punto abbiamo visto che era molto stanca, quella borsetta, così carina, che portava a tracolla in realtà nascondeva il flacone della chemio che stava facendosi mentre noi ballavamo e dipingevamo murales.
Qualche volta Tommy l’abbrancava quando gli capitava a tiro per i divani di casa mia. Vicini sembravano veramente un gigante e una bambina. Le ultime volte lei era molto preoccupata che quell’energumeno le togliesse di colpo la parrucca, che portava da quando aveva iniziato le terapie che la devastavano.
Quest’ultima estate di Lia sarei dovuto andare anch’io, con la figliolanza, a passare qualche giorno con lei e Gigi al mare in Sicilia. Invece sono restato a Roma, difficilmente mi muovo per vacanza perché mi piace la città quando è desolata. Ora penso che ho perso l’ ultima occasione di vederla, e questo mi rattrista non immaginate quanto.
Invidio Tommy che non possiede nemmeno il concetto di una persona che muore. Non è detto che per questo non soffra, ma può almeno pensare che, prima o poi, le persone scomparse potrebbe anche rivederle. Magari Tommy può immaginarsi di poter ancora incrociare Lia davanti alla tv di casa, ancora con i suoi bei capelli biondi come al tempo in cui la vedevamo sorridere.