Cosa fare

#Teppautistici pasticceri

Un sabato pomeriggio da ghiottoni per i nostri #teppautistici che armati di scodelle, fruste, uova, cacao, latte al cioccolato, savoiardi e altre amenità si sono catapultati nel loro “covo” sui tetti a due passi dal Palazzaccio per cimentarsi nell’impresa tra le più gradite: preparare un tiramisù.


b90a4395-84a8-480b-9162-c3a4c2b49174

Uno sguardo, fugace, alla ricetta appesa sul muro, qualche convenevole con lo chef-capitano Gloria, tanto bella quanto brava nel preparare e guidare i provetti pasticcieri e tutti ai posti di combattimento.

Il laboratorio di cucina è forse l’attività più gratificante per un autistico che, di solito, è sempre molto interessato al cibo e soprattutto  goloso di dolci (ma anche pizza, fritti e in genere tutto quello che fa ingrassare).

Le mamme degli autistici lo sanno bene. Fin da piccoli  hanno un debole per la cucina e anche i più pestiferi attorno ai fornelli si acquietano. Magari fanno capricci a tavola oppure sono talmente selettivi che si nutrono come uccellini ma c’è sempre qualcosa che li attrae, la preparazione di un cibo, le stoviglie colorate, le pentole d’alluminio da usare come bonghi ecc.

Ma torniamo al nostro laboratorio di cucina e ai quattro amici Alby, Roby, Marco e Tommy alle prese con i loro tiramisù. Era la prima volta che si faceva un esperimento simile. Il covo non ha una cucina e quindi bisogna necessariamente optare per un “piatto” che non preveda cottura. Gloria non si è persa d’animo. Accettando la sfida l’è venuta subito l’idea del tiramisù. E’ stato un esordio brillantissimo. Perché nella preparazione i ragazzi hanno potuto anche tirar fuori la loro vena creativa ad esempio nel decorare il tiramisù con bottoncini o gocciole di cioccolato, smarties ecc. E poi si sono impegnati con i savoiardi che vanno accuratamente adagiati sulla teglia e soprattutto ammorbiditi con del latte (al cioccolato). Il caffè o il liquore (naturalmente) è stato a priori bandito.  Per non parlare poi delle uova sbattute energicamente con la frusta.


Insomma è andato tutto per il meglio e nel finale, dopo le foto di rito, è stato possibile anche mangiare una parte del lavoro perché, in realtà, ognuno di loro ha portato a casa un tiramisù da gustare con genitori e fratelli. Una bella giornata, piena di soddisfazione. Mangiare quello che si prepara con le proprie mani è molto gratificante per gli autistici. Lo è pure mangiare  l’insalata e i pomodori che hanno coltivato nell’orto (è il gran finale di qualsiasi progetto di ortoterapia)  e  Alby, Roby, Marco e Tommy non sono diversi dagli altri in questo.

Un successo da ripetere. Già fissato il giorno: sarà fra due settimane. Top secret il piatto che i nostri aspiranti chef dovranno preparare. Intanto però si sono guadagnati il cappello. E la loro musa ispiratrice Gloria sta già pensando a procurare loro questo importante elemento del corredo del cuoco.

Quando Tommy è tornato a casa  con il “trofeo” che si era un po’ scompigliato durante il tragitto, gli ridevano gli occhi dalla gioia.  Insomma  che dire:  dobbiamo pasticciare di più in cucina con i nostri giuggioloni. Rilassa noi e soprattutto loro. Ah dimenticavo: il tiramisù al cioccolato (una variante degna di Pompi, secondo una mamma) aveva il sapore dei dessert casalinghi di una volta, quelli della nonna.  Semplice, dolce, essenziale.

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio