L' ISS farà una ricerca sull'autismo finanziata da chi dice i vaccini fanno diventare autistici e crede nella comunicazione facilitata
Franco Antonello è un uomo che sa essere empatico e convincente, a lui si deve il merito indiscusso di essere stato il primo a sdoganare l’ autismo dal solito muffo cliché pietistico, pretesco pudibondo e sommesso. Ha regalato un’ idea dinamica di ragazzo autistico che non va rinchiuso e nascoso, ma mostrato con orgoglio. In questo è stato un grande. Fa bene il suo mestiere di imprenditore, ha messo su un bel sistema di finanziamento per iniziative a favore di progetti per ragazzi autistici, molti sono andati in porto grazie al suo lavoro.
Due anni fa ha cercato anche me, ci siamo conosciuti mi ha proposto quello che è il suo modello di business: “Tu mi presenti degli imprenditori, grandi o piccoli che siano. Io me li giro tutti ottengo dei finanziamenti, mi prendo il 35% il resto è a favore dei tuoi progetti”. Ho risposto che non era quello il mio mestiere, ma ho apprezzato il rigore e la schiettezza e mi pare anche un buon sistema per fare qualcosa dove nessuno fa nulla. Lui è un imprenditore e questo è il suo lavoro, giusto che abbia il suo guadagno. Non mi scandalizzo, anzi preferisco questo alle prese in giro finte non profit che rastrellano soldi con foto di negretti emaciati o poveri clochard.
Detto questo Franco è testimonial e convinto portavoce di due classici del fanta autistismo. Il primo è la scrittura facilitata che suo figlio pratica e attraverso la quale avrebbe scritto anche il suo ultimo libro. ( In passato ha anche fatto la prefazione anche al bufalibro “il motivo per cui salto”)
Inoltre si è da sempre presentato come convinto assertore del nesso tra autismo e vaccini. Sia per quello che riguarda suo figlio, per cui è lecito che lo pensi, ma anche come portavoce di seimila famiglie gli hanno scritto per avere avuto lo stesso problema. Ieri era ospite a Piazza Pulita, con il Ministro Lorenzin, in piena campagna contro la stessa disinformazione per cui in Italia sta paurosamente calando il numero delle persone che si vaccinano.
Qui ha ripetuto il suo, più che sacrosanto, convincimento, specificando che comunque lui ha finanziato (con una cifra veramente cospicua, che gli fa onore) un progetto di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ ente pubblico che ha la responsabilità e il merito della Linea Guida che dovrebbe indicare alle famiglie, già disorientate del loro, che non esiste evidenza del rapporto tra vaccini e autismo e che la scrittura facilitata non fa di certo emergere l’ anima nascosta di un autistico a basso funzionamento, trasformando in professori e scrittori ragazzi che da soli non scrivono nemmeno il loro nome (non so se sia esattamente questo il caso di Andrea Antonello).
Possibile che nessuno dell’ISS riesca a dire con elementi plausibili a questo bravo padre, che ha il dono di essere molto più bravo e convincente in tv di Ministri e professori vari, che dare informazioni del genere su questi due punti (vaccini=autismo e fantautismo facilitato) crea veramente disorientamento e confusione in una parte di società che avrebbe bisogno, almeno in questo, di riferimenti certi.
In sintesi, Franco Antonello deve poter pensare e dire quello che meglio crede, ma è difficile immaginare come l’ ISS possa essere da lui finanziato su un progetto per noi autistici senza per lo meno dichiarare pubblicamente che su questi due punti l’ evidenza scientifica gli da torto. Secondo me non si applica in questioni di questa importanza la “par condicio”! (Antonello dice di aver finanziato anche un istituto antagonista che è Comiva , istituto che sostiene i danni da vaccino.)
Altrimenti pure a noi viene il sospetto che possa avere ragione lui, magari anche quando nel 2013 nel salotto di Daria Bignardi parlava con entusiasmo di Stamina e Vannoni e del lavoro che in merito faceva “l’ immenso Giulio Golia”. E sarebbe bello che dicesse che, almeno in quello, si era sbagliato…
Scrivo questo senza alcuna acrimonia, non per censurare il libero pensiero di un mio simpatico “collega”, ma un desiderio di trasparenza che ribadisca la fiducia nell’istituzione, soprattutto nell’Istituto che per tutti noi rappresenta la voce della scienza.