Chi non ha un titolo farlocco nel gestire autistici a scuola alzi la mano!
Vedo su Twitter i commenti “indignati”, di quelli che penso essere insegnanti di sostegno, all’intervista del Sottosegretario Faraone al Messaggero sui temi che già ieri aveva anticipato qui per noi autistici. I passaggi che più hanno fatto arrabbiare sono “il sostegno non deve più essere una scorciatoia per entrare in ruolo. Né ci si deve arrivare grazie a titoli farlocchi” Su quel “farlocchi” molti si sono indignati...Bene io sono curioso quindi di sapere che tipo di formazione venga data sull’autismo ai futuri insegnanti che dovranno occuparsene. E quale posseggano quelli che si indignano.
Perché se non sono stati formati sull’analisi comportamentale applicata (ABA) come giustamente sostiene la “collega” Betty De Martis su queste pagine, per noi genitori di autistici che crediamo all’ evidenza scientifica saranno comunque “farlocchi” e non adeguati a gestire i nostri figli e aiutare le classi a cui appartengono a una reale inclusione scolastica.
So che questo non è il parere di tutti i genitori, soprattutto non è ancora passata nelle nostre istituzioni (e nella cultura generale dell’autismo) che quella dell’ analisi comportamentale debba essere la prima scelta nel trattamento di un autistico, per questo in Italia siamo decenni indietro rispetto altri paesi. Laddove ABA è applicata con il giusto protocollo i ragazzi fanno progressi enormi nelle loro autonomie e si preparano una vita futura più dignitosa che a incollare conchiglie sul cartoncino.
Noi genitori (parlo per me e per quelli come me che credono in questo) siamo veramente stanchi che ci sia proposto come “un favore” quello che è un nostro diritto. Basta nascondersi dietro a questa supercazzola della “medicalizzazione” del ruolo. Se non ve la sentite di studiare per trattare con autistici tornate a insegnare storia, geografia, matematica e filosofia. Nessuno vi obbliga a farlo, lasciate il posto a chi invece di questa difficile disciplina ha fatto il suo mestiere. Una cosa è certa: se non seguiti da persone competenti i nostri figli non saranno mai inclusi, se non per facciata, per contentino, per triste palliativo. Continuare a negarlo significa per noi affermare: “NON VOGLIAMO AUTISTICI NELLE NOSTR CLASSI”.
Aspetto che mi comunichiate i titoli, i docenti, i corsi grazie ai quali pensate di avere competenza ad occuparvi di autistici nelle nostre scuole. Non parlatemi di pazienza, buon cuore, umanità…Sono tutte doti apprezzabili quando a monte c’è un approccio serio strutturato e informato su cosa sia l’ autismo.
Non chiediamo una grazia al vostro buon cuore ma rivendichiamo il diritto per i nostri figli di esistere per quello che sono. Non ci servono suore caritatevoli ma docenti con una solida preparazione scientifica sull’ autismo.
La mia intervista oggi su @ilmessaggeroit su inclusione e sostegno ne #labuonascuola @MiurSocial pic.twitter.com/9yUNf3SeD6
— Davide Faraone (@davidefaraone) November 1, 2015