Il disabile può innamorarsi. L’autistico un po’ meno?
Comportamenti sessuali ed erotici da parte di persone con disabilità motoria e sensoriale sono “normali”. Ma quasi 10 persone su 100 (non tante, ma neanche poche) ritengono un sentimento d’amore uno sia altrettanto “normale” per chi ha una disabilità cognitiva. E’ il “bicchiere mezzo vuoto” della ricerca realizzata ultimamente da uno psicologo, Lelio Bizzarri, tramite il questionario on-line, rigorosamente anonimo, su “Sessualità-e-disabilità_-indagine-atteggiamenti-ed-esperienze”.
Il “bicchiere mezzo pieno” è invece che il tabù pare stia cadendo: delle oltre 900 persone che hanno risposto alle 30 domande di Bizzarri, “ben il 90% riconosce alle persone con disabilità la possibilità di dare e ricevere piacere, nonché di essere partner a tutto tondo”, ci spiega Bizzarri, anticipando alcuni dei dati che saranno presentati il prossimo 1 dicembre a Roma, presso la sede dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. Niente di strano, insomma, “se una persona disabile si innamorasse di me”, dichiarano i più. Con qualche resistenza però se quella disabilità è cognitiva: è facile immaginare, quindi, che anche agli autistici siano riconosciute meno “chanche” a livello sentimentale e sessuale.
La buona notizia: il tabù vacilla
Il tabù però, secondo Bizzarri, inizia a vacillare, se non proprio a cadere: e questa è decisamente una buona notizia, proprio quella che lo psicologo sperava di trarre dalla sua indagine. “Ho riscontrato che, in letteratura così come nelle condivisioni di operatori, genitori e persone disabili stesse, questo è un argomento tabù – ci dice – come se le persone con disabilità non fossero contemplabili come potenziali partner. D’altro canto però, ho conosciuto decine di persone disabili, anche con gravi patologie, che hanno rapporti sessuali, storie sentimentali o hanno avuto dei figli insieme al proprio partner, sia questo disabile o no. Allora mi sono chiesto se questi assunti circa l’indesiderabilità delle persone disabili siano davvero così incrollabili”. A quanto pare no, non sono incrollabili, se il 90% degli intervistati “considerano normale che una persona con disabilità esprima sentimenti d’amore erotico”.
Però n.1: il disabile cognitivo s’innamora di meno
Però – questo è il primo ‘però’ di questa lieta notizia – c’è un 8% che dichiara non siano normali comportamenti sessuali da parte di persone con deficit cognitivi. La percentuale scende al 3% nel caso dei disabili motori e sensoriali
Però n. 2: “potrei amare un disabile”. Ma pochi lo fanno
Per quanto riguarda il possibile coinvolgimento personale in una eventuale relazione con un partner disabile, “431 intervistati (45% del campione) non escludono un coinvolgimento sentimentale con una persona con disabilità motoria o sensoriale. E solo 17 (1,86%,) escludono categoricamente che potrebbero ricambiare”. Ma ecco il secondo e il terzo però: innanzitutto, “bisognerà capire se e come variano gli atteggiamenti in funzione delle variabili demografiche e soprattutto rispetto al fatto di essere disabile o meno – nota Bizzarri – Anche qui infatti esiste un pregiudizio: che cioè l’essere disabile predisponga positivamente verso altre persone con disabilità”. E poi, c’è l’ultimo però, quello che sta in mezzo tra il dire e il fare: se infatti “quasi la metà degli intervistati non esclude la possibilità di coinvolgersi sessualmente e sentimentalmente con una persona con disabilità fisica o sensoriale, bisognerà però confrontare il cambiamento di atteggiamento con le esperienze effettive e porsi degli interrogativi”. Stando ai dati, infatti, mentre tanti si dichiarano teoricamente disponibili a una relazione con un partner disabile, ancora pochissime sono, in effetti, le coppie “miste”. E’ “normale” insomma che un disabile si innamori e abbia una relazione: purché il suo partner sia a sua volta disabile. Se i dati finali confermeranno questa ipotesi, non si potrà certo dire che il tabù sia crollato. Sarebbe vivo e vegeto, solo un po’ camuffato…