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Esplode la #TArt. Due #teppautistici alla Biennale di Venezia

Sta emergendo nuova forma d’ arte concettuale è la “#teppautistic art”. L’ opera di  “#TArt” si realizza dal cortocircuito nello spazio interstiziale che si apre nell’incrocio di tre percorsi mentali 1)Un’opera 2)La velleità artistica della medesima 3)L’ intervento di Kosmo-mania #teppaustica.

Un primo esempio di scuola fu l’ irruzione della lavatrice rossa nell’opera chiave dell’arte povera “La venere degli stracci” di Pistoletto. E’ seguito l’intervento collettivo all’OutDoor di Roma .

 Una nuova e ancor più fulgida segnalazione l’ abbiamo al British Pavilion della Biennale di Venezia. Qui il #teppaurtista Bobone con l’ assistenza del #teppaurtista Tommy hanno contaminato alcune opere gettando il necessario Détournement” tra le maestranze dei custodi perchè l’ opera #TArt possa realizzarsi.

La performance più notevole è stata l’estrazione di Bobone della sigaretta infilata tra le natiche del manichino di donna pecorimorfa di Sarah Lucas e il dileggio di entrambi gli artisti al gigantesco fallo-mantide-palle mosce della medesima artista. Qui sotto la cronaca da parte di una testimone dell’evento. (gn)

Qui la pagina ufficiale di SARAH LUCAS

Missione compiuta. Ebbene sì, l’impresa delle imprese è stata portata a termine. Senza spargimenti di sangue, senza stravolgimenti del ruolino di marcia. La vena dei teppartautistici, in questa memorabile occasione, si è espressa in una performance di arte partecipativa degna del più iconoclasta dei futuristi.

I due teppautistici Roby e Tommy hanno appena trascorso una tre giorni a Venezia dove vagabondando tra calli, canali, campielli e saltando da un vaporetto all’altro sono approdati nientepopodimenoche alla Biennale, il tempio dell’arte contemporanea, la vetrina del meglio che c’è, un evento che si snoda in un’area vastissima tra l’Arsenale e i Giardini , per la cui visita ovviamente ci sono voluti due giorni. Insieme ai due ufficialmente accompagnati dalle rispettive genitrici c’erano gli alunni del liceo artistico Pinturicchio di Roma (in ordine sparso) e soprattutto la prof Anna Maria Piemonte che aveva in precedenza istruito a dovere i due su quello che li aspettava.

Premessa: la Biennale è un luogo centrifugo, ci si perde, ci si annulla in infinite stanze, luoghi, angoli che ti attirano o respingono, suoni, colori ma anche profumi, odori, sensazioni forti, deja vu ecc. Questo per dire che è un mondo a forte impattivo emotivo e sensoriale. Quando colpisce. Un autistico, di per sé, non ha gli strumenti culturali (e non è il solo) per comprendere e interpretare il significato e le recondite sfumature provocatorie che si celano o si svelano prorompenti dalle opere esposte. Però è munito di una particolare sensibilità sensoriale primigenia che guarda oltre e non si fa corrompere da sovrastrutture intellettuali.

Le reazioni, a volte, degli autistici di fronte all’arte sono più provocatorie e “di rottura” delle opere stesse. Mentre i Nostri si sono avviluppati come in un bozzolo accogliente, è il caso di dirlo, nei fili rossi della memoria della meravigliosa installazione “The Key in the Hand” dell’artista giapponese Chiharu Shiota, ammaliati da tanta poetica non osando neanche toccare una delle migliaia di chiavi appese, quando sono entrati nel padiglione inglese dove troneggiavano giganteschi falli color giallo limone dai testicoli orrendamente “ammosciati” ma soprattutto mezzi busti inferiori, cioè sederi in primo piano con sigarette infilate nella zona anale, è successo quello che solo gli autistici avrebbero potuto fare.

Di fronte alle provocazioni a sfondo sessuale c’è chi fa finta di niente, chi si disgusta e chi, come la mitica Augusta moglie di Alberto Sordi nel film “Vacanze intelligenti”, si imbarazza per il comune senso del pudore. Augusta che si era seduta su una sedia – opera d’arte per alleviare il dolore dei piedi gonfi a causa del troppo camminare ed era stata scambiata per un’opera d’arte lei stessa, ha fatto ridere generazioni di persona che hanno visto quel film.

Un saggio di memorabile comicità e vera trasgressione l’abbiamo vissuto, l’altro giorno, grazie al mitico Roby che in vena di gesti provocatori (non per esprimere lo stesso disagio di Augusta ma perché sollecitato da troppa tentazione) ha osato, con mossa fulminea, togliere una sigaretta dall’ano di uno di quei mezzi busti gettandola per terra.

Non sono suonati campanelli d’allarme ma si è scatenato il panico tra le gentili signorine che messe a controllare le opere d’arte. Una di loro ha preso la sigaretta da terra e l’ha rimessa al suo posto. Un’altra ci ha fatto capire che non eravamo graditi ed era meglio che sloggiavamo dal padiglione inglese. I teppaustici, prima di uscire, si sono fatti fotografare davanti al totem-fallo giallo limone, appoggiandosi addosso irrispettosamente. Morale: solo gli autistici capiscono la vera arte e le sue mistificazioni.

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