Cosa fare

La scuola è occupata, vietato l'ingresso a disabili e autistici

pantaleoni

In 15 occupano la scuola.
E non fanno entrare i 50 compagni disabili

Almeno 50 studenti disabili lasciati fuori dal cancello della loro scuola: non possono entrare “perché 15 prepotenti si sono barricati dentro. La chiamano occupazione, ma non sanno cosa sia una protesta e cosa siano i diritti. Sono i primi a violarli, lasciano i nostri figli fuori da scuola. Mio figlio urlava perché voleva entrare e stare con i compagni: ma loro non l’ hanno fatto entrare. E’ rimasto fuori. E, come lui, i circa 50 studenti con disabilità della scuola”. La denuncia arriva da Grazia, mamma di un ragazzo con pluridisabilità, che frequenta il quarto anno dell’istituto Maffeo Pantaleoni di Frascati, con indirizzo sociale. “Non è la prima volta – ci spiega – Ogni volta che la scuola viene occupata, i ragazzi disabili vengono lasciati fuori dai compagni. L’ultima occupazione risale a meno di tre settimane fa: è durata solo dal venerdì alla domenica, ma hanno rotto, tra l’altro, anche gli ausili utilizzati dai nostri ragazzi: il montascale e il lettino per il cambio, oltre ai lavoretti che avevano fatto durante alcuni laboratori”.

Ogni anno la stessa storia

E’ una storia che si ripete, più o meno tale e quale, più o meno in tutte le scuole, più o meno ogni anno. Redattore sociale ne raccontò almeno un paio, l’anno scorso e anche quello precedente: anche lì, scuola occupata, studenti disabili lasciati fuori, genitori indignati. Percé è un caso di vera e propria discriminazione, perché priva tanti ragazzi di quello che per molti è l’unico spazio di socialità. “Lo scorso anno l’occupazione allora durò ben tre settimane – ci racconta ancora Grazia – Per tutto quel tempo, mio figlio e i sui compagni non poterono andare a scuola. Il comune e la scuola organizzarono dei laboratori, dalle 9 alle 12, ma riservati ai ragazzi disabili: una soluzione discriminante, direi”.

maffeo-pantaloni-4E’ prepotente discriminazione

Oggi, di fronte all’ennesima “prepotenza di pochi”, i genitori hanno provato a ribellarsi: “Abbiamo parlato con i pochi studenti che si sono barricati dentro, saranno una quindicina – ci racconta Grazia – Abbiamo spiegato che la protesta va fatta a 360 gradi, rivendicando i diritti di tutti, quindi anche dei nostri ragazzi. Loro ci hanno risposto con arroganza: ‘Entrassero pure, ma dovete farci una dichiarazione in cui assumete voi la responsabilità. Perché né gli insegnanti di sostegno né gli operatori possono entrare’. E’ assurdo – commenta Grazia –:che non facciano entrare gli operatori: ragazzi giovani e precari, che se non entrano a scuola non vengono pagati. Abbiamo insistito, provando a spiegare che in questo modo violavano i diritti dei loro compagni. Speravamo di toccare le loro corde ed è stato molto triste rendersi conto che così non era”. Gli occupanti infatti non sentono ragioni: e i ragazzi disabili restano fuori. C’è stata la denuncia, è arrivata la polizia, ma “non interviene, prende atto e basta. Pare che, dopo i fatti della Diaz, queste siano le disposizioni”. Denunciare quindi non serve: quei 15 hanno la meglio, restano dentro finché non decidono di finirla. Intanto “mio figlio è molto arrabbiato – conclude Grazia – perché la scuola è per lui soprattutto un momento di socialità. Vorrebbe entrare semplicemente per stare con i suoi compagni. Ed è davvero brutto vedere che proprio questi gli neghino questa possibilità”.

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