Quei posti auto che ci rubate con leggerezza…
In passato proprio da noi autistici, tra i vari disabili quelli per cui spesso necessario spiegare agli scettici che si tratta invalidi veri… era partita una battaglia per la diffusione di una cultura di rispetto per i parcheggi riservati. Il concetto che ci tenevamo passasse era quello che chi occupa impropriamente uno stallo per disabili compie un furto…E’ una battaglia difficilissima, ma ci conforta il fatto che qualcuno, come Valeria Scafetta qui sotto, che tra l’ altro non è disabile e non ha disabili in famiglia, ne abbia capito il profondo senso civilizzatore.
A Natale tutti parcheggi per disabili! Il sogno di un diritto.
Ai primi posti tra i diritti rubati con leggerezza ai disabili c’è quasi sempre quello al posto auto. Anche laddove il contrassegno ribadirebbe la concessione dello spazio, sosta chi non dovrebbe, creando problemi che l’occupante abusivo non può nemmeno intuire. Le battaglie con segnalazioni a vigili e forze di polizia si susseguono, a chi si scontra con l’evidente indifferenza e la costante inciviltà non resta allora che sfogare la rabbia su appelli, minacce, rimbrotti: simpatici, arrabbiati o dolorosi, lasciati sul parabrezza di chi, quasi sempre per futili motivi, ha creato un ennesimo disagio.
E se per un giorno si invertissero i ruoli e fossero tutti posti per disabili! Immaginare non costa nulla, la letteratura sui parabrezza cambierebbe, ma non la civiltà di chi continuerebbe a rispettare i diritti perchè ne conosce il valore.
“Forse non ha visto ma il posto non è per tutti, è pregato di liberarlo; auguro che tu possa presto usufruire per legge di questo spazio; vi prego lasciatemi almeno il parcheggio!sarai pure abile ma sei proprio stronzo!”
Nei parcheggi per disabili nella capitale, sui parabrezza delle auto posteggiate, si notano sempre più spesso dei foglietti bianchi. Non si tratta di multe, ma di paginine, a volte anche decorate, scritte a mano da genitori, accompagnatori, o disabili stessi, per rivendicare un diritto estorto da chi ha occupato il posto senza aver nessun contrassegno e quindi nessuna preprogrativa a sostarci.
Come non bastassero moduli, documenti che bisogna indirizzare a muncipi, asl, uffici comunali, vigili con tanto di certificati per garantirsi almeno un parcheggio vicino casa, i disabili e le loro famiglie devono continuare a scrivere. Ancora carta e penna per cercare di richiamare l’attenzione non solo di chi commette oltre ad un’infrazione del codice della strada, un danno allo sviluppo civile di una comunità, ma anche di tutti coloro che passano e magari possono essere attratti dallo scritto, spesso per il timore che abbiano cominciato a fare multe.
I contenuti delle epistole al caro occupante abusivo sono vari: si va dall’educato tono di chi, sperando che sia solo un caso fortuito e che l’occupante abbia dovuto abbandonare l’auto per reali urgenze, si limita a ricordare che il posto è assegnato e dovrebbe essere lasciato libero; si passa per la creatività più arrabbiata di chi è spesso vittima dell’abuso e quindi rivendica con forza il posto, lasciando un messaggio di richiamo e di offesa verso l’incivile che ne sbeffeggia pure l’incapacità di parcheggiare altrove; c’è l’ira di chi non ne può più e arriva ad augurare incidenti prossimi a chi decide di occupare con costanza e pervicace ignoranza lo stallo non consentito e ci sono anche gli accorati appelli di chi invita a riflettere sulle condizioni di coloro a cui si sta togliendo anche l’ennesimo diritto.
L’occhio attento di chi vorrebbe un maggior rispetto delle regole, raramente dei vigili, si può soffermare su quella che sta diventando una letteratura del disabile incazzato che purtroppo, se può consentire un minuto di sfogo liberatorio a chi scrive, si teme non aggiunga progressi ad una battaglia civile che vede Roma e l’intero paese molto indietro.
Eppure basterebbe che per un momento chi si ferma, e lo fa per abitudine dove non dovrebbe, chi solo per una volta e anche chi passa a piedi e intuisce, leggesse proprio quei bigliettini per cercare di capire il senso profondo delle parole affidate ad una penna incerta, ma determinata.
Esiste un motivo così urgente per diventare incivili? I sacchetti della spesa sono troppi per parcheggiare lontano dal portone, e chi ha un figlio o un genitore che non riesce a camminare, sicuramente più pesante anche di un carico per il veglione, cosa dovrebbe fare? Si è in ritardo per una cena, inizia lo spettacolo e proprio non c’è più tempo per cercare, tanto si sta poco e poi si sposta. Il nervosismo che vince sulla pazienza.
Certo difficile immaginare cosa accade nell’auto in cui un ragazzo autistico comincia a spazientirsi perchè vuole scendere e proprio quando si è arrivati al punto in cui si potrebbe liberare questa ansia, bisogna continuare a girare, sentendo montare la tensione nei sedili posteriori. La stanchezza di una giornata di lavoro si fa sentire e poi è solo per una volta, non si farà più. Anche chi ha cercato di superare barriere architettoniche infinite, non ultima quella del supermercato sotto casa che per entrare con la carrozzina bisogna fingersi carrelli e passare sotto pesanti sbarre di gomma o pregare che ti aprano un ingresso stretto vicino alle casse, forse non vorrà rifarsi chilometri sfrecciando sulle buche del marciapiede perchè l’unico spazio in cui sperava di poter accedere sereno è stato occupato.
A Natale, oltre al buonismo di facciata, si dovrebbe rendere palese quella regola d’oro, cara a tutte le religioni che invita a “non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te”. Per un giorno allora potrebbero essere tutti posti per disabili e solo alcuni assegnati a categorie speciali. Il parcheggio per chi ama organizzare grandi cene o per i patiti del congelato; la sosta garantita per chi ha bisogno di tempo per prepararsi ad un appuntamento; parcheggio speciale per chi mangia pesante ed è debole di intestino o per genitori di bambini teledipendenti.
Un via vai di vigili impazzirebbe per occupazioni abusive, biglietti di fuoco tra dissenterici e bionde dalle unghie laccate, rivendicazioni al diritto ad un posto migliore al cinema e al caffè prima dell’ingresso in ufficio; buste di surgelati che si scongelano nelle strade sulle scarpe di bambini piangenti con il tablet in mano. Sai che letteratura sui parabrezza delle auto.
Chissà forse in quella giornata speciale i disabili e loro famiglie potrebbero almeno avere la serenità di parcheggiare, ma non andrebbero ad occupare i posti contrassegnati, nemmeno i più incazzati, perchè soprattutto chi se lo vede negare quotidianamente sa cosa significa il rispetto di un diritto.
VALERIA SCAFETTA
Giornalista e saggista. Ha realizzato reportage per le Nouvel Observateur e inchieste per riviste specializzate in psicologia. Ha curato l’ufficio stampa per eventi culturali e politici. E’ madre di due bambini non autistici ma è sinceramente appassionata di #teppautismo.