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#Teappautistico di Fonni ritorna a scuola. Ma "oltre"

pasquale francesco 2Torna a scuola, ma non proprio, il #teppautistico di Fonni, in Sardegna,  che a giugno non si era presentato alla maturità (decisione condivisa tra genitori e insegnanti” e che poi a settembre si era visto rifiutare l’iscrizione all’ultimo anno di liceo perché aveva “assolto l’obbligo formativo”. Il caso, che aveva suscitato un coro di proteste, sembra sia stato positivamente risolto, come ci ha fatto sapere ieri sera il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone: “Finalmente le parole ‘lieto fine’ sui titoli di coda del caso Fonni – dichiara – Un lieto fine reso possibile grazie al lavoro sinergico del Miur, dell’Ufficio scolastico regionale sardo, della scuola, della famiglia del ragazzo e del territorio. Francesco e altri quattro ragazzi disabili della scuola potranno continuare il loro percorso grazie a un progetto
che li accompagna nel futuro, un progetto predisposto per loro da tutti gli attori coinvolti
”.

Dopo la scuola, il nulla?

Non si tratta infatti di un vero e proprio ritorno a scuola, visto che per Francesco “non era previsto al termine degli studi il canonico esame di maturità – fa sapere il ministero – Il percorso differenziato di Francesco si è concluso di fatto l’anno scorso, ma scuola e famiglia si sono trovate a collaborare insieme per sostenerlo e affiancarlo in una nuova fase della sua vita”. Una fase, quella che si apre al termine dell’iter scolastico, particolarmente incerta e critica per i ragazzi con autismo, che al di fuori della scuola – come sottolineò allora lo stesso Faraone, commentando il caso ‘a caldo’ – trovano poche occasioni di inclusione sociale e lavorativa. E la soluzione individuata ora per Francesco e per i suoi compagni intende proprio facilitare e accompagnare l’uscita di questi ragazzi da scuola, attraverso un progetto che garantisca però il proseguimento e non l’interruzione del percorso d’inclusione sociale.

“Oltre la scuola”, a Fonni si sperimenta

Il progetto si chiama infatti “Oltre la scuola” e si svolgerà all’interno del Liceo delle Scienze umane e musicale “Sebastiano Satta” di Nuoro, con lo scopo di “rispondere alle problematiche riscontrate negli anni dagli alunni con disabilità che hanno concluso o si apprestano a concludere l’obbligo formativo”. Come? “collegando, come un ponte ideale, il piano educativo individualizzato al progetto di vita possibile per tutti gli alunni disabili, al fine di colmare il gap tra la scuola e il mondo extrascolastico”. Nella pratica, i ragazzi disabili “in uscita” saranno inseriti gradualmente in attività formative e lavorative vere e proprie, all’interno di strutture scolastiche ed extrascolastiche come la segreteria, i laboratori, la biblioteca e la ludoteca. I compagni di classe potranno essere coinvolti in qualità di “tutor”, mentre i docenti li supporteranno nelle attività all’interno della scuola. Al di fuori della scuola, invece, saranno accompagnati da un tutor , incaricato dai partner esterni, con il quale sarà stipulata una convenzione. Le attività,che si svolgeranno già dall’anno scolastico in corso, saranno avviate entro il mese di dicembre.

“La nostra società deve procedere in questa direzione: trovare soluzioni per essere inclusiva a tutti i livelli, non solo durante il periodo scolastico – commenta ancora Faraone – Perché la scuola è sì luogo d’eccellenza dell’accoglienza ma non può essere luogo esclusivo di inclusione. Questo caso dimostra che lavorando insieme, ognuno per la propria parte, possiamo garantire una qualità della vita degna ai ragazzi disabili. Adesso l’obiettivo deve essere riuscirci in maniera autonoma e ragionata, anche e soprattutto tutelando i ragazze e le ragazze dal clamore mediatico – conclude il sottosegretario – Replichiamo la naturalezza dell’inclusione scolastica in ogni ambito della nostra vita civile. E’ più semplice di quello che possiamo pensare”.

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