Cosa fare

Se la #teppautistica non va a scuola, la scuola va dalla #teppautistica


A volte le buone notizie arrivano, anche quando si parla di scuola e autismo. Un fornte dal quale arrivano soprattutto brutte storie.
Dobbiamo ringraziare due genitori, Carla Giovannetti e Domenico Cornella, se oggi possiamo raccontare questa che loro chiamano una “storia a lieto inizio”. Sì, perché l’inizio è proprio adesso, ieri per essere precisi, quando il progetto ha preso ufficialmente il via. Hanno tenuto a raccontarcelo, perché “sia esempio di una bella e feconda sinergia tra la preside della scuola e i referenti del comune e della Asl – ci racconta papà Domenico . Segno che quando il gruppo di lavoro funziona, tutto va per il meglio”.

assistente educativa“Dirottiamo le ore di assistenza?”

Angelica è una piccola #teppautistica di 4 anni e mezzo e frequenta la scuola dell’infanzia presso l’istituto comprensivo di Loreto Aprutino, in provincia di Pescara. E questa, in breve, è la storia, come ce la racconta mamma Carla. “Purtroppo Angelica si ammala molto spesso: abbiamo contatto che, dall’inizio dell’anno scolastico fino ad oggi, non ha frequentato più di 20 giorni. Così, durante il gruppo h, la referente della cooperativa sociale da cui dipende la sua assistenza ha proposto di dirottare l’operatrice su un altro bambino, nei giorni in cui Angelica è assente. Questo anche perché, ci hanno spiegato, in caso di assenza di Angelica l’assistente restava a casa e non riceveva compenso”. L’idea però non è piaciuta alla mamma di Angelica, che ne ha avuto una decisamente migliore: “Ho proposto che quelle ore fossero dirottate non su un altro bambino, ma sul domicilio di Angelica, che in questo modo avrebbe mantenuto una continuità con le sue figure di riferimento e con’attività didattica”.

E la scuola andrà a casa di Angelica

L’idea è piaciuto molto alla preside dell’Istituto: “A Natale mi ha telefonato, convocandomi a un incontro con la cooperativa e l’insegnante di sostegno e di sezione. Ci ha detto che il’idea le sembrava molto buona e ci disse che ne aveva verificato la fattibilità. Conoscendo bene la giurisprudenza scolastica, aveva trovato una sentenza del Consiglio di Stato che rendeva possibile proprio un progetto del genere. Insomma, gli strumenti legali c’erano: dovevamo solo fare insieme un progetto.

casa-scuola“Il responsabile della cooperativa propose
la scuola a domicilio

“Io rifiutai subito – ci spiega Carla -: Angelica deve andare a scuola e stare con i suoi compagni, perché questo fa parte del so percorso terapeutico. E soprattutto perché ne ha bisogno e le fa bene. Abbiamo così ideato un progetto diverso: nelle ore in cui Angelica sarà assente da scuola, d’ora in poi, la sua assistente e l’insegnante di sostegno verranno a casa a svolgere le attività didattiche. Questo è concretamente possibile da ieri, 11 gennaio: il che significa che, la prossima volta che Angelica si ammalerà, accoglieremo in casa le persone con cui è abituata a lavorare. Questo ci rende molto felici. E ci dimostra che, quando si uniscono le forze e le volontà di tutti i soggetti coinvolti, ciò che pare impossibile diventa possibile”.

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