Un progetto scolastico per #teppautistici d'Africa
L’autismo non ha confini, non fa preferenze per ceti sociali, colore della pelle, razze, latitudini e longitudini. Può apparire dove meno te lo aspetti e per chi cerca il motivo non c’è proprio niente da capire. Nessun effetto-causa. Semmai la consapevolezza che esiste il “caso”. E’ stupido anche pensare che l’autismo sia solo roba da occidentali, una degenerazione del benessere ecc.
Soprattutto pensare che in certe parti del mondo non sia mai esistito, come a esempio nell’immenso continente nero che molti ancora immaginano selvaggio e primitivo con popolazioni tribali che vivono in capanne.
Il Gauteng è una provincia del Sudafrica. È la più piccola ma la più industrializzata e più ricca del paese e forse dell’Africa. Non a caso “Gauteng” in lingua sesotho significa “luogo d’oro”. Nel suo territorio c’è la vasta area urbana di Johannesburg (inclusa la township di Soweto) e di Pretoria. La provincia è abitata da almeno nove milioni di persone e si parla zulu, sesotho, afrikaans e naturalmente inglese.
Anche nel Gauteng esiste il problema dell’autismo. O meglio esiste la percezione del problema da parte delle istituzioni pubbliche che non nascondono la faccia nella sabbia come gli struzzi nostrani, né dispensano promesse da marinaio ma affrontano concretamente la realtà e cercano di lavorare per assicurare anche a queste persone i propri diritti e la possibilità di vivere una vita dignitosa.
Panyaza Lesufi del Dipartimento Istruzione della provincia ha inaugurato in questi giorni la prima scuola della provincia di Gauteng specializzata per bambini e ragazzi autistici. Verrebbe da pensare a un ghetto ma non è propriamente così. Anzi la scuola è stata definita dallo stesso Lesufi una grande conquista a dimostrazione che “a nessun alunno deve essere impedita un’istruzione”. Il dipartimento d’istruzione e sviluppo sociale della provincia di Gauteng ha così avviato una delle dodici scuole specializzate per l’autismo previste nel suo programma, a Orlando Ovest nella zona di Soweto. Si chiama Thulasizwe School for Autism.
In questa struttura scolastica, hanno assicurato, i ragazzi autistici avranno dei percorsi didattici personalizzati specifici per le loro necessità. Il Dipartimento dell’Istruzione ha progettato la scuola nei minimi particolari perché sia a misura dei ragazzi che dovranno frequentarla, dal colore delle pareti, dai mobili alle suppellettili, al materiale didattico, alla specifica preparazione degli insegnanti tutti adeguatamente formati a trattare soggetti con autismo. Si dirà: orrore è una scuola speciale!!!
E’ vero di sicuro non cambieremo forse questo progetto con la nostra legge sull’inclusione scolastica che è un “fiore all’occhiello che tutto il mondo c’invidia”, ma chi immagina di essere nell’ombelico del mondo, valuti comunque il quotidiano dei propri figli autistici e lo confronti con la via africana per una scuola autism friendly. Forse, anche rispettando il sacrosanto principio dell’inclusione scolastica, potremmo immaginare qualcosa di altrettanto efficiente per i bisogni dei nostri autistici, che spesso passano il loro periodo scolastico nei corridoi o neggli “sgabuzzini di sostegno”.