Aba non è l'unica, ma è la "maggiore evidenza"
Aba sì, ma non solo Aba: anche Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas, sembra pensarla come Sinpia. E prende posizione al suo fianco, nel dibattito sollevato dalle critiche che la società neurologica ha mosso verso la legge campana di stabilità e il riconoscimento di Aba come “metodologia a cui ispirare tutti gli interventi” rivolti ai disturbi dello spettro autistico. La posizione di Aba la trovate raccontata qui, mentre in questo articolo potete leggere, oltre alle precisazioni della presidente di Sinpia, anche le aspre critiche rivolte alla società neurologica da Carlo Hanau.
Ora tocca all’Anffas dire la sua
interpellato sulla sua posizione in merito, Speziale ci dice: “A me sembra che Sinpia faccia, opportunamente, riferimento alle Linee guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Superiore di Sanità che prendono in esame quanto oggi a disposizione, in termini di evidenze scientifiche, in relazione al ventaglio di possibili trattamenti in materia, che non si limitano di certo al solo Aba, rispetto al quale al momento sono riportate le maggiori prove di efficacia, ma anche il maggior numero di studi”. Insomma, Sinpia ha ragione quando dice che Aba non è l’unico ventaglio di strategie utili per avvicinarsi efficacemente all’autismo. “Anffas – ci dice ancora Speziale – ha da tempo assunto, con un proprio manifesto, una simile posizione, proprio nell’intento di mantenere la persona, nella sua unicità e complessità, saldamente al centro, con la possibilità di far riferimento a tutti gli approcci che si fondano su evidenze scientifiche e che sono riconosciuti come validi dalla comunità scientifica internazionale. Da questo punto di vista, le linee guida dell’Iss sono molto chiare, anche se purtroppo accade che ne vengano date letture parziali o strumentali. Alla luce di questo, fa bene Sinpia ad affermare che adottare Aba quale unico trattamento per i disturbi dello spettro autistico sia privo di fondamenti scientifici”.
“Su autismi non esistono verità assolute”
Preferisce però non definire “dannoso”, ma piuttosto “inappropriato” il ricorso a strategie Aba in alcune circostanze. “Dannoso è invece preconfezionare ‘risposte’ identiche per tutti in assenza di una progettazione individualizzata”. Non risparmia quindi critiche alla legge, Roberto Speziale: “Il compito di un legge non è quello di avallare o imporre un modello o metodo. Piuttosto ciò che dovrebbe fare è richiamare/raccomandare le evidenze cliniche e scientifiche ed assicurare le risorse (umane e ed economiche) necessarie per la diagnosi certa e la presa in carico abilitativa e riabilitativa precoce. E, ancora, una legge dovrebbe prevedere gli stanziamenti per la formazione di tutti gli operatori che operano nel sistema, al fine che siano loro stessi in primis a dare informazioni corrette (appropriate) alle famiglie. Tutto ciò nel prioritario interesse delle persone e delle famiglie e del loro diritto a poter ricevere tutti gli adeguati sostegni di cui necessitano. In materia di autismi – chiosa Speziale – non esistono ancora verità assolute. Per questa ragione occorre essere molto prudenti e lavorare tutti insieme per la ricerca scientifica e clinica con l’obiettivo di individuare, di pari passo con i progressi scientifici, insieme alle famiglie, il ‘vestito su misura’ per ciascuna persona, ovvero il suo progetto di vita e di presa in carico”.
“Interventi Aba hanno maggiore evidenza scientifica”
Lasciamo che a chiudere questo assaggio di dibattito sia Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù: “Le linee guida dell’ISS parlano chiaro – ci dice – e indicano che gli interventi ispirati ad un indirizzo di tipo cognitivo-comportamentale sono al momento quelli con maggiore evidenza scientifica. Non può essere opinabile rispettarle o meno e seguirle dovrebbe essere una regola di buon senso professionale ed etico. La terapia secondo metodologia Aba, di cui parla nella legge di stabilità della regione Campania, fa proprio parte di queste evidenze scientifiche pubblicate. Il problema è in realtà un altro: e cioè garantire alle famiglie tali terapie in regime di convenzione pubblica ed evitare tutte le speculazioni di privati che al momento ci sono alle spalle di due genitori che hanno un figlio autistico. Il paradosso che la sanità pubblica al momento produce è quello di avere un organo tecnico (ISS) che emana linee guida che indicano le terapie cognitivo-comportamentali come prima evidenza scientifica e poi, paradossalmente, in molte regioni gli unici interventi convenzionati sono la logopedia e la psicomotricità”.