Identificazione e validazione di biomarker per i disturbi dello spettro autistico
Nonostante l’autismo sia uno dei più frequenti disturbi del neurosviluppo, ancora non è disponibile una terapia farmacologica efficace per il trattamento dei sintomi core (difficoltà nella comunicazione e interazione sociale, e comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive).
La ricerca farmacologica in questo ambito è particolarmente difficoltosa, per l’eterogeneità della popolazione e per la mancanza di criteri clinici condivisi per misurare l’efficacia delle terapie.
L’identificazione e la validazione di marcatori biologici (biomarker) che consentano di identificare sottotipi biologici e di stratificare la popolazione può tradursi in un’importante innovazione anche per la ricerca di nuove terapie.
A questo riguardo, nell’ambito del programma Innovative Medicine Initiative, finanziato dall’Unione Europea, è stato avviato il progetto European Autism Interventions – A Multicenter Study for Developing New Medications (EU-AIMS) che vede coinvolti ricercatori universitari, per l’Italia l’Università Campus Bio-Medico di Roma, e industrie farmaceutiche.
All’interno di questo progetto, che terminerà nel marzo 2017, è previsto uno studio longitudinale multicentrico (Longitudinal European Autism Project, LEAP) con lo scopo di identificare biomarker utili sia per la diagnosi e la caratterizzazione di sottopopolazioni nei pazienti con disturbi dello spettro autistico, che per un possibile impiego come misure di esito surrogate per valutare l’efficacia delle terapie farmacologiche. Lo studio, attualmente in corso, prevede il coinvolgimento di 450 soggetti con disturbi dello spettro autistico di età compresa tra 6 e 30 anni, e 350 controlli con disabilità intellettive lievi o con disturbi tipici dello sviluppo.
Con il supporto scientifico e regolatorio del Committee for Medicinal Products for Human Use dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), sono stati definiti i criteri di selezione della popolazione in studio, le misure cliniche di esito e l’approccio da seguire per la stratificazione del campione, al fine di individuare sottogruppi omogenei.
L’approccio innovativo si sviluppa in quattro passaggi:
- Stratificazione secondo criteri di popolazione (genere, presenza di comorbilità).
- Stabilire se alcuni biomarker possono essere identificati solo in alcune fasi dello sviluppo, costruendo innanzitutto delle curve per i singoli marcatori nella popolazione con uno sviluppo “tipico”. La stima degli intervalli di confidenza consentirà di identificare i soggetti con valori al di fuori dell’intervallo atteso.
- Verranno applicati modelli statistici di analisi multimodale e multivariata per raggruppare i soggetti in gruppi in base allo sviluppo cerebrale e alle funzioni cognitive, p.es. attraverso tecniche di neuroimaging quali la risonanza magnetica nucleare funzionale (fMRI)
- L’identificazione di biomarker molecolari sarà essenziale per la predizione della risposta terapeutica
La validazione e la certificazione di biomarker dei disturbi dello spettro autistico sarà essenziale per ridurre gli ostacoli alla conduzione di ampi studi clinici necessari per valutare i meccanismi d’azione e l’efficacia degli interventi terapeutici e per identificare quali pazienti potrebbero beneficiarne, e per facilitare l’approvazione di nuove terapie.
È altrettanto essenziale che nella scelta dei biomarker si tenga conto della ricaduta in termini di miglioramento clinico e dei potenziali benefici per il paziente. Il rischio, come per altre misure di esito “surrogate”, è infatti quello di una significatività clinica poco rilevante.
Scarica l’ articolo originale da Nature Review
Articolo scelto dal comitato scientifico di AIRA e commento a cura di:
Antonio Clavenna, Laura Reale.
Laboratorio per la Salute Materno Infantile, Dipartimento di Salute Pubblica,
IRCCS – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano.
Questo contributo scientifico è curato da ricercatori dell’AIRA il primo network per la ricerca e la clinica sull’autismo in Italia.
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