Continua il dibattito sull'autistica candidata sindaco di Roma
La partecipazione di Chiara Ferraro, studentessa autistica di 25 anni, alle primarie del Pd per la candidatura a sindaco di Roma, continua a far discutere. In realtà il dibattito pare circoscritto nel mondo dell’associazionismo e soprattutto non raggiunge ancora l’obiettivo che sembrava prefissarsi: porre l’attenzione sulle politiche per l’autismo in città. Il punto rimane l’opportunità di utilizzare una ragazza autistica come ultimo strumento per rivendicare diritti. Le posizioni si dividono: c’è chi sta, senza se e senza ma, con Maurizio Ferraro e la sua decisione di portare avanti la figlia in questa battaglia e chi invece vorrebbe che la politica non usasse Chiara come scorciatoia per occuparsi degli autistici. Tra dichiarazioni stampa e post di Facebook, emerge oggi anche una lettera diretta agli altri candidati. Dopo aver esposto quella che è la nostra posizione continuiamo a seguire.
“Quindi anche i nostri figli con grave disabilità potranno votare alle primarie e alle amministrative?” A provocazione con provocazione. Elena Improta, madre di Mario, disabile grave, consigliera nel secondo municipio, risponde all’inclusione della candidata autistica alle primarie del PD, scrivendo direttamente agli altri competitori, cosiddetti normali, con una richiesta che sa essere difficile da esaudire. Il suo obiettivo è rappresentare il paradosso: se si può presentare un candidato autistico allora perché non farli votare?
Nonostante la legge Basaglia all’articolo 11 lo preveda, di fatto è anche questo è un altro diritto negato ai disabili psichici. Riporta infatti nel suo post, nel gruppo Noi persone con disabilità ad alto carico assistenziale: “ho appena parlato con il responsabile di medicina legale del 2 distretto della ex ASL RMA : “il certificato per il diritto di voto per legge può essere rilasciato solo alle persone con disabilità motoria, ai cechi , ai sordi….ma NON PUO’ ESSERE RILASCIATO ALLE PERSONE CHE NON SONO IN GRADO DI INTENDERE E VOLERE, QUINDI DI AUTODETERMINARSI. SIGNORA CI DISPIACE MA NON POSSIAMO RILASCIARE IL CERTIFICATO A SUO FIGLIO MARIO M.”
Seguono i commenti che raccontano di esperienze di voto negato a figli e parenti disabili come la punta di una situazione che vede l’attenzione politica riguardo alle condizioni dei propri cari sempre molto bassa.
Stesse considerazioni si leggono nella pagina di Maurizio Ferraro per cui se ne condivide la scelta con la motivazione principale: la candidatura di Chiara vuole soltanto rompere il silenzio sulle difficoltà che comporta la gestione in questa città di una persona con i suoi sintomi. Nel gruppo della Improta invece i genitori che intervengono, concordano sulla necessità di trovare strade alternative alla candidatura di uno dei propri figli per ottenere risultati concreti.
Da cui la richiesta della Improta: “cari Giachetti, Morassut, Pedica, Rossi e Mascia non c’era altro modo per occuparsi di autismo che candidare Chiara? Non bastava incontrare lei, la sua famiglia e le altre, tante di ragazzi autistici che vivono in città, per inserire le loro istanze al centro dei vostri programmi elettorali?”
Tra le due fazioni è comune la fiducia nei confronti di Maurizio Ferraro, ma se da una parte se ne riconoscono i meriti non solo di padre attento, ma anche di rappresentante di una cooperativa, la Garibaldi, impegnata concretamente per il futuro dei ragazzi autistici, dall’altra si aggiunge la richiesta, proprio in virtù di questi risultati, di non farsi strumentalizzare e proseguire con libertà nel suo percorso.
Scrive Elena Improta: “ E’ inutile nascondersi dietro una provocazione, noi genitori di ragazze e ragazzi con disabilità ,o sorelle o fratelli di disabili, siamo quasi tutti impegnati nel sociale o prestati alla politica. Maurizio Ferraro (che conosco personalmente, che apprezzo per le sue battaglie e per la concretezza del suo impegno vedi il progetto Cooperativa Garibaldi) nella rete della disabilità non è uno sconosciuto, ha sempre fatto “politica” e collaborato in uffici/direzioni di Enti strategici e con deleghe alle politiche sociali.
Allora mi chiedo: perché non si è candidato lui? Certo che “è diverso” come ha risposto Maurizio alle telecamere. E’ diverso si! Nessun giornalista avrebbe scritto della storia di Maurizio Ferraro padre di Chiara. E’ diverso perchè la candidatura di Chiara è dirompente nel mondo della disabilità, perchè fa “scoop” a livello giornalistico…perchè le coscienze della gente comune si riaccenderanno …ma solo per pietismo non per reale consapevolezza dei nostri problemi”.
Nell’attesa di una risposta da parte dei candidati, si spera che il mondo delle associazioni non colga anche questa occasione per dividersi invece di combattere unito per la rivendicazione dei diritti fondamentali per i propri figli, con richieste e fatti concreti, senza bisogno di simboli.
Sia chiaro: tutti insieme siamo con Chiara e difendiamo la sua serenità.
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VALERIA SCAFETTA
Giornalista e saggista. Ha realizzato reportage per le Nouvel Observateur e inchieste per riviste specializzate in psicologia. Ha curato l’ufficio stampa per eventi culturali e politici. E’ madre di due bambini non autistici ma è sinceramente appassionata di #teppautismo.