Life, Animated: dall'America un altro film di autistico prodigio
Un nuovo docufilm che parla di autismo come sinonimo di prodigiosi, quanto spettacolari, superpoteri. Si tratta di “Life, Animated” , la storia di un ragazzo con autismo che riesce a rifare tutte le voci dei film della Disney. Talento totalmente inutile, anche se spettacolare, che forse andrà a sostituirsi, nell’immaginario generale. alla capacità di imparare a memoria l’elenco telefonico, che era il superpotere di Raymond, il protagonista di Rain Man.
Finalmente potremo vedere anche alla nostre latitudini lo stupefacente e osannato film statunitense Life, Animated, di Roger Ross Williams. Dogwoof ha acquistato i diritti di distribuzione internazionale per il documentario che ha vinto il premio alla regia della sua categoria al Sundance Film Festival di quest’anno. E che è stato presentato pure all’ultima edizione del Festival di Berlino.
E’ la storia di Owen Suskind che ha smesso di parlare all’età di tre anni, cadendo in una forma di autismo. Il film racconta come Owen ha trovato nell’animazione Disney un medium, un modo per poter esprimersi con il mondo, attraverso un senso tutto suo. Il documentario si basa sul libro Life Animated: A Story of Sidekicks, Heroes and Autism, scritto da Ron Suskind, padre di Owen e vincitore anche del Premio Pulitzer.
Nelle intenzioni degli autori c’è ovviamente quella di spiegare il mondo dell’autismo e far comprendere come questa sindrome cambi la realtà e la prospettiva di vita delle persone che ne sono affette. Dal nostro punto di vista, almeno dopo aver visionato qualche trailer del film, ci potrebbe essere anche il rischio di creare nel panorama già ricco di altri esempi simili, un nuovo supereroe dell’autismo che, in questo caso, avrebbe sviluppato un superpotere in grado di farlo comunicare con l’esterno attraverso i personaggi dei film Disney.
Sono gli stessi personaggi con i quali sono cresciuti sia Owen che, diciamolo pure, i nostri figli teppautistici nutriti a panem et dvd (o vhs) Disney. I quali però hanno forse immagazzinato nella loro prodigiosa memoria intere conversazioni o scene di film ma certo non li utilizzano per comunicare. Speriamo anche di non sentire parlare presto della scoperta di un nuovo Rain Man. Di questo non ne sentiamo affatto l’esigenza.