Lorenzo, il teppautistico che si calma solo in camper
Chi ha un teppautistico in famiglia spesso inventa strategie da affiancare alle terapie tradizionali, basate sull’esperienza quotidiana e soprattutto sulla conoscenza di ciò che sembra far star bene il proprio figlio, fratello, nipote. I genitori di Lorenzo, 8 anni, autistico iperattivo, hanno capito che il figlio si rilassava solo quando viaggiava e, grazie ad una raccolta fondi organizzata dagli amici sono riusciti a comprare un camper. Appena possono e quasi tutte le domeniche partono, bastano pochi chilometri per vedere Lorenzo più sereno e addirittura assicurarsi una notte, quasi completa, di sonno. Non sono gli unici, su facebook si è creato anche un gruppo CamPerAutismo. Sono consapevoli che il piccolo non parlerà e non imparerà l’autocontrollo in questo modo, ma hanno trovato un piccolo equilibrio e in qualche modo, sono felici.
Guarda dal finestrino mentre viaggia, osserva il paesaggio che cambia e non pensa che sta seduto, aspetta di fermarsi per sgranchirsi le gambe e poi ha subito voglia di ripartire.
Lorenzo, quasi 9 anni, è un bambino autistico non verbale, iperattivo: nella sua giovane vita, da Folignano, piccolo comune in provincia di Ascoli, ha già visitato quasi tutto il paese, a partire dalle strutture ospedaliere fino ai parchi e agli scavi archeologici. E’ un teppautistico viaggiatore, negli ultimi mesi in camper.
La diagnosi è stata precoce, i primi sintomi li abbiamo individuati a 18 mesi e a 24, il centro regionale per l’età evolutiva, ci ha dato la conferma. Abbiamo cominciato subito la terapia comportamentale, ma abbiamo voluto sperimentare anche altro per cui abbiamo iniziato a girare tra varie strutture e cure alternative.” Debora, la mamma di Lorenzo, racconta la storia comune di molte famiglie che intraprendono quasi una sfida contro l’autismo, cercando ovunque strumenti ed armi, trovando purtroppo spesso illusioni e qualche stregone pronto ad approfittarsene. “ Vista l’intolleranza al latte di nostro figlio siamo stati a Bologna dove ci hanno consigliato una dieta specifica e poi un test per verificare l’intossicazione da metalli pesanti. Tanti integratori e tanti soldi, ma almeno dal punto di vista gastrointestinale è stato meglio. Poi a Mestre abbiamo provato la terapia Tomatis, l’ascolto dei suoni e della musica attraverso delle cuffie particolari. Il pediatra ci ha consigliato di non fermarci alla sola terapia comportamentale e noi abbiamo provato varie strade.
Lorenzo non ha fatto progressi né con le pillole miracolose, né grazie alla trasmissione dei suoni, però peregrinando per l’Italia, i genitori si sono accorti che gli bastava salire in macchina per tranquillizzarsi. Quel bambino che non riusciva a stare fermo neanche per pochi minuti, messa in moto l’auto, si calmava.
Per noi è stata una svolta. Nei momenti di disperazione giravamo senza meta. Abbiamo scoperto di non essere i soli ad affidarsi a questa terapia “effetto treno”. Con altre famiglie, si è calcolato che facciamo anche 40/50 mila chilometri l’anno per portare fuori i nostri ragazzi.
La strategia del movimento funziona anche a scuola, dove il comune ha realizzato un pregevole modello di accoglienza a partire dal trasporto ogni mattina.
Lorenzo ama andare in pulmino, però non tollererebbe tutte le fermate, così, grazie alla sensibilità del dirigente scolastico e del comune, il percorso è studiato per lui. Prima portano tutti gli altri compagni poi vengono a prenderlo così può fare il viaggio diretto. A scuola ha un’aula dedicata dove fa attività didattiche anche con gli altri compagni e poi ha la palla tipo pilates e il trampolino per saltare: può sfogarsi, coadiuvato da bravi insegnanti di sostegno.
La mattina del bambino che non si ferma mai è ben organizzata, nel pomeriggio ci sono le terapie, le passeggiate con l’educatore e i genitori, la piscina e il fine settimana?
Se si rimane a casa sta ore davanti a tablet e computer che non fanno altro che aumentare la sua eccitazione e peggiorare la qualità del sonno, allora si va fuori. Si parte, bastano pochi chilometri, oppure si organizza un viaggio.
La famiglia marchigiana ha vissuto sulla propria pelle manifestazioni di intolleranza verso i comportamenti del bambino che “fa troppo rumore e infastidisce”, al punto di aver dovuto cambiare casa per i continui rimproveri dei vicini, per cui sa che non è facile trovare strutture di ricezione pronte ad accoglierli, c’è bisogno di un’idea. La trovano un gruppo di amici di famiglia di Napoli che organizzano una raccolta di fondi per comprare un mezzo di trasporto confortevole nel quale Lorenzo si senta protetto e i suoi genitori possano gestirlo in serenità: un camper.” Era maggio dello scorso anno, in pochi mesi hanno messo insieme la cifra necessaria e forse, senza nemmeno saperlo, ci hanno fatto il regalo migliore che potessero.”
Il 25 ottobre la prima uscita verso l’Umbria e da allora ogni domenica e appena si può il camper si mette in movimento, prossima tappa : il Veneto.” Dobbiamo andare a ringraziare i tanti amici che hanno mandato il proprio contributo dalla mia regione di origine. Tanto a lui non importa che siano molti chilometri, basta fermarsi ogni tanto e fare una bella passeggiata all’aria aperta.”
Le avventure in camper del piccolo teppautistico marchigiano si possono seguire nel blog http://www.vorreiviaggiare.it mentre per tutte le famiglie che vogliono provare la stessa terapia c’ è un gruppo su facebook camPerautismo nel quale ci si confronta sulle aree di sosta maggiormente attrezzate e i campeggi più accoglienti.
Valeria Scafetta