La memoria non è per tutti. La studentessa autistica di Legnano rimane a casa
I compagni non la vogliono in gita perchè sarebbe un peso eccessivo per loro tenersela in camera. E’ l’ennesimo caso di “discriminazione da gita”. Si potrebbe ormai definire in questo modo la pratica che trasforma il momento scolastico più atteso in quello più temuto e frustrante per gli studenti disabili. Vittima questa volta una ragazza autistica di Legnano. Per la scuola media da lei frequentata non ci sono problemi, all’inizio: è autonoma, va spesso fuori con gli scout, può partecipare al viaggio a Mauthausen, ma sono i suoi compagni che preferirebbero non partisse. I genitori insorgono, provano a richiamare l’attenzione di dirigenti, amministratori locali e provveditorato. Finora l’unica risposta della scuola però è: “pagate la penale se non volete più far venire vostra figlia.”
I social di nuovo protagonisti, ma rispetto al caso di Giulio, il ragazzo autistico di Livorno, difeso dalla rete con una presa di posizione collettiva al grido di #iosonogiulio, per la studentessa di Legnano, l’intolleranza dei compagni di classe passa attraverso Whatsapp: uno scambio di messaggini da cui emerge il rifiuto di tutti di caricarsi la responsabilità dell’autistica in camera. I genitori, scoperta la comunicazione, forse neanche troppo segreta, hanno deciso di chiedere conto, è stato convocato un consiglio di classe.
” Forse speravano di essere ascoltati e trovare una proposta di intervento concreto, nel luogo nel quale si dovrebbe insegnare la condivisione e la solidarietà e da chi dovrebbe farlo per professione, soprattutto cogliendo l’occasione di un viaggio in un campo di concentramento, invece hanno ricevuto solo una richiesta di risarcimento qualora avessero deciso di non mandare la figlia. “
Certo, quanti genitori farebbero partire in questo clima la propria ragazza. Per lei che va tra gli scout tranquilla, dormendo anche in tenda con gli altri, si prospetterebbero allegre notti nel corridoio di un albergo, mentre nelle stanze dei coetanei, normali, magari impazza la festa a cui lei non può partecipare perché non gradita.
Rosemary, mamma di Saulo, nel suo racconto da noi pubblicato denuncia lanciava una considerazione forte “senza voler esagerare o drammatizzare penso che stiamo vivendo l’olocausto dei disabili dei tempi moderni”
La mamma della ragazza di Legnano commenta: “se tornano le leggi razziali, la cosa è giustificata. Ma se c’è uno stato di diritto chiedo che lo Stato faccia qualcosa”.
Quando si porta una classe in un viaggio così emotivamente impegnativo, lo scopo è quello di per conoscere l’orrore della discriminazione, la follia della superiorità della razza dei “perfetti”, lì dove ha trovato l’apice nello sterminio del diverso. Il primo obiettivo da raggiungere dovrebbe essere la comprensione di ciò che l’uomo ha commesso per evitare che si ripeta. Questo percorso non solo è possibile per un soggetto autistico, ma la sua presenza diventa un motivo in più per far riflettere sulla follia della discriminazione per la diversità con soggetti incolpevoli, che ha avuto nell’occidente moderno la sua punta più crudele e organizzata proprio nell’ Aktion t4 , lo sterminio nazista dei disabili del cui orrore sono stati teatro anche molti di quei campi.
Un’ occasione così importante per far comprendere è stata fortunatamente colta in più di una scuola del nostro paese, come di recente ad esempio in un liceo artistico di Roma, dove due ragazzi disabili hanno seguito i compagni di classe in un viaggio di una settimana per i campi di sterminio nazista (con la partecipazione diretta dei genitori comunque) vedi il viaggio di Tommy con la sua classe di liceo nei luoghi della memoria).
Nel caso della ragazza di Legnano si perde l’occasione per una lezione di civiltà a tutti gli altri ragazzi della classe, insegnando che l’autistica, vista come diversa, non deve essere abbandonata ed esclusa, ma integrata. Le reazioni politiche arrivano da rappresentanti del movimento 5 stelle in Regione, che propongono l’annullamento della gita per tutti. Non è forse l’ idea migliore, a meno che la scuola abbia gli strumenti adatti per trasformare la punizione in un momento di riflessione per quella classe, altrimenti si aggiungerebbe al fastidio verso la compagna diversa, anche l’astio per aver impedito a tutti di partire.
Bisognerebbe che si manisfestasse l’ impegno di trovare il modo di parlarne invece delle solite difese d’ ufficio, di sicuro coinvolgendo anche gli altri genitori, per condividere quella responsabilità che i ragazzi sentono troppo pesante, aiutarli a capire e organizzare insieme il viaggio per recuperare il significato di una lezione di civiltà dalla barbarie del passato.
Intanto è stata lanciata sul web una petizione Diretta a Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, promossa da Luca Volpe, giovane avvocato barese che si occupa di diritto di famiglia. La petizione chiede l’annullamento della gita alla classe di Legnano: Annulliamo la gita della vergogna che ha escluso una bambina autistica . Nella motivazione che invita a sottoscrivere la petizione si legge: “a Legnano una bambina autistica è stata esclusa da una gita perché nessuna delle altre bambine e nessuno altro era disposto a dormire con lei. Questa storia è un atto di inaccettabile discriminazione che viola le convenzioni dell’ONU dell’Infanzia e delle Persone Disabili. Con questa petizione deve arrivare forte il grido di dolore al Ministero competente che non può che prendere opportune iniziative per fare in modo che questi avvenimenti non abbiano più a ripetersi.”