La sessualità degli autistici non degli angeli
La sessualità fa mercato: per vendere un giornale o far leggere un blog basta ogni tanto scriverne e sono assicurati lettori e accessi. Eppure quando si accosta la tematica alla disabilità cala il velo del silenzio, della vergogna e, da argomento esposto si passa al tabu. Difficile trovare i termini appropriati e la prospettiva giusta per trattarne, ancor più problematica la condizione per chi è direttamente protagonista del binomio: genitori e soprattutto figli disabili che chiedono risposta all’esigenza più naturale. Abbiamo già affrontato l’argomento partendo dal racconto di una madre che ha tentato di rispondere alla propria figlia https://pernoiautistici.com/2016/04/e-se-la-teppautistica-chiede-alla-mamma-un-fidanzato/ e condividendo la lettera di una educatrice sul tema https://pernoiautistici.com/2016/04/chi-puo-consigliare-le-famiglie-sul-sesso-per-i-teppautistici-e-le-teppautistiche/ . Ci ha incuriosito quindi il convegno che si terrà il 14 maggio a Nocera Inferiore “L’abilità Sessuoaffettiva, una speciale necessità di amare”. Una giornata interamente dedicata al tema, organizzata da ApertaMente – Il Mondo interno, Onlus campana che si occupa di assistenza alle persone affette da autismo e dallo psicologo, sessuologo Vincenzo Russo.
Cosa accade in una famiglia con un figlio o una figlia autistica quando alle esigenze quotidiane si unisce anche quella di rispondere alle naturali pulsioni sessuali, a quella voglia che spesso solo il corpo riesce ad esprimere? Confusione, paura di sbagliare, vergogna e a volte la speranza che passi senza dover trovare soluzione.
La giusta riposta ad una naturale domanda. Questo si cerca, ma da dove partire?
“Bisogna distinguere la disabilità fisica da quella psichica, perché anche rispetto alla sessualità le differenze sono notevoli. Nel caso degli autistici in particolare c’è spesso una totale presa in carico dei genitori o di chi sta loro vicino che nel caso specifico vengono travolti da un ulteriore esigenza a cui cercare di supplire. E tutto senza alcun preavviso. Nelle varie fasce di età infatti ci sono dei segnali che manifestano la sessualità, anche da bambini, negli autistici invece arriva tutto all’improvviso, e la richiesta è talmente forte che è normale che i genitori rimangano spiazzati”. Vincenzo Russo, psicologo e sessuologo napoletano osserva, come studioso e terapeuta, dalla prospettiva delle madri che gli chiedono, non senza pudore, un modo per affrontare quello che a loro appare come un ennesimo peso di cui sobbarcarsi per il bene dei propri figli. “Mio figlio ancora non l’ha fatto, speriamo non lo faccia mai “ capita che me lo dicano, non è una colpa. I genitori provano vergogna non per i gesti del proprio ragazzo che manifestano le necessità di contatto con l’altro sesso, ma per la ricerca di un linguaggio per spiegare ed educare la loro sessualità. Da qui l’idea di organizzare un convegno, un momento di riflessione collettiva per aiutare loro a parlarne.”
La giornata ci sarà: il 14 maggio nell’aula magna di un Liceo, il Galizia di Nocera Inferiore, organizzata dalla Onlus ApertaMente – Mondo Interno.
“Non è stato facile preparare l’evento e quindi trovare un luogo che ospitasse riflessioni su questi temi, ma credo che la scelta della scuola non sia casuale, anzi me lo auguro. Spero partecipino insegnanti, studenti e madri per sdoganare l’argomento. In un contesto che dovrebbe essere formativo aprire il dialogo potrebbe diventare un’abitudine positiva.”
L’associazione campana si era già dedicata all’argomento nel 2011 con un altro convegno, ma da allora difficoltà ed alcune forme di ipocrisie sembrano non essere passate. “Ricordo quando la presidente dell’associazione, Pina Mattiello, da madre di un ragazzo autistico, mi chiese di aiutarla ad affrontare il tema.
Mi colpì che quando cominciai a capire come si comportavano alcune associazioni sull’argomento mi imbattei nell’organizzazione di viaggi della speranza gestiti da alcune di loro. Pullman che portavano ragazzi in Svizzera per gli assistenti sessuali. Mi sono bloccato davanti a questi racconti. Possibile che per morire e per fare l’amore bisogna per forza andare all’estero? ”
Dall’inquietante domanda è partita la ricerca di strumenti che potessero aiutare a capire come affrontare la questione nei confini nazionali, chiedendo a diverse realtà che, a vario titolo, si occupano di autismo, di confrontarsi.
“Ho cercato prima di tutto un film per avere un contesto da cui partire. Ho scelto Special Need, un docufilm del 2014 basato sulla storia vera del protagonista Enea Gabino, autistico di 29 anni che chiede aiuto agli amici per una necessità speciale: fare l’amore. Mi piaceva l’idea di persone normali, degli amici che si prendono sulle spalle una responsabilità che la società non vuole. Il ragazzo va anche da una terapista che gli dà risposte accademiche, giuste nella teoria, ma che non risolvono il suo problema. Ricordo una madre di 70 anni che mi chiese per il figlio 40 enne se si poteva trovare un posto dove lui potesse trovare delle amicizie affettuose. Mi fece molta tenerezza.”
Non è un caso che può capitare a pochi, ma un momento scritto dal fisiologico avanzare degli anni, quello nel quale madri e padri si trovano davanti un figlio o una figlia a cui dover rispondere. Eppure in quella precisa fase si pensa di essere gli unici ad avere il problema, per questo pervasi da un senso di inadeguatezza. “Al di là della presenza dei professionisti, uno degli obiettivi principali del convegno è proprio mettere in relazione le famiglie che stanno vivendo o hanno vissuto questo naturale passaggio nella vita dei propri ragazzi. E’ giusto riconoscere loro che anche in questo caso non è scontato l’amore che stanno dimostrando a figli e figlie. “
Famiglie e associazioni insieme per provare, proprio nella parte del paese nella quale il tabu è più sentito, a unire conoscenze e idee per costruire un percorso che aiuti ad accompagnare senza paura i ragazzi autistici alla scoperta del proprio corpo e delle proprie pulsioni.
Ci sarà la produttrice del film, Erica Barbiani per spiegare perché ha scelto proprio un tema così ostico e il protagonista Enea Gabino che ha interpretato la sua stessa storia. Si cercherà di capire se anche attraverso il metodo ABA si possa trovare una strada con Alessandro Di Matteo, psicologo e analista del comportamento; Maximiliano Ulivieri presidente dell’associazione Love Giver parlerà invece della proposta di legge sugli assistenti sessuali di cui è promotore che al momento pare insabbiata. Non mancherà uno spazio per gli assistenti sociali che sono i primi interlocutori delle famiglie. Da Trieste arriverà anche un manuale di educazione sessuale messo insieme dall’associazione Progettoautismo attraverso un confronto tra diversi genitori. “Abbiamo cercato di far convergere diverse esperienze per provare a partire da elementi che possano portare alla famosa “giusta” risposta. Potrebbero seguire dei corsi di formazione per le famiglie su queste tematiche. Devono essere padroni del mezzo per poi essere presenti anche in questo periodo formativo della storia dei propri figli.”
L’importante è che se ne continui a parlare nella maniera giusta e senza vergogna.