Selfie crudele. Tre studentesse fotografano la compagna disabile durante una crisi epilettica
Farsi un selfie nel bagno della scuola, inquadrando la compagna disabile che sta avendo una crisi epilettica. Caricare poi l’immagine su whatsapp e inoltrare lo scatto nella chat della classe. E’ accaduto pure questo. Protagoniste: tre studentesse di un istituto a indirizzo socio sanitario della provincia di Torino. Scoperta la vicenda, la direzione della scuola le ha punite con dei giorni di sospensione che dovranno trascorrere facendo attività di volontariato. La famiglia della ragazza derisa che pare sia stata fotografata anche in altre occasioni postate in una galleria della cattiveria, non ha voluto creare scalpore per il bene della propria figlia e al momento non ci sono denunce, né indagini giudiziarie in corso.
Succede di nuovo in una scuola. Nel luogo nel quale si dovrebbe imparare a stare insieme, nel rispetto e nella tolleranza, si manifesta un’inspiegabile violenza ai danni dei più deboli, utilizzando nella maniera più subdola i mezzi di comunicazione a disposizione. Tre studentesse di un istituto professionale del torinese si dimostravano disponibili ad aiutare la compagna disabile ogni volta che si sentiva male: la accompagnavano fuori dall’aula per riprendersi, in realtà la fotografavano, proprio quando era ancora più indifesa, per immortalarne l’immagine anche in fumetti denigratori.
L’ultima foto la ritrae mentre è accasciata al bagno durante una crisi epilettica. Poi tutto veniva condiviso su whatsapp per far assistere al macabro spettacolo, il resto della classe .
La direzione della scuola non si sa bene come, si spera grazie al pentimento di uno degli spettatori coinvolti, ha scoperto l’orribile gioco e condannato le studentesse a giorni di sospensione da scontare facendo volontariato. L’istituto pare facesse iniziative e seguisse campagne contro il bullismo, il che getta ombre ancora più inquietanti sull’impermeabilità di alcuni ragazzi.
Rimane l’angoscia per chi tra loro forse nemmeno sa di cosa è stata vittima. La compagna disabile che credeva di essere aiutata dalle sue amiche e si fidava. Forse per questo la famiglia non ha voluto rilanciare il caso e nemmeno presentare denunce, anche perché al momento sembra che le immagini non siano state diffuse nel web e ci si augura cancellate anche nella chat privata dei ragazzi.
Come riporta La Repubblica, la madre si è limitata a commentare, durante una riunione di classe:
“ e’ stata una ragazzata. Ma deve essere un’occasione perché tutti riflettano sul senso di solidarietà, sull’importanza di aiutarsi a vicenda, sia i ragazzi che gli adulti. Perché tutti un giorno potremmo avere bisogno di aiuto, vuoi per una malattia, vuoi per vecchiaia.”
Non c’è da aggiungere altro, se non la speranza che la ragazza torni a scuola tranquilla, sostenuta realmente da chi considera amici, e forse che non capisca mai cosa le è accaduto. Per le sue tre compagne e per tutti coloro che sapevano e non hanno fermato questo scherzo crudele, l’auspicio che non sentano l’esperienza del volontariato come una pena inflitta per una bravata, ma un insegnamento importante per capire la ricchezza della condivisione e del sostegno reciproco, soprattutto di chi ne ha più bisogno.
Nel caso contrario la scuola avrebbe perso ancora una volta.