Io sono Giulio…E nessuno impedirà più a un autistico di andare in gita con la scuola
L’episodio del ragazzo autistico di Livorno che invece di andare in gita è restato a scuola, proprio perchè sintetizzato in un hashtag #iosonogiulio, è diventato in poche ore virale. E’ la prima volta che un autistico diventa protagonista di una catena di attenzione condivisa così veloce e così potente. «Un grande abbraccio a Giulio e più in generale a tutte le persone che vivono le ingiustizie sulla propria pelle». Così Matteo Renzi ha scritto subito su Facebook e c’è da immaginare che a seguito tutta la politica si affretterà a mettersi dalla parte del ragazzino, che ha subito un atto così poco generoso. Ora sicuramente le scuole staranno molto più attente a non escludere gli autistici dalle iniziative della classe. Forse più di leggi scritte, e di sedimentata cultura inclusiva, a sancire un diritto per noi autistici sarà stato per paradosso il simbolo del cancelletto # . Intanto Tommy è appena tornato da una settimana di gita nei luoghi della Memoria, non tutte le scuole sono uguali, per fortuna. (GN)
“Mi chiamo Giulio sono affetto da autismo, ma anche da “altro”. La mia classe oggi è in gita e io no”. L’associazione Autismo Livorno Onlus ha lanciato dal proprio profilo di Facebook la protesta per l’esclusione di Giulio, bambino autistico di 14 anni, da un’escursione in un bosco della zona. Mentre la preside smentisce alcuna discriminazione e ribadisce di aver sempre deciso tutto in accordo con la famiglia, la madre insorge perché questa volta suo figlio è stato lasciato in classe solo con l’insegnante di sostegno ed è inaccettabile. Ormai però la vicenda è lanciata nel web dove in tanti si stanno postando #iosonogiulio. Voluta o meno, l’esclusione sta suscitando reazioni di diversi genitori che testimoniano come questa sia, purtroppo, una pratica frequente.
La classe va in gita, ma Giulio rimane in classe. Non è una punizione, ma una disattenzione: perché Giulio è autistico, e non c’è stato il tempo necessario, se non la mattina stessa, per avvertire la famiglia che non avrebbe trovato i compagni. Ciò che ancora non è chiaro è perché non siano stato comunicato loro anche della gita per trovare il modo per farlo partecipare.
“Pare che il consiglio di classe abbia deciso che la gita non era adatta per Giulio – chiarisce la madre al Tirreno – Dico semplicemente che visto che si trattava di un giro nel bosco a vedere i soffioni boraciferi, io sarei andata dietro al bus con la macchina per permettere a mio figlio di farsi un giro a bordo con i compagni e poi sul posto vedevo quello che anche Giulio poteva fare: noi siamo molto attenti ai bisogni di nostro figlio e siamo i primi a non metterlo in situazioni che non può sostenere. Ma siano noi, la famiglia, a dover essere messi al corrente e decidere”
La scuola non ci sta e risponde alle accuse: “Noi abbiamo Giulio da anni, siamo una scuola dell’inclusione e non abbiamo mai avuto problemi, la mamma di Giulio è stata avvisata la mattina stessa, se si è sentita messa da parte e scavalcata poteva venire da me, visto che i rapporti sono sempre stati perfetti. Se c’è stato un difetto di comunicazione ci saremmo spiegate”.
Nell’era dei social quella che poteva rimanere un’incomprensione tra famiglia e scuola diventa hastag e dal profilo facebook della onlus Autismo Livorno parte quello “Io sono Giulio” per dimostrare solidarietà al ragazzo e ribadire la gravità della sua esclusione. E la richiesta di un chiarimento arriva fino al consiglio comunale di Livorno dove è il vice sindaco del comune a interpellare direttamente i dirigenti scolastici: “Vigilerò su quello che è accaduto, soprattutto voglio fare chiarezza. Ho invitato l’associazione a fare una nota ufficiale all’Ufficio scolastico per raccontare che cosa è accaduto formalmente”
Nel web intanto oltre ad attestazioni di solidarietà, i commenti sono quasi tutti di genitori che hanno vissuto situazioni analoghe e sopportato l’esclusione nel silenzio.
Eppure c’è chi ricorda che la legge prevede che agli alunni con disabilità grave deve essere garantita la partecipazione, su base di uguaglianza con gli altri alunni, a tutte le attività previste dal sistema scolastico, inclusi, quindi i viaggi di istruzione, come stabilito dall’articolo 30 della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.