Pensare Ribelle

Oggi è arrivata a casa la tessera elettorale di Tommy !!!

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Tommy da oggi può votare? E’ uno scherzo? Guardate che al seggio ce lo portiamo davvero…Ieri ci è stato detto che non ha diritto più ad alcun trattamente e nemmeno a un neuropsichiatra che sappia di autismo adulto. In compenso ha acquisito il diritto di votare! Fantastico anche i (post) autistici votano, Tommy non sta nella pelle e non vede l’ ora di dire la sua sulle trivelle…Se solo riusciamo a spiegargli cosa siano le trivelle, cosa sia il petrolio, cosa sia una concessione ecc…Sarà facile, tanto non è più autistico.


Incredibile ma vero. Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che aver raggiunto la maggiore età è stata per Tommy davvero una svolta epocale. Non solo è guarito miracolosamente dall’autismo ma in un paio di mesi ha già, autonomamente, immagazzinato le competenze necessarie per poter comprendere il significato del quesito referendario di domenica prossima: «Trivelle sì, trivelle no» e soprattutto capire perche «sì» vuol dire «no» mentre «no» vuol dire «sì».

Oggi ho ritirato una raccomandata in giacenza da un po’ di giorni nella mail-box indirizzata a mio figlio Tommy, autistico e neo major 18. Proveniva dal Comune di Roma, e con mia sorpresa, conteneva la sua tessera elettorale, rilasciata pochi giorni dopo la festa del suo compleanno. E dunque, a questo punto, domenica prossima Tommy ufficialmente potrà andare a votare insieme al fratello e ai suoi genitori ma mi domando cosa succederà quando davanti agli scrutatori non sarà in grado autonomamente di mostrare il suo documento, prendere la scheda elettorale, individuare la matita giusta e recarsi esattamente nella cabina assegnata.

E cosa potrebbe succedere se invece di stare «zitto e buono» (come dice lui) comincerà con il repertorio di stereotipie sonore e sfarfallamenti di dita? Ma il problema più serio si potrebbe presentare in cabina. Tommy non può essere accompagnato dentro da nessuno. E se si mette a disegnare fiorellini, oppure a fare scarabocchi insomma a fare quello che un autistico normalmente fa quando ha in mano una matita e un foglio? Scheda annullata ok, ma pensate che sia una cosa seria o un intermezzo buffonesco?

Più di una volta sono stata richiamata a gran voce quando lasciavo mio figlio, “bimboautistico” e anche un po’ iperattivo in luoghi di intrattenimento usuali per i suoi coetanei come ludoteche (comunali!) oppure kindergarten di supermercati, navi da crociera, e perfino feste con animatori travestiti da pagliacci-minchia. Mi sentivo dire: «Signora, ci scusi, non siamo in grado di gestire suo figlio. Ci dispiace deve portarselo via».

Ma in un seggio elettorale, con le carte «giuste» in mano controfirmate dal commissario straordinario Tronca (la parola sindaco è stata cancellata) che cosa potrebbero dire? «Scusi signora c’è stato un disguido. I nostri uffici tra di loro non comunicano e le tessere elettorali vengono inviate in automatico a tutti i neo-maggiorenni». E quindi anche agli autistici che del resto, ribadiamo il concetto già espresso più volte, secondo la legge italiana, al compimento del diciottesimo anno guariscono dall’autismo.

Ma quello che mi stupisce più di tutto è che qui non stiamo parlando della tessera onoraria di qualche circolo sportivo o culturale nè tantomeno di un diploma di merito farlocco come quelli che il Mago di Oz elargisce all’Uomo di Latta senza cervello e al Leone senza coraggio.
La tessera elettorale è un documento importante, votare è un diritto-dovere di tutti i cittadini, uno strumento fondamentale della democrazia che magari, ora, sarà considerato a torto scontato, meccanico, inutile ma che invece è stata una conquista importante ottenuta dopo anni di lotte soprattutto dalle categorie sociali subalterne (per censo e sesso). E soprattutto in un regime democratico basta un voto per cambiare le carte in tavola. Non a caso durante gli spogli elettorali i rappresentanti delle varie liste sorvegliano attentamente le procedure. Il broglio è sempre in agguato.

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