Pensare Ribelle

Saulo, il teppautistico di Rosemary. In cerca di qualcuno che lo capisca

rosemarycartello


“Saulo è un caso grave, ma solo perché io sto sola con lui. Mio figlio non è ingestibile ma, come tutti, ha bisogno di personale preparato al suo fianco”: Rosemary Mantonvani è una vecchia conoscenza. E’ una di quelle madri-coraggio che l’autismo lo raccontano, lo mostrano, lo svelano per quello che è, non per quello che si vorrebbe far credere. Lo ha fatto con un video che, nel suo piccolo, ha avuto un grande successo: e-mail per Laura.



 

Ora Rosemary esce nuovamente allo scoperto, aprendo una breccia nelle mura della sua “prigione” quotidiana, con un nuovo video, che si chiama semplicemente “Saulo”. Come suo figlio #teppautistico, uno di quelli tosti, che la mette a dura prova ogni giorno. In poco più di tre minuti, Rosemary ci racconta il suo Saulo, con le immagini e dei sottotitoli essenziali: pochi giri di parole, per dire chi sia Saulo, cosa faccia e cosa, soprattutto, dovrebbe, vorrebbe e potrebbe fare.

Il suo sogno più grande è sempre stato imparare a leggere, ma sfortunatamente non ha mai avuto questa opportunità.

Però, in qualche modo, suona la chitarra, apparecchia la tavola, sistema le sedia in sala, lavora al computer, perché

Saulo è molto intelligente e ha imparato da solo le lettere e i numeri. Purtroppo gli è stato negato anche il diritto alla socializzazione, dicevano che era impossibile portarlo nei posti frequentati da tutti. Io, da sola, sono riuscita a portarlo in tutti questi posti definiti ‘impossibili’ per lui.

In qualche modo, sempre a suo modo, Saulo sa stare con gli amici, gioca a palla sulla spiaggia e cerca, con l’aiuto e l’impegno di sua mamma, di avere una vita “normale”

Sì, anche un autistico adulto impara, proprio come tutti noi che impariamo finché respiriamo

Ma che vuoi dire, Rosemary, con questo video, in cui ci mostri un figlio così diverso dal #teppautistico che ci aspetteremmo?

saulo

Un ragazzo sorridente e gioviale, che fa quello che deve fare e non fa ciò che non dovrebbe? E’ semplice.

Un autistico adulto ha bisogno di strutture con personale preparato e disponibile a credere in questi ragazzi. Mi dispiace che un ragazzo così pieno di vita e voglia di imparare come Saulo debba essere lasciato a casa senza assistenza e senza una struttura da frequentare.

La conclusione, amarissima, arriva dopo i titoli di coda.

Senza voler esagerare o drammatizzare, a volte penso che stiamo vivendo l’olocausto dei disabili dei tempi moderni.

A questo fa pensare la frase che Rosemary ha sentito pronunciare dallo psicologo della Asl: “Tutti sappiamo che un autistico adulto non impara più, per questo dobbiamo investire nei piccoli”. Replica Rosemary:

Ho vergogna di dovere rispondere a questo “dottore”, ma che io lo sappia, noi esseri umani (anche mio figlio lo è), impariamo finché respiriamo. O forse io non capito nulla di questa vita.


https://youtu.be/G0uYFGgqfCQ

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