Per motivi di sicurezza, vietato fare sport ai teppautistici. Accade a Roma.
Non è facile trovare luoghi dove far praticare sport ai teppautistici, ma è risaputo che fa bene sfogare le energie, muoversi, dedicarsi ad attività che distolgano dalle loro stereotipie. Roma non ha molti spazi dedicati a questo scopo: i genitori però provano ad adattare ciò che c’è di pubblico per vedere felici i propri ragazzi. Irene Gironi Carnevale per il figlio ha scelto lo Stadio dei Marmi dove, ogni lunedì mattina, il suo Tommaso va ad allenarsi con tanto di monopattino insieme alla sua operatrice. Una sana abitudine che però questa mattina è stata proibita a causa dei lavori nel posto, un divieto che si è esteso ad ogni spazio alternativo limitrofo. Dallo Stadio del Tennis a Via dei Gladiatori: ovunque si montavano o smontavano strutture per eventi vari e, per motivi di sicurezza, era impossibile anche solo sostare. Risultato: Tommaso non ha fatto sport e Irene ha scritto per denunciare ancora una volta la mancanza di spazi pubblici fruibili in città che diventa assenza totale per i teppautistici anche quando ci si accontenta di un luogo aperto a tutti senza nessuna accessibilità specifica.
Irene Gironi Carnevale ha raccontato l’odissea mattutina di suo figlio Tommaso, solo per fare la consueta ora e mezzo di attività sportiva all’aperto, in un post su facebook. “Vorrei segnalare un inconveniente che, purtroppo, non è la prima volta che si verifica. Questa mattina alle ore 9, come tutti i lunedì mattina, mio figlio Tommaso con quella che si puo’ definire la sua “personal trainer” doveva andare per la solita ora e mezza di ginnastica, esercizi vari e giri in monopattino allo Stadio dei Marmi. All’arrivo li avvertono che causa lavori lo Stadio dei Marmi è chiuso fino al 2 Giugno. Impossibile andare dove vanno in alternativa e cioè dietro lo Stadio del Tennis perché stanno smontando le attrezzature degli internazionali. Allora hanno provato su Via dei Gladiatori dove c’è uno spazio, ma anche lì gli hanno impedito l’accesso degli “steward” dicendo che siccome stasera alle ore 21 c’è la partita di beneficenza “Di padre in figlio” organizzata dalla società della Lazio, non si poteva accedere allo spazio, NEANCHE PER UN’ORA E MEZZA dopo aver constatato che si trattava di un ragazzo autistico.”
Da qui la denuncia di una madre che non guarda solo al suo caso personale, ma cerca di richiamare l’attenzione di altri cittadini che si sono stancati di non avere luoghi dove far andare serenamente i propri figli a correre o giocare a pallone e che, nel caso di ragazzi disabili vedono le possibilità sfumare quasi del tutto. Nella capitale che si candida alle Olimpiadi ed in una zona che anche nei nomi delle proprie strade e piazze evoca lo sport, ciò risulta ancora di più come una beffa. “Io ritengo che non sia possibile interdire spazi pubblici ai cittadini, tanto meno ai disabili oltretutto accompagnati da persone che spiegano e garantiscono sui tempi e sulle modalità di utilizzo dello spazio. Anni fa ho dovuto far valere le ragioni di mio figlio con il CONI che per una manifestazione aveva chiuso arbitrariamente molte ore prima lo Stadio dei Marmi.
In questa città ci sono già pochissime attrezzature e zone praticabili di verde e di fruibilità sportiva, renderle inagibili ore e ore prima di eventi anche secondari con la scusa della sicurezza è una cosa che non sta in piedi. E direi che sarebbe ora di dire basta!”