Caro candidato, cara candidata, cosa farete per i cittadini autistici quando sarete il sindaco di Roma?
Manca un mese esatto, salvo ballottaggio, alle elezioni per decretare chi sarà il nuovo sindaco di Roma. Tra giochi di alleanze, sparizioni di candidati, esibizioni di idee avveniristiche per il futuro della capitale, ci siamo permessi di chiedere a chi aspira all’ambita poltrona, cosa farà per i cittadini autistici. Un tentativo di inserire nei programmi o quantomeno nelle intenzioni dei futuri amministratori anche le esigenze di che finora non ha condotto una vita facile in città. Tre domande uguali per tutti. Le risposte stanno arrivando e le pubblicheremo a mano a mano, senza commenti o giudizi per consentire a chi legge una partecipazione più attenta al voto.
Le domande sono semplici e dirette, le risposte lo vedremo, abbiamo chiesto: cari candidati sindaco cosa farete, una volta eletti, per i cittadini autistici? Partendo da quelle che sono le maggiori difficoltà e quelle che sembrano le esigenze più sentite dalle famiglie che vivono l’autismo a Roma, si è formulato un mini questionario che è stato rivolto a coloro che dal prossimo giugno potrebbero amministrarla.
Nei programmi, in realtà, attualmente, la voce autismo non sembra comparire, l’obiettivo quindi è farne prendere atto e rimediare con alcuni precisi impegni. Dopo il 5 o il 17 giugno, si potrà valutare quanto verrà mantenuto e ricordare le promesse fatte.
Nell’attesa di pubblicare i primi riscontri, ecco le domande.
1 – Una delle prime difficoltà che si deve affrontare quando si riceve una diagnosi di autismo riguarda la ricerca dei servizi necessari per i propri figli/ fratelli/ nipoti. Si impegna a partecipare o a coordinare un censimento di tutte le attività presenti nel proprio comune e a richiederne il controllo della reale efficacia e corretta operatività? Se sì come?
2 – Dall’autismo non si guarisce, ma possono migliorare le condizioni di vita sia per chi ne è affetto, sia per i famigliari, attraverso la creazione di spazi adibiti allo svolgimento di iniziative per l’inclusione? Quanti ne potrebbe fornire a questo scopo se diventasse sindaco? 3 – Il pensiero più grande per le famiglie riguarda il Dopo di Noi che si deve cominciare a costruire Durante. E’ disposto ad ideare o accogliere progetti di integrazione anche nell’ambito lavorativo rivolti ad autistici che prevedano il coinvolgimento diretto del comune? Se sì in quale direzione orienterebbe la proposta? |
Se l’esperimento, come pare, porterà in tempi brevi a conoscere la sensibilità dei futuri amministratori sul destino degli autistici a Roma, lo estenderemo ai candidati anche di Milano e di Napoli.