Casting disabili: tenerezza 'sto cazzo
Sei su una sedie a rotelle, hai altre disabilità, sei nano? E’ il tuo momento per entrare nel mondo delle fiction Rai. Unico requisito richiesto: devi trasmettere tenerezza. Lo scrive nell’annuncio che rilancia dal suo profilo facebook la responsabile del casting della nuova serie che sta preparando Francesca Archibugi per la Rai. Tra le prime risposte, la più eloquente, è parsa quella di Maximiliano Ulivieri, Project Manager nel campo del Turismo Accessibile, responsabile del progetto “LoveGiver”, che ha subito ribattuto con un secco “tenero ‘sto cazz.” Come se non si dovessero combattere continue battaglie contro le arretratezze dei diritti per i disabili bisogna tenere alta la guardia anche contro gli stereotipi culturali.
Quanto deve essere tenera una persona sulla sedia a rotelle che rimane incastrata tra due macchine, chissà che occhioni da film! Uno dei nostri teppautistici che si fissa nel vuoto, adorabile! Per non parlare del colpo al cuore che provoca un nano che deve arrampicarsi alla posta o un fermo immagine su di una crisi epilettica.
Questi disabili: quanto sono carini e quanto ci emozionano, ancora di più se sono protagonisti di una fiction Rai. Si dovrebbe chiamare Romanzo Famigliare e coinvolgere il più vasto spettro di personaggi che incarnino vari modelli della nuova famiglia italiana. Tra loro non può mancare il componente che ha più difficoltà, non si specifica quale, ma per il disabile c’è un casting a parte. Lo ha lanciato la responsabile per la produzione della serie dalla sua pagina facebook :
si ricerca un attore di 15/18 anni nano o con altra disabilità che trasmetta tenerezza.
Sul sito della Film Commission Torino- Piemonte, la città dove si svolgerà la selezione la prossima settimana non compare la precisazione, ma solo: si cerca un attore nano o con altra disabilità.
Esigenze di copione avranno spinto ad aggiungere quella frase che al momento ha provocato reazioni giustamente all’opposto della tenerezza. Maximiliano Ulivieri si è accorto dell’annuncio e ha commentato la richiesta con un “tenero ‘sto cazz“.
Nel paese del petaloso, dove ogni dramma è un falso, si ricalca ancora la retorica del disabile da coccolare, a cui fare la carezza sulla testa quando si incontra per strada, salvo poi scappare nel momento in cui il disabile manifesta i motivi per cui lo è e chiede ciò che gli spetta. Non si tratta solo di servizi, ma soprattutto di rispetto. E’ dura per una famiglia lottare perchè al proprio figlio venga garantita l’integrazione non solo a sorrisi ma nei fatti se poi la televisione nazionale vuole rappresentare lo stesso figlio come un gattino da cartone animato, così tenero. Se la fiction che porta il nome di una delle più sensibili registe del panorama cinematografico nazionale come Francesca Archibugi, vorrà realmente raccontare la realtà di una famiglia italiana nella quale c’è anche il tema della disabilità, cancelli questa frase e soprattutto orienti la propria trama verso la ricerca di una trasposizione realistica delle condizioni di un ragazzo di 15/18 anni disabile in Italia. A quel punto potremmo suggerire e candidare tantissimi dei nostri teppautistici che però come ha detto Ulivieri sono tutt’altro che teneri.
Intanto tra i nani c’è un candidato che ha riposto e merita il nostro David di Donatello.
Daniele Parisi : Ciao,sarei interessato al ruolo del nano disabile,sono alto 90 cm cagionevole di salute ma non vi muoio sul set giuro,sono abbastanza disabile e tenero spesso la gente mi lascia spiccioli e talvolta soldi in carta,specifico perché potrebbe essere un valore aggiunto,so fare le seguenti facce: tenero più tenero pietoso più pietoso arrabbiato più arrabbiato perplesso abbastanza perplesso speranzoso [modestamente questa espressione è stata studiata attentamente poiché non capita tutti i giorni un nano disabile speranzoso] di sinistra ABBASTANZA di sinistra,ma non troppo dato il periodo storico…se poi la fiction è ambientata negli anni 80 ho pure l’espressione socialista fresca fresca ditemi voi. Ho svariate qualità riesco ad infilarmi nei posti più angusti,spesso mi rifugio nei comodini altrui…riesco ad infilarmi nei seguenti posti: comodini,armadietti,piccoli frighi bar,smart,cuccia del cane,cuccia del gatto,gabbia conigli,gabbia cincillà. Se dovesse servire posso scassarmi una costola per rendere la recitazione veritiera,posso camminare sui gomiti e sboccare a comando. Ci terrei molto a partecipare alla fiction dell’Archibugi ho visto tutti i suoi film;dal primo “scusa se ti nano amore” all’ultimo “grosso nano a Chinatown”.
Nel frattempo l’annuncio è stata modificato, la frase “che trasmetta tenerezza” cancellata.
Ma resta vivo il ricordo di quel che è stato scritto e pubblicato. E arriva, puntuale, anche la replica di Tommy Nicoletti, direttamente dal set del film “Tommy e gli altri”. Eccola qui.
A Tommy e tutti coloro che credono che i disabili non siano teneri cuccioli, ha risposto in serata anche la produzione della serie, la Wildside che ci ha tenuto soprattutto a prendere le distanze da quanto accaduto. “Ci appoggiamo sempre ad ogni film prodotto a casting locali per la selezione di chi reciterà – hanno dichiarato – La responsabile della selezione ha aggiunto di sua iniziativa sulla sua pagina Facebook specifiche scoperte anche noi sul web, e che riteniamo con linguaggio indecente ovviamente non su nostre indicazioni. Altrettanto ovviamente questa persona è stata appena licenziata e non proseguirà nell’incarico con contratto temporaneo per la produzione del film dell’Archibugi”.
Speriamo che l’attenzione su questa frase scellerata non porti solo al licenziamento di una responsabile casting dal linguaggio poco sensibile, ma ricordi a chi si prende la responsabilità di raccontare la realtà che si deve farlo con rispetto e cognizione.
Intanto #tenerezzastocazzo è diventato un brand.