Il ritorno dell'autistico assassino
Il killer autistico torna a colpire. Non un serial killer, ma una serie di killer #teppautistici pare popolino il mondo, gli Stati Uniti in particolare. E così ecco un nuovo caso, oggi sotto i riflettori del mondo: un ventenne era pronto ad uccidere Donald Trump. Che soffrisse di autismo lo dice una fonte attendibile: il suo avvocato d’ufficio. Perché ormai accade anche questo, nel variegato universo teppautistico: che le diagnosi le facciano gli avvocati. Per i giornalisti va bene così: tanto basta a fare un bel titolo sul nuovo killer autistico.
La notizia rimbalza presto anche in Italia, su Repubblica: anche qui l’autismo è cosa certa, diagnosi dell’avvocato di ufficio. Nel titolo non c’è, ma è poco dopo.
I fatti, in estrema sintesi: il ragazzo, ventenne, avrebbe cercato di rubare la pistola di un poliziotto durante un evento elettorale di Donald Trump a Las Vegas. E’ “il modo più semplice per sparare a Trump”, avrebbe dichiarato. Dal verbale risulta che Sandford – questo il nome del ragazzo – si trovasse negli Usa da oltre un anno e che fosse andato nel sud della California il 16 giugno proprio “per uccidere Trump”. Da verifiche giudiziarie – riferisce inoltre la Associated Press – il ventenne risulta essere disoccupato, residente negli Usa illegalmente e senza fissa dimora. Abiterebbe, da quel che risulta, in un’automobile. Lo stesso avvocato d’ufficio che ha “diagnosticato” il suo autismo fa sapere che il ragazzo “ha tentato il suicidio”.
Il caso di Sandford fa ad aggiungersi ai tanti riportati dalle cronache più o meno recenti: “autistici pistoleri” di cui abbiamo parlato altre volte: andatevi a rileggere “La leggenda nera dell’autistico pistolero“, dove troverete spunti interessanti per interpretare le notizie sui killer con autismo che terrorizzano il mondo.