Il teppautistico e la classe pollaio: ha 35 compagni, di cui 2 disabili
36 alunni, di cui 3 disabili. Tra loro, un #teppautistico grave. I numeri ci sono tutti, per parlare di classe pollaio. Una brutta espressione, che evidentemente non possiamo lasciarci alle spalle, visto che queste cifre non riguardano l’anno che si è appena chiuso, ma quello che si aprirà dopo l’estate. La denuncia arriva da una regione modello per quello che riguarda la scuola: la civilissima Emilia-Romagna. Siamo nel modenese montano, istituto superiore Cavazzi Sorbelli di Pavullo. A scriverci è Stefania Beneventi, fonte attendibili perché, oltre che mamma di #teppautistico, è anche insegnante.
Il prossimo anno entreranno dalle scuole medie due ragazzi con autismo a basso funzionamento: uno iscritto al Liceo Scientifico e l”altro alle Scienze Umane. Una ventina di giorni fa ho saputo che la classe prima delle scienze umane avrebbe avuto 36 studenti, 3 dei quali L.104, di cui uno autistico a basso funzionamento e non verbale.
Con buona pace della legge, che fissa un tetto di massimo 22 alunni in presenza di un alunno disabile. Tetto da abbassare tassativamente a 20, nel caso in cui gli studenti con disabilità grave siano due. E’ evidente che, a Pavullo, se la situazione sarà confermata,si starebbe completamente al di fuori della legge. Un caso limite, ma non certo un caso isolato, visto che il problema si ripropone ogni anno in diverse scuole e in diversi contesti.
La situazione di Pavullo è stata segnalata, dalla stessa Beneventi, al provveditore di Modena Menabue, tramite una mail.
Mi hanno subito telefonato per rassicurarmi: la classe sarebbe stata sdoppiata, come pure la dirigente della scuola aveva richiesto. Va tenuto presente che sezioni delle Scienze Umane sono sempre state due: la richiesta della scuola ovviamente era che si formassero il prossimo anno due prime, dato il numero di iscritti pari a 36, tra i quali tre ragazzi con disabilità. Qualche giorno dopo queste rassicurazioni,però, sabato 11 giugno è uscito l’organico definitivo: la classe è una sola, con i suoi 36 alunni, 3 dei quali disabili, uno autistico. Lunedì ho nuovamente scritto al provveditore, chiedendo spiegazioni ed elementi per rassicurare le famiglie dell’associazione Frignaut, una piccola realtà che raccoglie i genitori di ragazzi con autismo della zona e di cui sono presidente. Nessuno mi ha risposto. La nostra preoccupazione resta molto alta, ma anche l’indignazione cresce giorno dopo giorno: ritengo ovvio che anche le aree più marginali come la montagna debbano essere oggetto di attenzione. Ma pare che questo non stia accadendo. Da insegnante, posso affermare che un qualsiasi percorso inclusivo è scarsamente ipotizzabile di fronte a certi numeri e che il famoso organico di potenziamento risulta poco utile in tale situazione
Abbiamo scritto anche noi alla dirigente dell’ufficio scolastico regionale, per sentire “l’altra campana” e verificare la situazione. Riportiamo di seguito la risposta che abbiamo ricevuto: è una rassicurazione, anche se non si parla chiaramente di sdoppiamento della classe, che è l’unica strada possibile e necessaria. Ci scrive così Silvia Menabue:
L’allarme creato è del tutto ingiustificato: la procedura di definizione degli organici dei docenti prevede infatti, almeno per quest’anno ancora, due fasi. Nella prima fase l’inserimento al Sistema informativo delle classi non ha tanto il senso di una autorizzazione definitiva delle stesse, ma serve a formulare un primo calcolo dei posti da assegnare alle istituzioni scolastiche, sulla base di un contingente che andrà completato, in una seconda fase, con risorse aggiuntive. Su questa prima pianta organica, vengono fatte le operazioni di trasferimento e passaggio dei docenti di ruolo, per assegnare loro la sede di titolarità per l’anno scolastico 2016/17. In questa prima fase, dovendo necessariamente rientrare in un contingente massimo provinciale ristretto, si opera in chiave di stretta osservanza dei parametri numerici previsti dalla normativa per assegnare nuove classi: quindi almeno 27 alunni per ogni nuova classe iniziale. Nella seconda fase, chiamata di adeguamento dell’organico alla situazione di fatto, si procede alla assegnazione di risorse aggiuntive, che consentono all’Ufficio di riconoscere deroghe, in ragione di esigenze ineludibili, quali quelle rappresentate dai genitori del Cavazzi”.
E così la dirigente intende rassicurare le famiglie:
Proprio in data odierna, questo ufficio ha emanato una circolare, con la quale ha richiesto alle scuole di rappresentare le situazioni di criticità e richiedere le risorse necessarie per la loro soluzione, in ordine di priorità. Le richieste di risorse aggiuntive delle scuole modenesi verranno poi comunicate all’Usr di Bologna per il successivo invio al Miur. Sulla base di esse, verrà stabilito il contingente di posti aggiuntivi per l’adeguamento dell’organico alla situazione di fatto. Al momento delle ripartizione delle risorse aggiuntive, l’Ufficio scrivente provvederà senz’altro a riesaminare e risolver , alla luce della normativa vigente in materia di formazione delle classi in presenza di alunni diversamente abili, la situazione delle classi prime del liceo delle scienze umane, alle quali sono iscritti alunni con grave disabilità.
Le famiglie però non sono soddisfatte, non ancora. Abituate a non credere alle promesse, chiedono fatti
Vorremmo solo avere rassicurazioni concrete. Abbiamo scritto a ministero e Ufficio scolastico regionale, ma nessuno ci ha risposto. Considerando che le iscrizioni degli studenti disabili si sapevano da tempo, perché non formare subito due classi? Noi, come associazione, chiedevamo solo questa certezza. Ora, le rassicurazioni dell’Ufficio scolastico non ci convincono: anche perché l’organico aggiuntivo è spesso legato a precarietà. E noi sappiamo invece quanto sia importante la continuità per i nostri figli”.
La questione, insomma, è tutt’altro che chiusa: non resta che attendere un paio di mesi, per verificare l’esistenza o la risoluzione di questa e di altre “classi pollaio”.