L'esame di terza media del #teppautistico Nicola nel video della mamma
Tempo di esami, per più di mezzo milione di studenti in Italia. Tra loro, non mancano i #teppautistici, anche se, da quel che ci risultano, molti di loro non vengono “invitati” a sostenere l’esame: ricevono l’attesta – l’attestato, badate bene, difficilmente il diploma – quasi “d’ufficio”, come se l’esame non fosse per loro. Eppure, per chi si presenta alle prove, l’occasione può essere preziosa. Come è accaduto a Nicola, che alla fine del suo esame di licenza media, ormai due anni fa, ha ricevuto un grande applauso. Meritato, visto lo sforzo enorme che aveva fatto. E che traspare con evidenza nel video che la mamma che ha realizzato la madre Teresa.
Guarda l’esame del #teppautisctico Nicola
Perché il prossimo anno Nicola si presenterà alla maturità e tanti come lui stanno affrontando gli esami proprio in questi giorni. E le storie non sono sempre positive
Esame o pagliacciata?
Per Ugo, l’esame della figlia #teppautistica è stato “una pagliacciata, se non fossimo andati sarebbe stato lo stesso: il diploma glielo avrebbero dato comunque, per mandarla via da scuola. Ma preferisco guardare al futuro e non pensare più al passato”. Anche il figlio di Chiara, #teppautistico pure lui, “non è stato così fortunato, perché il presidente non si è interessato minimamente alla storia del ragazzo ed è stato scontroso e antipatico con tutti, anche con i docenti di mio figlio, a suo dire colpevoli di averlo ammesso agli esami. Eppure Federico aveva sempre seguito il programma di classe con obiettivi minimi e in alcune materie andava anche meglio di alcuni suoi compagni.
Ma cosa cosa prevede la legge?
I #teppautistici, così come tutti gli studenti disabili, hanno il diritto di concludere il proprio percorso formativo: a sostenere quindi gli esami, sia alla fine della secondaria di primo grado, sia al termine della secondaria di secondo grado. Le strade sono diverse e portano in direzioni diverse: una porta al diploma, l’altra all’attestato. Il primo spetta a chi, avendo svolto un programma e prove “equipollenti” a quelli dei compagni, affronta un vero e proprio esame di Stato, solo con assistenza, attenzione, tempi ed eventualmente sussidi pensati per lui. Difficile che per un #teppautistico sia questa la strada.
Le ultime indicazioni normative sugli esami di Stato degli studenti disabili si trovano nell’Ordinanza del Miur n. 252 del 19 aprile 2016. l’articolo 22 è dedicato proprio agli “esami dei candidati con disabilità” che, seguendo le indicazioni del D.P.R. n. 323 del 23 luglio 1998, distingue chiaramente tra gli studenti sottoposti a prove “equipollenti” e quelli a cui spettano invece “prove differenziate”. Una distinzione fondamentale, perché le prime produrranno un vero e proprio diploma, le seconde soltanto un attestato delle competenze.
Specifiche indicazioni riguardano poi gli esami degli studenti con bisogni educativi speciali o disturbi dell’apprendimento. Per questi, le commissioni “predispongono adeguate modalità di svolgimento delle prove scritte e orali. Nello svolgimento delle prove scritte, i candidati possono utilizzare gli strumenti compensativi previsti dal Piano Didattico Personalizzato”, inclusi ausili tecnologici e informatici. “In particolare – si legge nell’Ordinanza – si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte, di curare con particolare attenzione la predisposizione della terza prova scritta, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma”
Per quanto riguarda le certificazioni rilasciate, ci si attiene a quanto previsto dal D.P.R. n.323 del 23 luglio 1998: “qualora l’alunno in situazione di handicap abbia svolto un percorso didattico differenziato e non abbia conseguito il diploma attestante il superamento dell’esame, riceve un attestato recante gli elementi informativi” su capacità e competenze acquisite: il cosiddetto “attestato di credito formativo”.
Più facilmente gli studenti #teppautistici, soprattutto se gravi e non verbali, vengono indirizzati verso un percorso differenziato e differenziate prove. Quello che il #teppautistico si trova più spesso in mano, quindi, non è un vero diploma, ma una certificazione delle competenze. In gergo, “attestato di credito formativo”. Sempre meglio di niente…