Cosa fare

Per il teppautistico Cristian, centro estivo "a orologeria"

cristianCristian ha “assaggiato” il centro estivo: lo ha assaggiato e gli è piaciuto. Ma poi gli è stato tolto, perché le ore a sua disposizione erano finite. Cristian è un #teppautistico di Valmontone e oggi è si nuovo a casa, nella sua “casa di vetro“, come la definisce Vanessa, la mamma che ci scrive per raccontarci questa storia.

Mentre tanti bambini a fine anno scolastico frequentano centri estivi per divagarsi e divertirsi, per Cristian siamo alle solite: le barriere della burocrazia vengono anteposte al suo bene. Quando sono andata a iscrivere Cristian e sua sorella Noemi al centro estivo, mi hanno subito comunicato che non erano attrezzati per bambini autistici. quindi, in mancanza di un accompagnatore, avrebbero potuto accettare solo Noemi. Però mi hanno pure assicurato che erano in contatto con i Servizi Sociali e che forse ci sarebbero stati dei posti riservati e gratuiti per i ragazzi disabili: il comune si sarebbe fatto carico dell’assistenza.

Vanessa si è data da fare, perché questo virtuoso processo non rimanesse solo una promessa vaga. E ha ottenuto, almeno in parte, ciò che chiedeva.cristian2

Dopo varie vicissitudini, mi hanno detto che avrebbero accettato Cristian e altri 4 ragazzi disabili. Non gratuitamente, ma allo stesso costo pagato dai loro compagni: 50 euro a settimana. E con un educatore ciascuno.

Niente di cui lamentarsi, insomma. Se non fosse che tutto questo era “a termine”. E la “scadenza” era anche vicina: 80 ore. Tante erano le ore di assistenza messe a disposizione dal comune. 80 ore significa due settimane. Poco, troppo poco, per la famiglia di Cristian. Ma sopratuttto per Cristian, che da bravo #teppautistico ha bisogno di qualche giorno solo per ambientarsi. Ma ecco che la famiglia entra nuovamente in azione, cercando di correre ai ripari.

Mi sono subito messa in contatto con un educatore privato, che intanto ha portato Cristian in 3 diversi centri estivi a Roma, Velletri e Artena, in attesa che si sbloccasse la situazione a Valmontone. Poi, Cristian ha iniziato a frequentare il centro del nostro comune: si trovava bene, andava volentieri e tutti si complimentavano per la sua condotta. Allora abbiamo proposto a chi di dovere di impiegare la mattina l’educatore privato e di pomeriggio quello del comune, così che le 80 ore sarebbero bastate per quattro settimana. Il centro estivo inizialmente ha accettato questa mia richiesta, ma poi la cooperativa che fornisce gli educatori al comune si è opposta, appigliandosi a una serie di cavilli burocratici. E questa possibilità è stata esclusa: l’educatore privato non avrebbe potuto accompagnare Cristian.

E siccome Cristian, senza assistenza, non poteva stare, ecco che il suo centro estivo aveva i giorni contati.


Infatti, qualche giorno fa mi è stato comunicato che giovedì 14 luglio sarebbe stato l’ultimo giorno di frequenza per Cristian: le ore erano finite.  E venerdì mattina Cristian è rimasto nella sua “casa di vetro”, dove resterà per lunghe e solitarie giornate, mentre sua sorella ogni mattina esce, per andare in quel centro che oggi a lui ha chiuso le porte. Il suo autismo lo ha privato di un’altra possibilità.. E lo costringe a restare a casa, nervoso, arrabbiato e annoiato.

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