Disabili al ristorante. Meglio avvertire prima chi è debole di stomaco e di intelligenza
Mercoledì 27 luglio al ristorante dello stabilimento Miramare di Tirrenia, in provincia di Pisa, c’era la cena di fine anno del centro estivo di un gruppo di ragazzi disabili che festeggiavano l’estate con i loro genitori ed operatori. Una scena abituale per il lido che ospita quotidianamente i ragazzi sulla spiaggia, uno spettacolo nauseante per un cliente che ha deciso di lamentarsi: “almeno potevate avvertire quando ho prenotato”. Dopo la critica razzista su Trip Advisor dell’anonimo cliente di un villaggi di Roseto degli Abruzzi, un altro caso di odioso irrispetto e intolleranza verso i disabili e le loro famiglie, colpevoli di non nascondersi e di volere osare una vita normale. Solo che questa volta la direzione del ristorante ha potuto rispondere direttamente e l’indesiderato è stato il cliente intollerante, invitato a cercare un altro posto dove cenare.
“Non solo si ostinano ad andare in albergo, ma vanno anche al ristorante: i disabili non reclusi sono la rovina delle vacanze 2016!”
Non ci si riesce, si prova ad entrare nella testa di chi protesta per la presenza di ospiti o commensali disabili nei “normali” luoghi di svago e divertimento, ma è troppo difficile per chi ha un’intelligenza e una sensibilità media. Eppure è accaduto di nuovo e la fortuna è che ormai i social, portatori pure di nefandezze, sono diventati baluardo di conoscenza e sensibilizzazione contro l’intolleranza che sembra dilagare nel nostro paese. Questa volta lo schizzinoso personaggio è stato individuato in Toscana, nel ristorante di uno stabilimento di Tirrenia in provincia di Pisa, la causa del suo fastidio: una tavolata di 25 ragazzi disabili con famiglie e operatori.
Come mangiare sereni accanto a chi deve essere imboccato o peggio a chi ci potrebbe urtare con la sedia a rotelle per andare al bagno. Rivoltante, a saperlo, il quarantenne nauseato, avrebbe cambiato locale e scelto una sala ariana con belle donne e uomini eleganti, abbronzati, immuni da macchie e stitici.
A riportare l’accaduto il fratello di uno dei ragazzi al tavolo che ha riferito in un post le parole della mamma, presente e tesimone oculare delle lamentele del cliente seccato. A cui, questa volta, però è andata male perchè il proprietario del bagno Miramare, davanti alla sua richiesta di essere almeno informato preventivamente circa le fastidiose presenze, ha risposto seccamente che non è un loro obbligo e che poteva tranquillamente cercare un altro ristorante. Perchè i ragazzi del centro diurno l’Orizzonte di via Derna a Pisa sono ospiti abituali e mai nessuno aveva osato lamentarsi anzi è il secondo anno che festeggiano la fine delle attività al ristorante dello stabilimento.
Certo se lo avessero scritto da qualche parte, sulla porta bastava un simbolo che indicasse che i disabili potevano entrare, forse chi è debole di stomaco poteva decidere; al limite sul menu, vicino al costo del coperto: “la direzione ricorda che non è prevista intolleranza nè un sovraprezzo per la carrozzina”.
Insomma pare che i disabili facciano tenerezza, possano avere alcuni diritti, ma solo se accettano di fare una vita diversa, chiusi in casa o al massimo riuniti in locali con altri simili, senza rovinare con la loro solo presenza le serate o le vacanze dei cosiddetti normali.
A rincuorare in questa estate, a tratti un po’ nazista, è la presenza dei tanti gestori di locali e attività di ricezione che accolgono con affetto e professionalità chi è uguale a tutti gli altri ospiti, anzi se necessario ha bisogno di un’attenzione in più. “Abbiamo passato giorni sereni al Miramare con i nostri ospiti – racconta un’operatrice del centro ad un quotidiano locale – Il personale ha avuto attenzioni stupende. Un raro esempio di integrazione. Il lunedì e il mercoledì, quando rimanevamo a pranzo, il cuoco ci chiedeva di che cosa avessimo bisogno (alcuni hanno esigenze speciali) e in base a questo impostava il menù. Anche in questa occasione hanno mostrato signorilità nel non farci notare niente, facendoci terminare la serata in allegria. Un grazie di cuore”.
Uno dei proprietari dei Bagni Miramare, Valerio Laurenza, chiosa al Corriere: “Il nostro ristorante era pieno quei ragazzi disabili erano fantastici e, nessuno dei clienti si era mai lamentato. Ho un solo rammarico: non aver invitato quel signore a uscire e andarsene immediatamente. È stato tutto il tempo a mangiare in silenzio, accanto a una signora, e io ho pensato: «Ma come fa a non vergognarsi?».”