Teppautistici in cima. Dalle Dolomiti una bella storia di accoglienza e condivisione
Il 6 e il 7 agosto quattro ragazzi disabili, di cui due autistici hanno raggiunto la Cima Brenta delle Dolomiti. Un’iniziativa organizzata dalle guide alpine Activity Trentino di Andalo in collaborazione con le guide alpine di Madonna di Campiglio, il Soccorso alpino provinciale, l’Accademia della Montagna, le Apt di Campiglio e della Paganella, la Fondazione Dolomiti Unesco per dimostrare che la Montagna può essere un luogo accessibile e godibile per tutti. Dalle vette si respira un’aria diversa ed una prospettiva che guarda ai disabili non come un problema da aggirare, ma una risorsa da coinvolgere, da qui il corso Accedere al Sublime per formare accompagnatori che consentano anche ai nostri teppaustici di scalare.
Le località balneari sono sembrate ostili questa estate: abbiamo cercato di segnalare i diversi casi di chi ha accolto con timore o proprio respinto l’autismo, per questo rincuora che almeno la montagna ci regali una bella storia di avventura, sensibilità e apertura culturale. Quattro ragazzi, tutti con disabilità: uno con il diabete, uno con sindrome di down e due autistici hanno raggiunti la Cima Brenta ad un’altezza di 3151 metri. Le Dolomiti li hanno accolti e hanno regalato loro un’emozione che forse non ricorderanno, ma che hanno potuto godere senza differenze, senza sbuffi di compagni di cordata anzi con tutte le attenzioni necessarie di accompagnatori formati proprio allo scopo di rendere accessibile il patrimonio dell’Unesco anche a chi non lo avrebbe mai pensato.
Si chiama Accedere al Sublime ed è un corso rivolto alle guide alpine che vogliono allargare le proprie competenze per consentire a chi ha disabilità di salire e visitare le bellezze della montagna, che assumono così non solo un valore paesaggistico, ma anche culturale. Organizzato dall’Accademia della montagna del Trentino e la Fondazione per lo Sport Silvia Rinaldi mira a formare 40 figure per rendere il Trentino ancora più accessibile. Nel sito dell’iniziativa si legge una definizione di disabile che si vorrebbe trovare nelle pagina di ogni struttura non solo turistica:
“la persona con disabilità non è un turista più difficile di altri quanto una persona che ha diritto ad una cittadinanza piena che passa anche attraverso momenti di forte contraddizione rispetto ai propri limiti fisici”
Seguendo questo spirito, la guida alpina Simone Elmi con Tamara Lunger che pochi mesi fa ha sfiorato la vetta del Nanga Parbat hanno accompagnato Augusto, Alessandro e i due teppautistici Pietro e Pietro.
Il concetto di limite è chiaro alla Lunger che non ha concluso la sua impresa sulla nona montagna più alta del mondo proprio perchè sentì di non averne più le forze e, per non compromettere quella dei suoi compagni, lasciò pochi metri prima. Proprio lei ha accompagnato per mano a turno tutti i ragazzi.
Arrivati al Rifugio Tuckett hanno dimostrato non che gli autistici in realtà sono incompresi scalatori, ma che anche loro possono farlo, se ben seguiti e supportati hanno la possibilità di salire su di una vetta, osservare un panorama mozzafiato e respirare un’aria diversa.
La manifestazione si chiama Cima Brenta open, con questo aggettivo che assume un senso pieno come ha dichiarato ad un quotidiano locale proprio Simone Elmi: “Questo è il significato che diamo alla parola “Open”, perché le Dolomiti siano davvero accessibili a tutti abbiamo creato un’occasione per ascendere quelle rocce tutti insieme (persone con disabilità e non), nel segno di chi ci ha preceduto (in vetta verranno letti i diari dei pionieri del Brenta), immersi nella bellezza della natura e delle arti la musica eseguita in cima). Sarà un inno alla bellezza che trova il suo maggior compimento nella vita umana, nessuna esclusa”
L’iniziativa ha avuto un esperimento prova lo scorso anno quando sulla vetta della Tosa le guide alpine accompagnarono anche un ragazzo disabile e per la prima volta si dimostrò la fruibilità della montagna per tutti.
Se non bastassero le emozioni, a siglare l’evento sono risuonate le note dell’Inno alla Gioia nella vallata interpretate da due musicisti da una vetta all’altra, fra Sella e Brenta.
Per scalare una montagna c’è bisogno di preparazione fisica e mentale, non si improvvisa, i rischi rimangono per tutti, ma grazie a queste iniziative anche i nostri teppautistici possono provare, con l’allenamento e le guide preparate a farlo in sicurezza.