Cosa fare

Tommy alla conquista del Monte Ziolera

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A proposito di vacanze montane per teppautistici audaci vorrei portare il mio contributo alla causa raccontando l’esperienza di mio figlio Tommy, notoriamente refrattario a qualsiasi attività fisica che impegni più di tanto muscoli e sistema cardiocircolatorio. La sua fobia nei confronti delle salite e ormai proverbiale. Abbiamo voluto sfidare la sorte e siamo venuti in val di Fiemme a Cavalese ospiti del Park Hotel Azalea che tra i tanti pregi ha anche quello di essere autism friendly.

Manuela Demattio, che gestisce con passione l’albergo ereditato dalla famiglia, ha organizzato per gli ospiti un’escursione di quelle toste per gli appassionati di trekking. Ci siamo accodati io, Tommy e Filippo senza saper minimamente di che si trattasse.
Di prima mattina siamo partiti con Manuela e un manipolo di irriducibili delle alte vie alla volta di Passo Menghen. Arrivati in loco 2000 metri abbiamo preso un sentiero in salita piuttosto stretto per arrivare alla forcella. Cammina cammina sempre in salita in attesa che il Tommy cominciasse a dare i primi cenni di insofferenza
Che sono arrivati accompagnati da soste, bevute d’acqua e sollecitazioni a muoversi, insomma nel giro di un ora siamo giunti in loco senza sapere però che era solo l’inizio dell’avventura

Alla nostra sinistra si ergeva maestoso il Monte Ziolera (2478 m.) e presi da una certa euforia abbiamo deciso di arrivare in cima dove s’intravvedeva una croce. La salita a questo punto diventava impervia. Manuela che si considera un’incosciente ha detto: “Proviamo”.
E così Tommaso che odia le salite s’e arrampicato su per la pietraia ed è arrivato in vetta. “E stata un’esperienza straordinaria – dice Manuela – abbiamo instaurato un rapporto di fiducia e Tommy si è sentito sicuro”. Per prevenire l’ansia ci siamo inventati un sistema di tappe prestabilite. Cioè si andava un po’ in alto anticipando visivamente il luogo della sosta. Quasi sempre un sasso ben preciso. Tommy doveva ubbidirci perché la salita è difficile e si cammina a ridosso della montagna su un sentiero di sassi e basta sbilanciarsi un attimo per finire nel vuoto.

A ripensarci Tommy ha fatto un ‘impresa, anche perché arrivati in cima sotto alla croce siamo scesi dall’altro lato della montagna per raggiungere il Lago delle Buse, è stata una discesa altrettanto impegnativa tra pietraie e sentieri scoscesi e sospesi nel baratro.
E Tommaso non si è mai lamentato rispettando le nostre richieste. Il segreto è solo quello di aver creato un rapporto di fiducia. Nell’ultimo tratto addirittura Tommy ha superato tutti e andava spedito tra salite e discese saltellando tra rocce e sentieri scoscesi sicuro di sè. E stato un momento bellissimo.

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