Da carie ad ascessi. Il triste destino dei denti degli autistici romani
Chiude il day surgery del Nuovo Regina Margherita: gli interventi si spostano nelle sale operatorie del Santo Spirito, ma non quelli di odontoiatria. A Roma, quindi si perde l’ennesimo servizio a disposizione di chi ha necessità di anestesie anche per le cure dentali. Primi nella lista i nostri teppautistici che d’ora in poi, per essere salvati da una carie, rischiano di dover aspettare mesi nei pochi reparti rimasti, specializzati nell’assistenza a pazienti speciali come loro. La denuncia da Francesca Geloso, mamma di Luca, autistico di 17 anni, tra gli ultimi interventi eseguiti nell’ospedale trasteverino.
“Quando gli dicono di aprire la bocca non capisce perchè, si agita e ci vogliono almeno tre sedute per provare a convincerlo a stare seduto e farsi controllare i denti. Un’attenzione speciale che avevo finalmente trovato nel reparto di odontoiatria del Nuovo Regina Margherita e che ora io e Luca dovremo cercare altrove, finendo nelle lunghe liste di attesa del San Filippo Neri o dell’Umberto I, tra i pochi ospedali che offrono un servizio dedicato alle speciali cure per i denti dei nostri ragazzi.”
Francesca Geloso è una mamma romana che ne ha passate tante: Luca, il suo ragazzone di 17 anni, è un autistico non verbale, con frequenti crisi epilettiche; è rimasta vedova; sola, non può lavorare perchè a scuola le ore diminuiscono ogni anni di più; ma non vuole mollare. Per questo non accetta che le venga sottratta una delle poche oasi di pace trovate: il reparto di odontoiatria del Nuovo Regina Margherita. Ci viene da Casal Palocco, l’altra parte della città, perchè è l’unico posto dove Luca si è sentito accolto e ha accettato di farsi curare una carie importante, con la sicurezza di poterlo fare in anestesia totale in un ambiente pronto ad intervenire ad ogni emergenza.
“Siamo stati tra gli ultimi purtroppo, quando mi hanno comunicato, la scorsa settimana, che non sarà più garantito il servizio mi sono proprio arrabbiata. Per curare i denti ai nostri ragazzi c’è bisogno di anestesie e quindi di sale operatorie che al Nuovo Regina Margherita chiuderanno. Passa tutto al Santo Sprito, ma, a detta dei medici che sono come noi, sospesi, nell’attesa di informazioni, pare che questo non varrà per gli interventi ai denti nè per noi, nè per tutti coloro che anche con patologie più gravi hanno bisogno di una preparazione pre e post per un’estrazione. Non è poi solo una questione di chirurgia, questo è un centro che lavora così bene, con così tanta attenzione oltre alla professionalità, quella che serve ai nostri figli per conquistarne la fiducia. Finisce sempre così: i nostri ragazzi avrebbero bisogno di più e si ritrovano di meno.”
La Regione Lazio ha deciso: mancano fondi e si accorpano gli ospedali, nel caso del Regina Margherita si chiudono le sale operatorie e tutto passa al Santo Spirito, ma nel passaggio deve essere sfuggito ( speriamo che qualcuno ci smentisca) l’utilizzo delle sale operatorie per gli interventi odontoiatrici. Se così verrà confermato, per curare una carie si potranno aspettare anche 5 mesi.
“Luca è in cura al Nuovo Regina Margherita da un anno, ma ad agosto, quando si è rotto un dente e mi sono accorta della carie, avevo provato a chiedere anche al San Filippo Neri, mi hanno dato appuntamento a gennaio con rischio di finire anche a febbraio, saremmo passati così definitivamente all’estrazione. Per lui quindi il doppio delle sedute e la necessità forse anche di tre anestesie totali. C’è bisogno di reparti specializzati, invece chiudono o riducono le funzioni dei pochi che resistono: rendono impossibile anche curare i denti ai nostri ragazzi”
Con Francesca si stanno mobilitando anche altri genitori che non appena appresa la notizia della chiusura del servizio del Nuovo Regina Margherita hanno visto profilarsi un futuro di lunghe attese, insieme rivolgono una semplice richiesta alla Regione: “Non chiudete il day surgery del Nuovo Regina Margherita, non toglieteci questa possibilità di curare i denti dei nostri figli, anzi concedete a chi ne ha bisogno, come i nostri ragazzi, di poter trascorrere anche una notte dopo interventi impegnativi.”
Ci facciamo latori del loro appello e speriamo che le carie non diventino ascessi nell’attesa di una risposta.