Renzi si dimette, ma rivendica tra i risultati ottenuti: la legge sull'autismo e quella sul Dopo di Noi
“Lasciamo la guida del Paese con un’Italia che ha finalmente una legge sul terzo settore, sul DOPO DI NOI, sulla cooperazione internazionale, sulla sicurezza stradale, sulle dimissioni in bianche, sull’AUTISMO, sulle unioni civili.” Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel discorso di commento al risultato del referendum, annunciando le dimissioni, rivendica come risultati importanti dei suoi mille giorni di governo anche la legge sull’autismo e quella sul dopo di noi. Una scelta che colpisce e incuriosisce. Abbiamo chiesto un’opinione a chi, come Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS, quelle due norme le ha aspettate da anni, analizzate e criticate nel loro percorso, riconoscendone comunque l’importanza.
“Mi ha stupito, non credevo che le citasse come passaggi fondamentali del suo percorso di governo. In effetti le due leggi hanno luci e ombre, ma è innegabile che dopo anni di attese, divisioni e rinvii, è stato importante che siano state approvate.”
Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS, ha appena concluso un convegno a Rimini per la giornata internazionale per la disabilità nel quale si è discusso di diritti umani e qualità della vita anche per noi autistici. E’ abituato ad essere severo nei giudizi, attento a non cedere a facili entusiasmi solo perchè le problematiche, da sempre vissute e sostenute, vengono prese in considerazione da chi ha il potere di lavorare per la soluzione. Anche sulla legge sull’autismo e su quella del Dopo di Noi non sono mancate sue osservazioni nette per richiamare mancanze evidenti.
“Ho definito la 134/2015 ( legge sull’autismo) una bella cornice senza quadro per via dell’assenza di copertura economica e della definizione dei LEA ( livelli essenziali di assistenza). A prescindere però da queste criticità è innegabile che abbia prodotto attenzione da parte di Regioni e ASL nel creare centri diurni e prestazioni dedicate agli autistici. Per i Lea la discussione è in corso nella Commissione al Senato e non si fermerà per l’eventuale crisi che si dovesse aprire. La valutazione quindi è positiva, la pratica attuazione la avremo nei prossimi mesi. Per la legge cosiddetta sul Dopo di Noi, la 112 /2016 siamo stati invece “fortunati”, perchè c’erano i soldi prima che venisse approvata. Sono stati bloccati 90 milioni di euro nel fondo della Presidenza del Consiglio che poi sono stati trasferiti a finanziare la legge a giugno quando è stata approvata.
La firma la scorsa settimana del decreto attuativo da parte del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, fissa i requisiti per l’accesso alle prestazioni a carico del Fondo e stabilisce la ripartizione tra le Regioni delle risorse (pari a 90 milioni di euro per il 2016), rende quindi operativa anche questa legge. Le risorse a disposizione non sono molte ma sono state stabilizzate fino al 2018 e anche per le annualità successive. Per la prima volta si consente alle famiglie di progettare durante, il futuro dei propri figli. Mancano due decreti per la definizione delle regole per i benefici fiscali e per la divulgazione, ma il cuore della legge è salvo.”
Senza timore di piaggeria, ma con la necessità di essere obiettivi, Speziale ricorda come per entrambi le norme giacessero, da anni e da vari governi, diversi disegni nei cassetti. “C’è stata una volontà politica che ha portato ad unificare e a far diventare legge, destinando anche delle risorse per renderle applicabili. Mi ha stupito, ma credo che sia giusto che il Presidente del Consiglio abbia rivendicato il lavoro su queste due leggi, perchè le ha portate a casa e non era scontato. Ora sta alle Regioni far partire bandi e progetti per dare le giuste risposte alle famiglie.”
Sulle leggi citate come fiori all’occhiello dell’operato del governo, anche noi abbiamo manifestato dubbi, perplessità, giudizi aspri, riconoscendo comunque il merito per l’attenzione e la determinazione nel tentare di strutturare e regolare sforzi, percorsi e angosce delle famiglie di noi autistici.
Cari autistici i lea promessi è meglio che ve li scordiate tanto non esistete
Per noi autistici preparate la camicia di forza, a 18 anni ci hanno condannato ad essere psicotici
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