Riforma del sostegno, così non va: ecco le ragioni della Fish
I decreti attuativi della Buona scuola non migliorano affatto l’inclusione, ma rischiano addirittura di far peggio. E’ andata a dirlo, forte e chiaro, la Fish ieri alle Commissioni della Camera che stanno esaminando i decreti per il relativo parere. E parla con cognizione di causa, la Fish, visto che all’elaborazione di questa riforma aveva partecipato attivamente, presentando una proposta di legge, la 2444. Proposta che, nel testo del decreto approvato in Consiglio dei ministri, è stata per lo più messa da parte.
Ed ecco cosa afferma il presidente della Fish, Vincenzo Falabella, di ritorno dall’audizione alla Camera:
Sono norme che possono segnare in modo determinante la qualità didattica e, prima ancora, l’effettiva inclusione degli alunni e studenti con disabilità. Sulla rilevanza di questo momento sentiamo tutto il sostegno, ma anche la preoccupazione, di migliaia di famiglie. Abbiamo, quindi, vissuto e condotto questo confronto con particolare determinazione e fermezza, anche perché le premesse e le proposte sono molto lontane dai principi e dalle soluzioni che perseguiamo da sempre
Le osservazioni di FISH, contenute in una dettagliata e ponderosa memoria, non riguardano solo lo schema di decreto sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (Atti del Governo, n. 378), ma anche altri 3: n. 377 (formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria), n. 380 (scuola d’infanzia), n. 384 (valutazione e certificazione delle competenze).
Non abbiamo espresso solo osservazioni, critiche, suggerimenti a tutto tondo, ma anche richieste che riteniamo irrinunciabili per poter considerare questi provvedimenti per lo meno non in contrasto con la Costituzione e con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. – prosegue Vincenzo Falabella – Vista l’ampiezza degli aspetti sollevati e il dettaglio dei rilievi abbiamo raccolto la disponibilità da parte delle relatrici delle Commissioni a ulteriori confronti di approfondimento.
Queste, in sintesi, le richieste principali avanzate da Fish: partecipazione di tutti gli attori (persone con disabilità, famiglie, enti locali e sanitari), formulazione del profilo di funzionamento, quantificazione delle risorse per una effettiva inclusione, concreta realizzazione della continuità didattica, in particolare dei docenti per il sostegno, sullo stesso alunno con disabilità. Si chiede poi la declinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in tema di inclusione scolastica alla determinazione del tetto massimo inderogabile di 22 alunni per classe di ogni ordine e grado, in presenza di uno con disabilità grave o due con disabilità non grave. E ancora: il riconoscimento del ruolo educativo degli asili nido (0-3 anni) con l’esplicitazione del diritto all’istruzione precoce dei bambini con disabilità di età 0-6 con priorità di accesso.
Si chiede poi, con forza particolare, che la formazione iniziale sulle didattiche inclusive riguardi tutto il personale scolastico, in particolare i docenti curriculari di scuola secondaria.
Ci sentiamo in una posizione di forza – conclude Falabella – Abbiamo dimostrato al contempo capacità tecnica nel proporre soluzioni sostenibili e la presenza politica che deriva dalle istanze di migliaia di famiglie. Ci auguriamo prevalga quella ragionevolezza necessaria a modificare i decreti proposti e a riaprire il confronto.