Angsa presenta i 4 punti irrinunciabili per l'inclusione scolastica
Formazione, continuità, famiglia e valutazione: sono queste le “parole d’ordine” per inclusione, contenute nella Memoria che Angsa ha depositato alla Camera, dopo l’audizione in Commissione sui decreti attuativi della Buona Scuola. Nel ribadire i contenuti della Memoria della Fish, di cui fa parte, Angsa sottolinea e sviluppa quattro degli otto “punti irrinunciabili” contenuti nel documento della federazione. Punti che ci interessano particolarmente, qui, perché hanno un impatto diretto sulla vita scolastica dei #teppautistici. I quali, tanto per dirne una, stando al decreto non potrebbero più conseguire neanche il diploma di licenza media. E Angsa non ci sta. Ecco i suoi 4 “punti irrinunciabili”.
Formazione dell’intero corpo docente “per favorire l’inclusione scolastica, che purtroppo è ancora molto lontana dalla realizzazione. Lo sarà quando entrando in una classe non si vedranno differenze fra gli alunni. Ma in mancanza di una preparazione idonea per poter affiancare alunni e studenti con una disabilità come lo spettro dell’autismo – evidenzia Angsa – il banco in fondo all’aula, nella migliore delle ipotesi, sarà una costante. Introducendo nelle classi di concorso la separazione delle carriere- osserva l’associazione – si potranno avere docenti per il sostegno motivati e preparati, e ciò ancor più se tra gli insegnamenti comparisse la Pedagogia e Didattica Speciale, conditio sine qua non per garantire un approccio corretto nei confronti della persona con la sua disabilità, che la rende un unicum irripetibile”.
Continuità, “assolutamente non garantita dal decreto, lasciando spesso che il diritto allo studio dello studente con disabilità rimanga solo una parola privata di contenuti, se ogni anno e spesso più volte l’anno, ci si ritrova nella condizione di ‘formare’ il docente di turno sull’autismo dell’alunno al quale viene assegnato.
Ruolo della famiglia: “le conquiste di questi anni – annota Angsa – sono completamente azzerate in questo schema di decreto, così come il valore del Pei. Troppo spesso i genitori si devono confrontare con la spocchia di chi pretende di sapere cosa fare – riferisce l’associazione – solo avendo letto una dispensa e non cerca nella famiglia un alleato”.
Valutazione nella secondaria di primo grado. “Imprescindibile non cambiare la legislatura vigente del DPR 122/09, art. 9, comma 2 – afferma Angsa – in cui le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie e non inficiano il conseguimento del diploma di licenza media. Secondo lo schema di decreto, Atto di Governo 384 – osserva l’associazione – avranno diritto al diploma solo gli alunni che supereranno prove equipollenti, il che vuol dire letteralmente rubare il futuro al futuro. Le persone nello spettro dell’autismo che fino ad oggi potevano aspirare a rientrare nelle liste protette per un inserimento lavorativo, a loro consono, si vedranno adesso chiusa anche quest’opportunità. Più che una risposta all’inclusività – commenta Angsa – questa sembra una risposta ad una selezione sociale che mira a far scomparire i più fragili, emarginandoli e rendendoli sempre più un peso che una risorsa”.
In conclusione, Angsa si augura, insieme alla Fish, che s”i possa riaprire il confronto con i rappresentanti delle famiglie degli alunni e studenti con disabilità, confidando che non si voglia condannare la scuola italiana a tornare indietro, invece di fare quel salto di qualità verso una vera inclusività”.