Diploma per gli autistici e non solo, il Miur fa dietrofront. Ma sul serio?
Dopo le critiche piovute da esperti, insegnanti e associazioni, che in parte su queste pagine abbiamo ripreso, il ministero sembra costretto a un dietrofront. La riforma contenuta nei decreti attuativi della Buona scuola – quello sull’inclusione ma non solo – decisamente non ha riscosso successo. E il ministero, viste anche le audizioni nelle commissioni parlamentari competenti e l’incontro con la Fish, alcuni giorni fa, ne ha preso evidentemente atto.
Soprattutto deve essersi reso conto, l’ufficio del ministero, che la storia del diploma di licenza media concesso solo a chi supera le prove equipollenti (e negato perciò a tutti i #teppautistici, “abbonati” alle prove differenziate) non poteva andare liscia. Così ieri sera la ministra Fedeli ha diramato una nota, in cui rassicura tutti e promette che le bruttezze e gli errori (o gli orrori?) contenuti nella riforma saranno rivisti e corretti. Vi riportiamo qui di seguito il testo completo del comunicato, lasciando aperta la domanda: il ministero cambierà davvero nella sostanza questi decreti, invertendo la rotta e mettendo mano all’impianto concettuale che ispira il decreto inclusione (come qui Speziale chiedeva e suggeriva), o si limiterà a mettere qualche toppa, per ottenere soltanto di ricucire qualche strappo?
Scuola, Fedeli: “Miglioreremo decreto su inclusione scolastica. Studentesse e studenti con disabilità devono avere pari opportunità formative”“Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro”. Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli risponde alle preoccupazioni espresse da famiglie, organizzazioni sindacali e associazioni che si occupano di disabilità in merito ad alcune disposizioni contenute nel decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione scolastica. Con particolare riferimento agli esami conclusivi del primo grado.“Voglio rassicurare– aggiunge Fedeli – famiglie, sindacati e associazioni. Il decreto attuativo sull’ inclusione scolastica nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all’ altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare. Abbiamo chiaro che la disabilità è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità e la nostra azione sarà improntata su questo principio cardine”. Nei giorni scorsi la Ministra Fedeli ha incontrato diversi rappresentanti delle associazioni per ascoltare le loro istanze e gli stessi sono stati ascoltati nelle Commissioni che stanno esaminando il decreto in Parlamento e nell’Osservatorio sull’inclusione del Miur. “Rispetto all’esame di secondaria di primo grado – aggiunge la Ministra – la stessa legge 104 del 1992 stabilisce chiaramente che le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo debbano essere verificati in base agli obiettivi del Piano educativo individualizzato, affinché si possa ragionare sulle abilità specifiche sviluppate e potenziate durante gli anni di studio. Continueremo su questa strada e rafforzeremo una scuola di diritti e di opportunità che metta al centro le ragazze e i ragazzi, le loro peculiarità e il loro desiderio di futuro. Vogliamo costruire per loro una scuola che li accompagni nel domani. E una società che li accolga e faccia della loro diversità un’occasione di crescita globale”. |