Pensare Ribelle

E' l'Aspie day, l'orgoglio Asperger infiamma i social con Aspironìa

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Che cosa vuol dire ricordare la Giornata mondiale della sindrome di Asperger? Prima di tutto ricordare  Hans Asperger che è nato, appunto,  il 18 febbraio del 1906.  “Ma il motivo dell’importanza di questa giornata per tutti noi: persone Asperger, genitori, nonni, amici… forse a qualcuno sfugge”. Ne prende atto Aspironìa, un  gruppo che, soprattutto tramite i social, si è dato il compito di far conoscere questa sindrome, anche con leggerezza e, appunto, ironia. Ma è con molta serietà che oggi ci racconta, in poche righe, cosa significa, nella storia e nella vita di ogni giorno, essere Asperger.

 

Mi ci rendiamo sempre più conto che in giro, dello spettro autistico e della sindrome di Asperger se ne sa davvero poco – scrive Aspironìa – La parola ‘sindrome’ spaventa (qualcosa di contagioso forse?). E a chi non ci si ritrova in mezzo, poco interessa capire di cosa si stia parlando. Questo è un grosso problema, perché influisce sulla qualità della vita di tutti noi, soprattutto dei bambini e dei ragazzi Asperger. I più fragili, con un’autostima, un carattere e una personalità in via di formazione e certe uscite infelici finiscono per fare dei grossi danni.aspironia

E così i bambini e i ragazzi Asperger finiscono “spesso etichettati come ‘esagerati’, come ansiosi i genitori (se non peggio). Gli invisibili dell’autismo, più fortunati sotto tanti punti di vista, ma invisibili. Perché  “è solo un po’ strano”, “è solo timido”, “è solo …’. È solo!”. Così come soli sono anche tanti adulti Asperger:

Compressi, ripresi, repressi, corretti, educati, rieducati, anestetizzati. Resi diffidenti, impauriti, chiusi, arrabbiati,  incattiviti, schiacciati! Il prezzo che abbiamo pagato in molti è stato grande, per alcuni enorme. Tanti hanno passato le loro vite nei manicomi, molti sono stati imbottiti di farmaci senza alcuna logica, tante donne sono state abusate – ricorda Aspironìa – E nonostante questo, abbiamo ancora voglia in tanti di aprirci al mondo, di capirlo, vogliamo capirlo! Vogliamo e siamo ansiosi di farci capire e conoscere. Voglia di correggere il mucchio di stereotipi sbagliati che sentiamo da insegnanti, medici, gente comune, amici, parenti, ogni giorno delle nostre vite. La strada da fare è tanta, ma anche noi siamo tanti anche se non ci vedono. Noi per primi dobbiamo cominciare a vederci, smettere di lamentarci e cominciare a fare qualcosa per diffondere almeno un po’ di conoscenza. Almeno quella, perché poi di cose da fare ce ne sarebbero davvero tante.

Per essere più chiari, stavolta ricorrendo al linguaggio “ironico” che hanno scleto, quelli di Aspironia hanno pubblicato poco fa anche un video che vuole far piazza pulita di fantautismi vari

 

E proprio per questo, per mostrarsi come sono, per metterci la faccia, per dire “noi esistiamo, noi ci siamo”, Aspironìa lancia un’iniziativa mediatica: nella giornata del 18 febbraio (ma non solo) pubblicare su Facebook una foto: un propri ritratto con la scritta “#Aspiefriendly”:

Puoi essere tu, il tuo cane, gatto – precisa il gruppo – anche una pianta, un giocattolo. Basta che la foto sia pubblica e che riporti in descrizione l’hashtag. Facciamoci vedere!

Anche noi vogliamo contribuire al loro  sforzo di far conoscere questo “autismo invisibile”. E lo facciamo pubblicando qui anche un altro video, in cui prende la parola un giovane Asperger, Emmanuel, attore della Piccola compagnia del Piero Gabrielli. Ci racconta, in modo semplice, il complicato mondo degli Asperger come lui.

 

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