Vacanze romane di Marina Viola da Boston
Per un paradosso spazio temporale un giorno ho incrociato Marina Viola da Boston sotto casa mia. Me la sono portata un po’ a zonzo con Tommy poi se ne è andata dalla nostra vita in punta dei piedi come c’era entrata. Marina è una di quelle amiche che bisognerebbe inventarle…E’ sempre vicina ma da lei ci separa un oceano…Ecco l’ infame reportage che mi ha mandato della sua vacanza romana…Durata solo qualche ora. (GN)
L’anno scorso dovevo andare a trovare Tommy e Gianluca a Roma, ma poi all’ultimo momento non sono potuta andare, quindi quando quest’anno ho chiamato casa Nicoletti per dire “arrivo”, Gianluca era un po’ scettico. “A che ora?” “Non lo so, verso le 11?” “Fai un po’ quel cazzo che vuoi, ma arriva”, mi sono sentita dire. Io gli voglio bene, al Nicoletti.
Dopo una serata finita alle tre del mattino a Bologna, ho preso un treno alle 8:45, sono arrivata a Roma Termini alle 11 e ho raggiunto Gianluca alla radio, dove stava per andare in onda la sua trasmissione, a cui ho assistito in sala regia. Verso l’una mezza siamo andati a pranzo in un ristorantino, e poi ci siamo incamminati verso casa.
Tommy era a letto, a riposare e suo fratello Filippo stava facendo esercizi di piano. Natalia mi ha accolto con affetto e mi ha mostrato dove avrei dormito: nella cameretta di Tommy.
La cosa mi ha stupito, perché per mio figlio Luca la sua camera è off limits anche per me a volte: è la sua tana, il suo spazio di cui è molto geloso, dove può fare tutto quello che vuole senza rompicoglioni che gli impongono regole che lui non capisce.
Luca si siede sulla sua sedia a dondolo, spesso nudo, e ascolta la sua musica con l’iPad, e chi lo interrompe viene cacciato con un chiarissimo GO AWAY! WANT TO BE ALONE. Certo, non si possono fare confronti: le persone autistiche sono persone e in quanto tali, sono diverse l’una dall’altra. Mi sono andata a riposare per un’oretta e ho osservato lo spazio di Tommy: una scrivania bianca, una libreria con libri per bambini, una foto di lui piccolo, una televisione, dove gli piace vedere i film di Walt Disney e un bel letto, comodissimo. Un disegno tutto nero fatto probabilmente da lui, appeso sull’anta dell’armadio bianco.
Dopo poco torno in sala e Tommy è sveglio, si deve preparare per andare dal dottore con Marco, il suo terapista che viene tutti i giorni. Mi vede e mi dà un bacio in fronte. È di una dolcezza infinita, il mio amico Tommy. Gli si chiede di andare a prepararsi, cosa che fa senza battere ciglio, e va via con Marco. Tornano dopo poco e decidiamo di fare un bel giro per Roma, che io non conosco. Anche qui mi viene da fare un confronto con Luca, che invece è la pigrizia fatta persona e se gli proponiamo di fare una passeggiata, deve essere breve e cammina lentissimo, come a dire che lui non avrebbe neanche voluto uscire.
Tommy invece segue il suo papà, e gli occhi vigili di Marco non lo mollano un secondo, anche se nessuno (tranne me, ma perché voglio io) deve tenergli la mano per stare con il gruppo. Roma propone delle meraviglie strepitose, ma io sono affascinata dal mio gigante amico Tommy, che gira per la sua città con la apparente spensieratezza di chi è come lui. Poi sia a me che a lui viene voglia di un gelato.
Ci fermiano di fianco al Pantheon e Gianluca ce ne compra uno a testa. Lui chiede sempre il solito: fragola e cioccolato e lo finisce in esattamente otto secondi. Io invece mi lancio sul nocciola e pistacchio. Sembriamo un po’ due bambini in giro con il papà. Verso sera, tutti un po’ stanchi, torniamo a casa. In macchina chiedo a Tommy: “Cosa vuoi fare quando siamo a casa?” e lui mi risponde: “divano!”. Anche io, divano.
Guardiamo insieme a Filippo La Carica dei 101, notando stranamente che la fatina di Cenerentola e la governante nella Carica dei 101 sono esattamente la stessa persona. Tommy invece guarda attento, senza partecipare ai nostri commenti sarcastici.
È pronto!, dice Natalia dalla cucina. Andiamo a mangiare e chiacchieriamo un po’ di tutto. Filippo mi racconta entusiasta del suo viaggio in Corea, dei suoi progetti futuri. Tommy invece mangia, in silenzio e velocemente, per poter tornate davanti alla tele. In questo, penso, è esattamente come il suo collega Luca, detto Shmoo.
L’indomani mattina sveglia presto per andare, io Tommy e Gianluca, al Colosseo, che io non ho mai visto. Sembra di entrare in un libro di storia, è un’esperienza molto forte, emozionante. Tommy dice: “Colosseo!”, e mi tiene la mano. Sembriamo due fidanzati durante le nostre vacanze romane. Ogni tanto se rimango indietro gli chiedo di aspettarmi, cosa che fa e poi mi dà la mano ancora.
Veniamo fotografati, io e lui, abbracciati e contenti anche se un po’ assonnati. Penso a quante foto siano state fatte nel Colosseo, nella stessa posizione, con lo stesso angolo, da miliardi di coppiette in luna di miele.
E poi noi due: coppia stravagante, due amici che si conoscono poco ma che hanno così tanto in comune, molto più delle coppiette, mi dico. Gli chiedo di abbracciarmi, cosa che fa, e click, viene scattata l’ennesima fotografia di noi due, dentro nella storia che adesso è anche un po’ nostra.
Marina Viola
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