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Inclusione scolastica: i genitori parte attiva nella stesura del Pei. Ora la palla torna al Governo

Teacher pointing to raised hands in classroom
E’ stata, ieri, la giornata della Buona scuola. E anche quella contro la Buona Scuola. Da una parte, scadevano ufficialmente i termini per la pubblicazione dei pareri delle Commissioni sugli otto decreti attuativi. Dall’altra, c’era lo sciopero generale, indetto dai sindacati, proprio contro questi decreti.

Ma cosa ne è stato, nel frattempo, di questi fantomatici decreti, e soprattutto dei due che ci interessano di più, cioè inclusione valutazione? Cosa si sono dette in merito le Commissioni, cosa hanno appuntato? E di cosa dovrà quindi ora tener conto il governo, in questo mese di tempo che gli rimane prima dell’approvazione?

Qualcosa di interessante, spulciando i pareri delle Commissioni, si trova. Partiamo dal decreto inclusione – il 378 – e dal relativo parere delle Commissioni Cultura e Affari sociali alla Camera. A segnalare le novità più interessanti è il Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi, che ha presentato, come altre associazioni, le proprie osservazioni alle Commissioni.

primo-giorno-scuolaPrima ancora che il parere sia pubblicato sul sito della Camera, il testo viene diffuso dalla rivista on-line Tecnica della Scuola e subito ripreso e commentato da Evelina Chiocca, componente del componente del direttivo Ciis (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno) e responsabile Scuola del Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi.

“Sono state accolte diverse modifiche, che come Coordinamento Famiglie Disabili Gravi e Gravissimi, con il sostegno e il supporto di molte altre associazioni e gruppi Facebook, avevamo proposto. Una, importantissima, riguarda il Pei, cioè il Piano educativo individualizzato che, come avevamo chiesto, viene ad essere non solo elaborato ma anche approvato dai genitori, esclusi in prima battuta.”

“Un altro punto importantissimo, accolto dalla Commissione – ci spiega ancora Chiocca – riguarda il profilo di funzionamento, alla cui stesura, nella prima versione del decreto, non partecipavano i genitori. Ora, invece, leggiamo che “il profilo di funzionamento è redatto con la collaborazione dei genitori del bambino, dell’alunno o dello studente con disabilità, nonché con la partecipazione di un rappresentante dell’amministrazione scolastica. E questa per noi è una grande vittoria. 

Non meno importante è la vittoria che riguarda il numero di alunni per classe: la prima versione del decreto elevava infatti a 22 il numero massimo di alunni in classe in presenza di disabilità. Ora la Commissione chiede che torni ad essere 20 il numero massimo.”

Niente da fare, invece, per l’importante “salto di qualità” che si chiedeva in materia di formazione iniziale degli insegnanti

Non è stata la richiesta di una formazione diffusa di tutto il personale docente, anche se va precisato che nei percorsi formativi sono stati introdotti crediti formativi relativi alle tematiche sulla disabilità. Secondo il Coordinamento, una scelta in questa direzione è oggi quanto mai irrinunciabile. Invece è stata persa un’importantissima occasione, quel ‘salto di qualità’ che avrebbe davvero portato a compimento la scelta dell’integrazione, iniziata nel lontano 1971, con la prima legge a favore dell’inserimento degli alunni con disabilità nelle classi comuni. Ma forse è presto per dire l’ultima parola? In sede di stesura definitiva potrebbero forse esserci ulteriori modifiche.

Per quanto riguarda invece l’altro decreto che qui più ci interessa, ovvero il 384 sulla valutazione, la Commissione Istruzione del Senato ha preso di petto il nodo più critico per disabili e autistici, vincolando il proprio parere positivo alla modifica relativa alle prove differenziate. Queste, secondo i membri della Commissione, vanno considerate “equivalenti” a quelle ordinarie per il superamento dell’esame e il conseguimento del diploma. In tal modo si manterrebbe la previsione del DPR 122/09 e si consentirebbe agli alunni disabili di conseguire il diploma di licenza media, sulla base di quanto previsto nel PEI e, conseguentemente, delle sue potenzialità e dei livelli di apprendimento iniziali.

Adesso la palla torna al Governo, che entro il prossimo mese dovrà approvare i decreti, decidendo se accogliere o meno le osservazioni delle Commissioni.

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