Buco Nero

Orrore a Napoli, undici minorenni violentano un ragazzo disabile

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Stupri di gruppo, minacce e angherie: 11 minorenni contro un ragazzo disabile. Violenze iniziate del 2013 e proseguite,impunite fino alla scoperta, atroce, da parte della mamma della vittim. E’ accaduto a Giugliano in provincia di Napoli.

Ha dovuto sentire con le sue orecchie le menzogne di 11 minorenni senza pietà e poi, ancora più doloroso, la verità di quanto hanno fatto, in branco, da 4 anni, a suo figlio disabile psichico di 13. Alla fine una madre di Giugliano, in provincia di Napoli, è riuscita a denunciare tutto ai Carabinieri e ciò che emerge, anche da quanto è riuscito a dire il figlio, è un orrore che nuovamente interroga tutti.

La notizia al momento è solo nella versione online del Mattino: 11 ragazzi minorenni, dal 2013, hanno perseguitato con violenze di gruppo, intimidazioni e vessazioni di ogni tipo un coetaneo disabile.

Il teatro dell’orrore: un vicolo isolato del centro del comune  napoletano e la casa di uno di loro. Per due anni lo avevano lasciato respirare, poi il capo branco lo aveva rivisto ed erano ricominciate le violenze.

La madre della vittima, raccogliendo segnali, ha voluto indagare, andando proprio da coloro che aveva intuito essere i responsabili dello stato di agitazione e prostrazione del suo ragazzo.

“Vostro figlio è gay perciò fa queste cose». Si è sentita rispondere da alcuni di loro. Ha bussato alle loro porte, parlato con i genitori. Ha ascoltato racconti scioccanti da chi evidentemente si sentiva coperto da quella odiosa giustificazione.

11 ragazzi, dai 13 ai 17 anni, a turno si davano appuntamento per violentare quel figlio doppiamente indifeso per via della sua disabilità psichica.

Abusi accertati dai medici.

Il ragazzo ora è seguito da uno psicologo,  mentre si aspetta il seguito delle indagini dei carabinieri innescate dalla denuncia della madre e dalle rivelazioni che è riuscito a comunicare la vittima.

E torniamo ad interrogarci sulle responsabilità di famiglie, scuola, opinione pubblica. Perchè 11 minorenni hanno ritenuto normale e persino divertente brutalizzare un coetaneo, per alcuni anzi un bambino, sentendosi liberi di farlo per strada e in casa di uno di loro?

Se una madre non avesse deciso di affrontare l’incubo cosa sarebbe accaduto?

L’interrogativo rimane sospeso, mentre aspettiamo il coro di voci che ora si alzerà indignato, per poi tacere di nuovo. Intanto crescono mostri che non devono spaventare solo i genitori di figli più deboli, ma tutti noi, ingiustificati impotenti davanti al lutto della coscienza.

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