Il film di noi autistici

Graziella: durante il film ho pianto come una fontana ma ora si riparte per Simone, Tommy e tutti gli altri

unnamed-3-1024x575

Continua il percorso per scoprire le reazioni dei protagonisti del film Tommy e gli altri , dopo la visione, commenti ricevuti compresi. Oggi è la volta di Graziella, la mamma sempre sorridente di Simone, autistico non verbale di 20 anni. Il ragazzo che dondola sempre, ma non per far ridere. Per lei tanta emozione alla prima proiezione: lacrime come solo per le interpretazioni di Meryl Streep; la conferma di chi non va oltre la forma e la sorpresa della condivisione di chi non avrebbe mai pensato.  Su tutto la convinzione che questo film rappresenti un mattoncino importante nella costruzione del futuro da inventare per suo figlio e per gli altri.

“Ho visto il film al Senato, da sola. Era dai tempi della Scelta di Sophie che non mi commuovevo in questo modo. Già dalla prima scena, la musica, le immagini, sentivo crescere un’emozione che non mi aspettavo. Ero seduta vicino al papà di Roberto, Bobo lo sciatore: piangevo e lui mi faceva coraggio.

Ho trovato il film geniale e dire che le cose geniali sembra che non appartengano alla realtà. Invece è stato rappresentato l’autismo nella nostra quotidianità reale. Noi non lo abbiamo mai interpretato come una malattia. Io cerco di portare Simone ovunque, lo avremmo portato ovunque se la società non ci avesse fatto diventare una famiglia di autistici con tutte le limitazioni conseguenti. In Chiesa non può venire con me, non parla, ma fa più rumore di dieci bambini e capisco che intorno si chiedano “Perchè l’ha fatto venire?”

La gente non capisce o non vuole capire. Io ho detto a tutte le mie colleghe che era uscito il film, che lo potevano vedere, ma i giorni successivi alla trasmissione non ho avuto nessun commento. Però ieri una collega mi ha detto che la figlia aveva postato su facebook il video di una orchestra di ragazzi autistici pensando a noi. Ci sono rimasta male, non l’ho fatto vedere, ma è chiaro il senso: mi mostro sensibile e attento all’autistico bravo, quello che nonostante tutto suona, ma il genitore che porta il figlio dal dentista e si sente dire che gli hanno tolto tutti i denti, preferisco non vederlo. Qui c’è un altro punto di forza del film, perchè mostra che questo succede, è la realtà. Poi ci sono i ragazzi autistici che suonano. ma lo fanno dopo tante ore di studio, preparazione e sforzi non solo sullo strumento. E’ una delle tante facce. Comunque se volevano pensare a noi veramente, dovevano postare il trailer del film e guardarlo. Non mi meraviglio però perchè purtroppo anche mia madre e mia sorella hanno reagito come pensavo, ma non avrei voluto. Ho dovuto faticare per farglielo vedere e poi mi sono sentita dire: “certo potevi parlare meno romano e poi sistemare meglio i capelli.” La forma che tutto copre per non ammettere la dolorosa sostanza di quanto ho detto durante le riprese seppure con il mio consueto sorriso, compresa la frase su mio figlio che per me e per il padre è un gioiello, direttamente dalla mia amata Anna Magnani.

La normalità è quella che racconta il film non quella che si vuole nascondere truccando l’accento o cotonandosi i capelli, per questo vorrei che si riuscisse a portarla nelle scuole, anche in quella nella quale è parcheggiato Simone. Ho chiesto al professore referente degli insegnanti di sostegno di parlarne con la preside: non sono io a volerlo ma il ministro. Finora non ho avuto risposte ufficiali. Avevo iscritto Simone in una scuola con l’indirizzo psico pedagogico contando sulla presenza maggiore di ragazze più sensibili, ma non c’è stato grande affetto nei suoi confronti nè tanto meno attenzione.

graziellasimone
Graziella e Simone sul set di Tommy e gli Altri

Simone, però ribadisco è il nostro gioiello, io non sono una madre appiccicosa, ma amo stare con lui. Lui non parla, ma comunica e io lo capisco. Il giorno delle riprese è capitato in un periodo in cui era insofferente non voleva stare a casa, per questo l’ho fatto girare per ore prima che arrivassero con le luci e con la telecamera. Mi ha sorpreso: in tutta quella confusione era contento. Lui ama stare tra la gente anche se protetto nel suo mondo.

Per fortuna le belle persone ci sono e ti regalano le emozioni che meno ti aspetti, come i gestori della pizzeria di Viale Carso dove sono cresciuta. “Vi abbiamo visto nel  film, che bella cosa avete fatto, speriamo bene per voi!” Loro fanno tardi la sera, sono stanchi, ma di sabato avevano visto Tommy e gli altri e lo avevano capito “favoloso, favoloso!”

Del film mi rimarrà soprattutto la frase finale di Nicoletti quando dice che per noi genitori il tempo è vigliacco e spiega il perchè. Ogni notte quando metto a dormire Simone sento come se mi scappasse il tempo, se ne avessi ancora troppo poco. Lo faccio andare in viaggio, lo lascio libero, provo a fargli fare delle cose, so che tra qualche anno, se non racconterò stupidaggini, non troverò posto in un centro che lo segua bene, almeno qui a Roma, allora me lo tengo vicino pensando chissà forse apriranno qualcosa di migliore che non lo lasci solo tra disabili anziani.

Tutta questa angoscia mista a speranza nel film sono riusciti ad esprimerla, come io, pur essendo una chiacchierona, non riuscirei mai. Da qui però non ci si ferma, ma si riparte per Tommy, Simone e tutti gli altri.

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio