La nostra diversità sconfitta nell’orto della Luiss
Giovanni Lo Storto è il Direttore Generale dell’Università Luiss Guido Carli. Dirige un prestigiosissimo ateneo dove si forma l’ élite di specialisti, di cui gran parte andrà a gestire aziende o comunque a rivestire ruoli importanti per l’economia del paese. Giovanni è la persona che ha aperto la sua Università ai nostri “Autistici e Giardinieri”. Un progetto d’inclusione per ragazzi autistici che sono avviati alla professione di ortisti e giardinieri. Perchè noi potessimo realizzare concretamente questa sperimentazione Giovanni Lo Storto ci ha ospitato nel giardino della Luiss e ci ha messo a disposizione personale e strutture.
Grazie agli educatori specializzati formati da Luigi Mazzone, grazie all’agronoma Beatrice Marucci e grazie a tutti i colleghi della Luiss, di cui cito Claudia Giommarini, abbiamo lavorato egregiamente per due stagioni e riprenderemo a settembre in una sua fase più specializzata del progetto. Non ultimo ricordo che Giovanni Lo Storto è stato il primo finanziatore del film “Tommy e gli altri” con una mitica raccolta fondi tra i suoi studenti. Se non ci fosse stato lui non avremmo mai cominciato il nostro film!
Premesso questo, oggi sono andato alla nuova fantastica sede del Campus della Buisiness School della Luiss a Villa Blanc, dove si sarebbe svolta la presentazione del nuovo libro di Giovanni Lo Storto: “Ero Studente”, in cui direttore generale della Luiss, spiega come “allargare” la formazione con un approccio innovativo. Che educhi alla teoria senza tralasciare la pratica. Non solo studio quindi, ma anche spunti nuovi, esperienze e opportunità: “attività manuali, pratiche, fatte di sacrifici; l’incontro con l’altro, il volontariato”.
Erano presenti alla presentazione la Ministra del MIUR Valeria Fedeli, La Presidente Luiss Emma Marcegaglia e il Rettore Paola Severino. Insomma un parterre di gran rispetto. Io ascoltavo tra il pubblico e Instagrammavo con l’amica Eleonora Daniele. A un certo punto Pino Insegno ha letto alcune pagine del libro, tra queste una mi ha fatto commuovere, anche se il libro Lo Storto l’avevo letto e ne avevo parlato alla radio (Ascolta la puntata) .
Era un passaggio tratto dal capitolo in cui l’autore parla di “diversità”, racconta di suoi progetti speciali, in cui ha coinvolto studenti, e riporta alcune testimonianze. Tra queste cita e commenta la lettera che gli ha scritto la mamma di uno dei nostri ragazzi. Parole semplici, che forse fanno parte dei discorsi quotidiani di noi genitori di autistici, ma devo dire che forse perché lette dall’insigne maestro Insegno, forse perchè eravamo davanti a importanti autorità, forse perché seduti al centro di un fantastico giardino d’inverno, che sembrava uscire da un libro di fiabe…Bè per la prima volta mi sono reso conto che un passo avanti nella battaglia culturale per dare una dimensione di dignità ai nostri figli forse l’ abbiamo fatto. Di questo ti sono veramente e infinitamente grato… Grazie Giovanni!
ECCO UN ESTRATTO DEL CAPITOLO CHE PARLA DI NOI AUTISTICI
La diversità sconfitta nell’orto con i ragazzi di Autistici e GiardinieriMio figlio è stato molto felice di fare il giardiniere, per tre mesi, in un orto condiviso di circa mille metri quadrati. Mio figlio è un ragazzo autistico. Un ragazzo piuttosto introverso, schivo, con addosso tutta la fatica e l’incertezza di reggere la propria diversità e di riuscire a relazionarsi con il mondo esterno. Forse per questo, per avere vinto questa sfida innanzitutto con se stesso, mio figlio ha provato una grande gioia a zappare, rastrellare, innaffiare, piantare ortaggi e piccoli alberi da frutta, proprio come un vero giardiniere. Un entusiasmo, a proposito di condivisione, contagioso, visto il clima di armonia che si è creato dal primo giorno nel gruppo. Tutto potevo immaginare tranne che vedere un giorno mio figlio tornare a casa, dopo il lavoro nell’orto condiviso, con un sorriso stampato in faccia, raro nella sua vita: la felicità per avere mangiato le verdure che lui stesso aveva piantato. Un piccolo gesto per una grande gioia. (…) Di solito i nostri figli hanno bisogno di tempo, anche tanto, per superare le novità, sia che si tratti di persone sia nel caso di specifiche situazioni di vita. Nell’orto invece tutto è diventato semplice e veloce, l’accettazione delle nuove figure è stata quasi istantanea, forse anche perché finalmente ci siamo trovati di fronte a un progetto modellato sulla base di specifiche esigenze di autistici adulti. Una novità, in quanto in Italia, spesso solo per ignoranza, si continua a parlare sempre e solo, anche a livello di interventi legislativi, di “bambini autistici”. Dimenticando però che i bambini autistici, come tutti i bambini, crescono, diventano adulti, e come tali maturano nuove esigenze. |