La sfida del padre di un autistico: nuoterà per 60 km da Stromboli a Tropea
C’è il nuoto in piscina e quello in mare in acque libere. Solo apparentemente sono la stessa cosa. Ma in verità il nuoto in acque libere è completamente diverso da quello in piscina, la tecnica e le capacità da sviluppare nel nuoto in acque libere sono molto diverse da quelle da usare in piscina. Molti grandissimi campioni di nuoto in piscina hanno apertamente confessato di non praticare il nuoto in acque libere perché intimiditi dal non riuscire a vedere il fondo. Io adoro quella sensazione di essere sospeso nel nulla fluido. Di notte poi questa sensazione si amplifica.
La luce della luna rende i contorni sfuocati, e tutto diventa un po’ magico. Quando poi le braccia fanno male e la testa ti dice di smettere allora subentra il gusto della sfida del non mollare anche se sembra assurdo continuare. Noi nuotatori “liberi” siamo un po’ folli, amiamo questa sensazione di andare oltre questa pigrizia e sperimentare cosa vuol dire essere parte del blu. Ma la vera differenza sta nel fatto che il mare è padrone. È lui il vero protagonista. Le correnti, il vento, la temperatura dell’acqua sono spesso imprevedibili e il nuotatore di acque libere deve saper gestire tutto questo. La vera natura del nuoto in acque libere sta nel senso, forse un po’ romantico, del essere parte di qualche cosa di molto più forte di noi.
Non esiste alcun allenamento che ti possa preparare al fatto che quando sei in acqua a due miglia dalla costa sei un ospite e non il protagonista. La natura, in questo spazio fisico e mentale è veramente forte. Un fantastico esercizio di umiltà. L’incanto di nuotare in mezzo al mare magari di notte con attorno solamente chilometri di acqua è indescrivibile. Non esiste parola che possa far capire cosa possa “rappresentare” essere cullati in un elemento amico che ti coccola. Questo è il nuoto libero, la possibilità di entrare in contatto con una natura incontaminata, senza intermediazioni. Solo tu, il tuo corpo la tua testa e l’acqua. Da questo amore molto romantico e irrazionale è nato il desiderio di fare la traversata Stromboli Tropea. Questa traversata non è mai stata provata e costituisce sia per il chilometraggio che per la difficoltà tecnica un’impresa piuttosto impegnativa. Infatti l’attraversamento di un tratto di mare di circa 60 km senza possibilità di un approdo intermedio è un fattore da tenere in considerazione. Questa indeterminatezza rende molto spettacolare questa traversata.
Se poi chi la fa non è un ragazzino ma un signore di 50 anni che lavora tutto il giorno e si allena la mattina presto e la sera tardi… Beh, credo sia un bel messaggio anche per i nostri giovani spesso delusi e sconfitti dalla vita ancor prima di iniziare a vivere. Chiunque voglia darsi un traguardo può raggiungerlo se veramente lo vuole e se ha l’umiltà ed il coraggio di mettersi in gioco con serietà e impegno. Io dico sempre ai miei figli che nessuno perde (nelle gare come nella vita) o si vince o si impara. Alcuni hanno fatto traversate anche più lunghe ma questa specifica traversata non è mai stata tentata prima. Ho fatto una analisi tra i miei amici nuotatori e nessuno tra quelli interpellati ha conoscenza di alcuna traversata nel mediterraneo di questa lunghezza e in questo specifico ambiente. Bisogna però essere sinceri fino in fondo, anche se sono un nuotatore forte non sono un pazzo. La traversata si terrà compatibilmente con le condizioni meteo-marine nel periodo a cavallo tra l’ultima settimana di Luglio-e la seconda di Agosto. Intendo partire da Stromboli (Spiaggia di Scari, località San Vincenzo) ed arrivare a Tropea dopo circa 25-30 ore di nuoto. Le uniche pause durante la traversata saranno per alimentarsi.