Benedetta e Joss Stone
Quest’anno per il compleanno ho regalato a Benedetta il biglietto per il concerto di Joss Stone, una delle più brave cantanti di soul. L’unica tappa italiana del suo lungo tour, partito nel 2014 con l’intento di toccare tutti i paesi del mondo, è stata al No Borders Music Festival di Tarvisio. Nato ventidue anni fa con l’obiettivo di valorizzare la musica come forma di comunicazione in grado di superare barriere linguistiche, sociali, etniche e geografiche, il Festival si svolge in uno degli angoli più belli d’Italia, a pochi chilometri dalla Slovenia e dall’Austria. E noi non potevamo mancare!
Una follia se si pensano ai più di 600 km fatti in macchina, da sole. Non è una cosa nuova perché viaggi di questo tipo li abbiamo sempre fatti per andare ad assistere a eventi particolari oppure a mostre uniche ed irripetibili. Anni fa la mia professione mi consentiva, non solo di allontanarmi programmando tutto con un certo anticipo, ma anche di poterlo sostenere economicamente. Fare la stessa cosa a 58 anni, sola con lei, è sicuramente bizzarra, ma finora quel pizzico di incoscienza che ha caratterizzato la nostra esistenza ci ha aiutate.
Mi piace molto la dimensione del viaggio perché i rari momenti in cui Benedetta dorme mi permettono di analizzare situazioni passate e di pensare a nuove cose da sperimentare. E mai come in questo periodo ce ne è bisogno! Stiamo entrambe attraversando un momento non facile. La ribellione al genitore di riferimento come espressione di libertà e di identità personale è diventata la nostra battaglia quotidiana. Non passano 24 ore che Benedetta non mi coinvolga in litigi, spesso per futili motivi, nei quali mi urla il suo disprezzo e la voglia di andarsene. Non è facile mantenere la lucidità e non essere trascinata in un vortice emozionale che avrebbe molto poco di educativo.
Già dal giorno prima della partenza, a seguito di un banale battibecco, Benedetta aveva sentenziato che non sarebbe andata al concerto perché la cosa “le faceva schifo!”. Non potevo essere coinvolta nel suo gioco perché ero certa che dopo un paio d’ore le sarebbe dispiaciuto, ma soprattutto perché avrebbe significato il rifiuto di un regalo, del suo valore, di quel comunicare “io ho pensato a te!”. Come da copione, il giorno dopo era tutto finito e siamo partite.
La Carnia ci ha suggestionate per la bellezza di quelle montagne infinite e io, che sono affascinata dai fiumi, sono rimasta incantata nel vedere il Tagliamento, anche se ridotto a pochi rivoli in un immenso greto. Benedetta ha subito trovato una somiglianza del paesaggio con quello di Heidi e per un po’ ha sperato di incontrarla.
Il pomeriggio abbiamo assistito alle prove del concerto sedute al bar come due turiste qualsiasi, veramente confuse in quel calderone di lingue diverse. Il concerto è stato bellissimo già a partire dal luogo, delimitato da due edifici con i classici gerani rossi al balcone e con alle spalle la chiesetta di SS. Pietro e Paolo. Più indietro le montagne a toccare le stelle. La voce di Joss Stone non poteva non emozionare Benedetta che ha tenuto il ritmo per tutta la durata del concerto. Al bis la cantante ha regalato quello che Benedetta definisce il proprio cavallo di battaglia – la canzone “right to be wrong” – che lei ha cantato a uno dei suoi saggi, ed è stato emozionante vedere Benedetta felice di poter duettare, seppure a distanza, con la sua cantante preferita.
Il viaggio di ritorno ha avuto diversi momenti di criticità a causa del traffico dei vacanzieri e di due incidenti che ci hanno bloccato per diverso tempo. Ho impegnato tutte le mie energie residue per mantenere il controllo della situazione, anche dal punto di vista comunicativo. Ero terrorizzata dall’idea che, in preda ad una crisi, Benedetta aprisse la portiera dell’auto per correre in autostrada. Ho puntato tutto sul fatto che è grande e questi comportamenti fanno parte della sua infanzia, sicuramente non di una musicista che viene riconosciuta per strada. Ho bluffato e mi è andata bene.
L’Umbria ci ha riabbracciate con le sue colline rassicuranti, con quella dimensione in bilico tra il mistico e l’umano. Siamo perciò ritornate alla tranquillizzante routine giornaliera.
Gabriella La Rovere